La Notizia

Il prosciutto è un rischio per l’ambiente. Secondo il nuovo rapporto della Ong ambientalista “Terra” i 12 milioni di maiali macellati ogni anno in Italia e allevati soprattutto nella pianura Padana producono 11,5 milioni di tonnellate di deiezioni. La soluzione secondo la Ong? Rinunciare agli allevamenti intensivi (La Stampa) @ E sempre in tema maiali, il Ministero torna sul caso del duroc danese spacciato per genealogia italiana nella filiera dei prosciutti a denominazione e decide di commissariare le agenzie che hanno certificato la qualità dei prodotti. (Repubblica) @ I tanto celebrati decreti sull’etichettatura dei cibi che prevedevano l’origine della materia prima per pasta, riso, pomodoro, latte e formaggi decadranno tra pochi giorni, ovvero non appena sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il nuovo regolamento sull’etichettatura di origine. Un pasticcio tutto italiano già ampiamente annunciato nei mesi scorsi e spiegato in diversi articoli de Il Fatto Alimentare. Ne parla Italia Oggi. @ Vinitaly conferma le presenze dello scorso anno (128mila) ma aumenta la percentuale dei buyer stranieri (del 6 %, per un totale di 32 mila), all’insegna di un pubblico sempre più professionale e specializzato. Sul Corriere della Sera di Verona la soddisfazione del DG di Veronafiere Giovanni Mantovani, che come sfida per il prossimo anno si pone alcune soluzioni per il traffico.

La dignità delle patate e il viaggio nella storia della cucina alessandrina

Le patate hanno (o possono avere) la stessa dignità del caviale. Ne è convinta Licia Granello, che su Repubblica racconta la storia di Massimiliano Busetti, il coltivatore che a Martinengo (Bergamo) coltiva patate che nella cucina dei fratelli Chicco e Bobo Cerea (al ristorante Da Vittorio a Brusaporto) hanno la stessa importanza delle preziose uova di storione. Un esempio su tutti: la nuvola di patate con caviale, il piatto culto degli chef. (Repubblica) @ Com’è nata e che caratteristiche aveva la cucina alessandrina? A spiegarlo è Luigino Bruni, cuoco, gastronomo e divulgatore che in occasione degli 850 anni dalla nascita di Alessandria, sulla Stampa accompagna in un viaggio nella storia della gastronomia mandrogna. E spiega, ad esempio, che nel Medioevo il piatto unico quotidiano era la zuppa di cicerchie, avena e miglio, servita talvolta con una fetta di lardo.

Rubriche

Su La Stampa di oggi Paolo Massobrio racconta il Breganze prodotto a Fara Vicentino (VI) da Transit Farm. @ Doctor Chef Federico Francesco Ferrero rivendica il diritto di portarsi vino e ortaggi da casa anche al ristorante. @ Rocco Moliterni intervista Fabrizia Meroi, chef del ristorante Laite di Sappada (UD), mentre Edoardo Raspelli recensisce i piatti del ristorante dell’hotel La Lanterna di Fano (PU).

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi, tra storia e futuro

In occasione del 50esimo anniversario della nascita della DOC del Verdicchio dei Castelli di Jesi l’azienda vitivinicola Sartarelli che lavora con verdicchio al 100% organizza, domani, un incontro sul Verdicchio, per raccontare la storia e parlare del futuro di questa varietà autoctona, svelandone gli aspetti e le caratteristiche peculiari. Al convegno, in programma nella sede dell’azienda a Poggio San Marcello (Ancona) interverrà anche Paolo Massobrio, con un excursus sulle potenzialità di questo vino simbolo delle Marche.

Ho capito bene?

Dopo appartamenti e camere, AirBnB ora affitta le persone. Il portale che ha rivoluzionato il modo di viaggiare e pernottare di milioni di utenti punta a fornire ai viaggiatori di tutto il mondo una serie di esperienze grazie al coinvolgimento di diverse professionalità: dalla nonna che per 85 euro insegna (in 4 ore) a fare le tagliatelle all’esperto che per 65 euro accompagna in un percorso alla scoperta della lavorazione del parmigiano, fino al distillatore che per 35 euro apre le porte della sua fabbrica di limoncello. (Panorama)

L'assaggio

Al ristorante Alessio I (via Francesco Carandini, 40 - tel. 012519371) del Castello di Parella (TO). Un luogo incantato che oggi è anche un complesso con spazi dedicati ad incontri letterari, camere per l’ospitalità, botteghe e una vasta enoteca in cui sostare per una merenda o un aperitivo. Dulcis in fundo il ristorante, che propone piatti di ispirazione canavesana: trota di Pont Canavese, ravioli cannapulenta al parmigiano 24 mesi con crema agli odori e tartare di fassone piemontese e petto d’anatra cotto rosa con zucca Berettina, salvia e agrumi. Su ilGolosario.it la sosta di Domenico Arecco.

Il Vino

Il Pigato di Terre Bianche (tel. 0184 31426) di Dolceacqua (IM). Giallo oro, ha naso elegantissimo con note di agrumi, sentori di salvia, timo e macchia mediterranea, sorso fresco e di grande sapidità e lunga persistenza.