La Notizia
Si celebra oggi la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare che ogni anno presenta alle famiglie un conto da 11,8 miliardi. Sul Corriere della Sera Buone Notizie il professor Andrea Segrè spiega: “L’unica strada è la crescita sostenibile, dove le risorse disponibili si usano in modo responsabile senza consumarle prima che si siano rinnovate”. @ Ma dedicato allo spreco è anche RicibiAMO, il progetto concepito dall’associazione PiaceCiboSano - raccontato anche nel libro "Ri-Cibiamo. Chi ama il cibo non lo spreca" di Miriam Bisagni e Lucrezia Lamastra - con la facoltà di scienze Agrarie alimentari e ambientali dell’Università Cattolica e l’osservatorio europeo per l’agricoltura sostenibile diretto dal prof. Ettore Capri che premia la creatività dei ristoratori che aderiscono alla rete antispreco. Oggi, a Piacenza, la finale del contest “Miglior ricetta RicibiAMO”, presente anche Paolo Massobrio che insieme alla giuria tecnica valuterà le migliori ricette antispreco. @ E una società a spreco zero è anche quella disegnata nella nuova strategia Ikea che lancia il mobile in affitto. La sperimentazione partirà dalla Svizzera: una volta finito il periodo di noleggio i mobili si possono riscattare oppure restituire a Ikea che li rimette a posto e li affitta nuovamente. (TgCom) @ @ Nel paniere dell’Istat debutta lo zenzero insieme ai frutti di bosco, dopo che lo scorso anno erano stati inclusi mango e avocado. Segno di una società sempre più salutista e votata a centrifugati e piatti veg. @ Insetti per alimentazione animale ma anche per la bioconversione. Su Italia Oggi il punto sull’utilizzo degli insetti negli altri Paesi europei. In sintesi: se ne parla molto (e male) ma prima che arrivino davvero sulle nostre tavole servono altre ricerche. Soprattutto però prima che diventi conveniente allevarli la richiesta dovrebbe decuplicare. @ Le nocciole prendono il posto delle vigne: l’ultimo caso nell’alessandrino dove un fondo facente capo alla DeAgostini ha acquistato 500 ettari. La maggior parte sarebbero però stati destinati a colture cerealicole molto poco redditizie. (La Stampa)