L'amore ai tempi dello smartphone e Brindisi al Bacio

Oggi è San Valentino, festa di tutti gli innamorati, ma anche il mercoledì delle Ceneri, una ricorrenza che invita all’essenzialità e al silenzio. Una coincidenza da cui Paolo Massobrio prende spunto per avanzare una riflessione sui nuovi modelli di socialità, a tavola e nella coppia. “Una quindicina di anni fa - scrive - il filosofo Paul Ariès su queste pagine evidenziò la tendenza delle coppie a scegliere cibi diversi, mentre le generazioni precedenti condividevano lo stesso cibo. (…) Oggi l’analisi sembra portare a una precipitazione del fenomeno: si mangia in coppia, ma ognuno con lo smartphone”. E in un’epoca in cui sempre più spesso anche il cibo divide “Come sarà possibile incontrarsi davanti a barriere sempre più spesse che vengono issate sulla tavola da pranzo?" (Avvenire) @ Lontani dagli effetti della tecnologia sembrano invece Bruna e Giorgio Peyrano, i titolari dell’omonima cioccolateria di Torino che sul Corriere della Sera svelano il legame tra il loro amore e il cioccolatino che li ha resi celebri: il Grappino. “Al primo incontro Bruna si presentò con un distillato. E Giorgio lo fuse con il cacao”. Il segreto del loro matrimonio? Vietato parlare di lavoro fuori dal laboratorio. @ Intanto, nella città degli innamorati, nell’ambito di Verona in Love si presenta l’iniziativa “Un brindisi al bacio”, lanciata da Veronafiere in collaborazione il Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave per annunciare l’edizione 2018 di Vinitaly and the City. Da oggi a domenica in Cortile Mercato Vecchio verrà allestito un “chiosco del bacio” dove tutte le coppie potranno farsi fotografare e brindare con un calice di Durello.

Anno del cibo italiano con i patrimoni Unesco e false intolleranze

Nell’anno nazionale del cibo, il ministero dei beni culturali fissa le linee guida per promuovere una diffusione equilibrata dei flussi turistici in Italia durante i prossimi 12 mesi. Punti cardine della strategia di promozione saranno i riconoscimenti Unesco legati al cibo; dalla dieta mediterranea all’arte dei pizzaioli napoletani, da Parma come città creativa della gastronomia ai paesaggi di Langhe, Roero e Monferrato. (Italia Oggi) @ Un’occasione da cogliere sabato 7 e domenica 8 aprile, quando oltre 25 location del Monferrato saranno in festa per celebrare la 12esima edizione di Golosaria. (Tutte le info a breve sul portale Golosaria.it.) @ “Martina si vanta sul made in Italy, ma risicoltori e pastai piangono”. E’ il titolo scelto da La Verità per spiegare la crisi del riso italiano, proprio nel giorno in cui entra in vigore l’obbligo per pasta e riso di indicare in etichetta la provenienza. “Una novità che però rende felici solo le tipografie - scrive ironicamente Carlo Cambi - mentre il compenso dei produttori cala e il prezzo per i consumatori resta invariato”. @ Ma fortemente colpito dalla crisi è anche un altro prodotto simbolo dell’agroalimentare italiano: il pomodoro Pachino. Un distretto d’eccellenza messo in ginocchio dalla concorrenza sleale cinese e non tutelato (o non abbastanza) da Palazzo Chigi. (La Verità) @ Tempi duri anche per la birra tedesca. La bionda “made in Germany” ha subìto una battuta d’arresto sia sul mercato interno, deve nell’ultimo anno ha perso 2,5 punti percentuali, sia sul mercato straniero, dove ha registrato un calo di esportazioni del 4,1%. Giovanni Galli su Italia Oggi. @ Intolleranze alimentari: i test non sono (sempre) affidabili. Sul Corriere della Sera un decalogo sfata i falsi miti con l’aiuto dei medici. Tra i consigli: abolire un alimento non serve a dimagrire; fidarsi di internet è un errore; non bandire latte e glutine senza che ve ne sia realmente la necessità e scegliere il giusto specialista per una diagnosi corretta. @ Buone notizie per “L’apericena non esiste”. Il libro del nutrizionista Federico Francesco Ferrero scala nuovamente le classifiche e si posiziona al 5° posto tra i libri dedicati alle diete più venduti su Amazon.

Etichette toscane, il Lugana che seduce Allegrini e il Moscato d'Asti che cresce in Vaticano

Il vino toscano vale 1 miliardo di euro. E’ la fotografia scattata da Ismea alla vigilia delle Anteprime Toscane. Un appuntamento inaugurato alla Fortezza da Basso di Firenze dal cantante Sting, anch’egli divenuto vignaiolo. @ Il Lugana conquista Allegrini. La cantina della Valpolicella divenuta celebre grazie ai suoi rossi ora punta sui bianchi; dopo i 10 ettari presi in affitto 3 anni fa, a gennaio ha acquistato 40 ettari di terreno con proprietà unica nel Comune di Pozzolengo (Brescia), che saranno vitati entro il 2018. (Italia Oggi) @ Il Moscato d’Asti cresce (anche) all’ombra del Cupolone. Promotore dell’iniziativa il Cardinale Giovanni Lajolo, originario del Novarese, che sul suo terrazzo a Città del Vaticano coltiva le viti procurate da Pietro Balestrino, grappaiolo di Nizza Monferrato. Elisa Schiffo su La Stampa.

Enogastronomia politica

Nuovo capitolo nella saga sulle origini del tiramusù. Ad infuocare gli animi del Nord-Est questa volta l’ultimo riconoscimento assegnato in Friuli, a Villesse (Gorizia), dove domenica scorsa 30 pasticceri hanno creato un tiramisù da record, lungo ben 267 metri. Pronta la reazione dei vicini del Veneto, che rivendicando la paternità del dolce hanno fatto ricorso al grido di: “C’era la panna, non il mascarpone”. (Il Giornale)

L'assaggio

Al ristorante La Scottiglia (loc. Pescina, 29 - tel. 0563 950993) di Seggiano (GR). Lungo la strada che accoglieva i viandanti della Val d’Orcia, un luogo del gusto che celebra i piatti della buona cucina amiatina. Da non perdere la crema di zucca e patata con olio nuovo, i ravioli di ricotta e spinaci con il ragù, la trippa (rossa o con lo zafferano) e lo sformato di patate con crema di Pecorino. Su ilGolosario.it la sosta di Francesca Brugna.

Il Vino

Il Brut Metodo Classico "Petite Perlage" di Villa Remotti (tel. 335 7000658) di Fubine (AL). Sapevamo che prima o poi Riccardo e Raffaella Garosci si sarebbero messi a fare la bollicina. Anzi, le bollicine. Un bianco metodo classico, da uve pinot nero, chardonnay e altre uve e un brut rosè di eccellente fragranza, abbastanza classico nel suo genere. Curioso è il brut giallo paglierino, che ha bollicine ricche e fini; al naso senti le foglie secche e i fiori e quando lo bevi sembra che il fiore venga trascinato dentro al bicchiere, per offrire eleganza. E’ un brut fine, che al termine del sorso rimarca la sua freschezza con l’acidità offerta forse dal vitigno segreto (?). Quando si riassaggio, ha la medesima generosità, ma appare rotondo, quasi abboccato. Sfumature di un brut da bere nelle sere monferrine...aspettando la Primavera. E Golosaria!