Siete proprio dietro l’Arena, con cantina e cucina di livello

La prima volta che sono entrato qui non ci volevo credere: un locale elegante, ricco di storia e ninnoli, di arte, di glamour.

Il Darì ristorante ed enoteca è la creatura di Giuliano e Corinna Darì, cuoca, che dopo diverse esperienze nella ristorazione con un’attenzione speciale al vino (hanno gestito per anni l'Enoteca Cangrande) oggi hanno aperto questo luogo clamoroso.
dari-corinna.jpgIn fondo al vicolo cieco di San Pietro Incarnario c’è l’androne illuminato di Cà Rezzonica appartenuto alla famiglia Cangrande che è un salotto che immette nel dehors: un giardino ampio in centro città con doppi ambienti.
dari-dehors.jpgSuggestiva la vetrata a trifora che vi si staglia di fronte.
dari-vicolo.jpgMa entrando dalla porta sulla destra eccovi dentro al locale dove non basta un quarto d’ora per osservare tutto, in quella teoria di sale, dove la gente mangia, oppure il bar dove servono l’aperitivo. Una casa, dove ogni stanza è un racconto, con carte da parati, tappeti, argenti, tutto coerente con lo stile gotico del Palazzo.


Se scorrete la carta dei vini qui trovate proprio tutto quello che appaga l’appassionato, anche se manca ancora qualche etichetta giusta per chi ama i vini cosiddetti “naturali”. Ma non si può certo parlare di una carta dei vini classica, bensì di una profonda conoscenza del territorio e del resto dell’Italia. Le bottiglie sono anche esposte, divise per regione, perché l’idea di enoteca prosegue. E poi c’è tanto Veneto e Venezia (sono le origini della signora) sia nel menu, eseguito dal giovane e già talentuoso Davide Maoloni (in cucina insieme a Corinna), sia negli arredi, nei quadri e nelle stampe.
dari-chef.jpgIn ogni caso veniteci perché questo è senza se e senza ma il più affascinante locale di Verona, aperto nella primavera del 2019 e ripartito durante le “finestre” estive che ha concesso il Covid. Io ci sono venuto due volte, notando che la carta del menu varia ogni quindici giorni, pur mantenendo alcuni punti fissi.
E così fra gli antipasti ecco le capesante al Bas Armagnac con crema di topinambur e caviale, e il baccalà mantecato con patate al prezzemolo e millefoglie di Lavosh. È sempre in carta il ghiotto uovo 5.10 con fonduta di patate, Grana Opera, tartufo e chips di culatello, mentre la seconda volta non ho trovato (ma tornerà) quell'ottima insalata tiepida di gallina di Mezzane con salsa all’arancia, uva passa, pinoli e melograno.

Applausi a scena aperta per gli agnolini di cappone mantecati al foie gras, superbi, ma anche per gli gnocchi gratinati veneziani al tartufo, antica ricetta del Novecento. C’è sempre un risotto (minimo per due persone) che questa volta era con ragù di quaglia e polvere di liquirizia. Il riso è il Carnaroli Acquerello che ho assaggiato accompagnato a un sontuoso ossobuco, come piatto unico.

Fra i secondi non manca poi il baccalà alla vicentina, il tournedos alla Rossini, la guancia di Sorana della Lessinia brasata all’Amarone, ma se lo trovate non rinunciate per nessuna ragione al mondo alle seppioline in nero alla Veneziana e polenta mais Biancoperla. Per me anche un'ottima ricciola alla plancia con cardoncelli e cavolo selvatico accanto al Black Cod marinato al miso e verdure croccanti in pasta fillo.

Fra i dolci c’è il panettone tutto l’anno con lo zabaione ed è veramente buono, ma anche una ricca panna cotta con salsa al passion fruit e la rosa mantovana e crema inglese, oltre ai cannoli siciliani mignon.
dari-dolce.jpgInsomma una goduria, fra piatti di varie contaminazioni ed esecuzioni veneziane, che sono coerenti con questo luogo sontuoso, riposante, bello, fascinoso… ho finito gli aggettivi. Veniteci!

Darì Ristorante & Enoteca

Vicolo Cieco S. Pietro Incarnario, 5
Verona
tel. 045 595022

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