Sorprese dalla Liguria, Piemonte e Toscana nelle nostre prime degustazioni di settembre

Appena pubblicato l'elenco dei Top Hundred 2021 (link), di nuovo al via le degustazioni per delineare, tra le altre cose, i candidati Top Hundred del prossimo anno e le nuove pubblicazioni a tema vino che ci aspettano. Ecco gli assaggi più emozionanti raccolti nella prima degustazione post vacanze.

Villa Corniole 

Trentodoc Brut Millesimato Salisa 2016
Netta riconferma per questa cantina di Giovo, in val di Cembra, che questa volta ci fa emozionare con un grande Trentodoc e una splendida interpretazione di Pinot Nero. Partiamo dalla spumantistica: il Trentodoc Brut Millesimato Salisa 2016, da uve chardonnay100%, ha colore paglierino brillante, al naso profumi floreali e note citrine concentrate. Il perlage è fine, l'acidità ben delineata, accompagnata da una chiusura leggermente dolce. Il Trentino Superiore Pinot Nero Sagum 2018 al naso è molto interessante: i piccoli frutti caratterizzanti il vitigno sono accompagnati da una nota balsamica intensa e finemente speziata. In bocca il sorso è pieno, con un tannino levigato che si lascia apprezzare. Una bellissima interpretazione del Pinor Nero. Avanti così!!!
(https://www.ilgolosario.it/it/villa-corniole-sd02665)

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Amalia cascina in Langa  

Barolo Bussia 2017
Ormai è una realtà affermata questa azienda fondata nel 2003 dalla famiglia Boffa a Monforte d’Alba (Cn). L'offerta è ampia, di alto livello, sia nei vini top di gamma sia negli entry level. Partiamo infatti da questi ultimi e in particolare dal Langhe Nebbiolo 2019 che risulta già molto gradevole per le note di mandorla e viola e il tannino ben delineato. La Barbera d'Alba Superiore 2017 è già un grande vino: al naso molto concentrata, la frutta si esprime in modo solido, deciso, in bocca invece vira sulla finezza della nota speziata e di un finale ammandorlato inconfondibile. La teoria del Barolo li proietta tra i grandi: il Barolo 2017 ha profumi quasi chinati, una bella speziatura e in bocca un tannino già ben levigato. Il Barolo Coste di Monforte 2017 spicca per il suo profilo floreale con il glicine e la lavanda che affiancano la viola. Una ricchezza di profumi che in bocca si accompagna a un tannino che è un velo. Seta e pietra nel Barolo Bussia 2017: un vino che al naso è sontuoso con i suoi profumi che ricordano il chinotto e la grafite e in bocca scivola su un tannino che pare disegnato tanto è perfetto. L’avevamo notata a Nebbiolo Prima ed ora l’attenzione è ai massimi livelli, ancorchè il Bussia ha ottenuto i 5 asterischi.
(https://www.ilgolosario.it/it/amalia-sd15502)

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Tenuta Casenuove 

Chianti Classico 2018
Una tenuta talmente bella da sembrare quasi il set di un film. La proprietà è del mecenate francese Philippe Austruy che, dopo le acquisizioni in Provenza, Haute-Medòc e Portogallo, ha deciso di puntare sulla Toscana: 105 ettari complessivi, di cui 65 sono ricoperti da boschi, 2,5 sono oliveti e 28 coltivati a vigna, nei pressi della Conca d’Oro, a pochi minuti da Panzano in Chianti. Oggi nel vigneto è principe il sangiovese, affiancato da piccole porzioni di cabernet franc, cabernet sauvignon e merlot. Grandi aspettative per un assaggio che non delude. Anzi, questa tenuta – chapeau! – sa offrire uno dei migliori spumanti rosé metodo charmat assaggiati quest'anno. Il loro Rosè Ziik da uve 100% sangiovese si mostra di colore rosa pallido, con perlage ricco e invitante. Al naso evoca immediatamente le note fruttate che caratterizzano il vitigno. Ha un naso fresco e fine allo stesso tempo, sensazioni che ritroviamo immediatamente anche al palato.
Il Toscana Rosso 2016 (da uve 60% sangiovese, 40% merlot) ha una nota vegetale che ben si accosta a quella animale e calda. Ma la mano dell’enologo Stéphane Derenoncourt si esprime al meglio sulla scala dei Chianti che sa stupire e non per dire. Il Chianti Classico 2018 al naso dosa bene frutta rossa e incenso, in bocca è avvolgente e spicca per il finale fresco e minerale. Coerente con il Chianti Classico 2017, che ha le stesse caratteristiche, con un'impressione generale meno dirompente ma orientata a una maggiore finezza. Il Chianti Classico Riserva 2017 è probabilmente il loro miglior assaggio: al naso ci sono mallo di noce, sottobosco, terriccio, è minerale e in bocca ha un tannino che sembra modellato da un ebanista tanto è levigato. Grandi davvero!
https://www.tenuta-casenuove.com

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Cascina del Pozzo 

Roero Montegalletto 2016
Questa azienda resta fuori dai radar della critica ed è un peccato perché ci ha consegnato la teoria di assaggi più completi della sessione. Siamo a Castellinaldo, nel Roero, a casa della famglia Marchisio, vignaioli da cinque generazioni. C'è mestiere e si sente nei tre vini che più rappresentano questo territorio.
Partiamo dall'Arneis: il Montemeraviglia 2020 ha un naso dove emerge, intensa, la mela accompagnata da fiori d'acacia. In bocca ha equilibrio, una bella nota speziata e il ritorno del frutto sul finale. La Barbera D’Alba Superiore Lucrezia 2015 ha la profondità propria delle grandi Barbera, in un rincorrersi di frutta, speziature e, netta, la nota balsamica. Del resto siamo a Castellinaldo! In bocca è ricco, il sorso è ampio, con l'abbraccio che andiamo cercando in questo vino. Il Roero Montegalletto 2016 è una ottima espressione del nebbiolo in terra di Roero. Al naso ha quel mix di erbe e spezie che evoca un vermut, note terrose, di resina. In bocca il tannino è fitto, in un sorso sontuoso. Lo rivedremo nelle finali dei Top Hundred.
https://www.cascinadelpozzo.com/it/

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Azienda agricola Gualtieri

Riviera ligure di Ponente Pigato 2020
Quest'azienda di Rezzo (Im) che non era nei nostri radar ci ha sorpreso in tutte le degustazioni che abbiamo fatto a Pieve di Teco e poi nella nostra sessione di assaggio. E’ condotta dal giovane Roberto Gualtieri che ha ripreso la coltivazione del vigneto paterno, sulle colline alle spalle di Imperia. Di dimensioni ridotte e con una produzione esclusivamente basata sui vitigni autoctoni, riesce a esprime una sua originalità su Vermentino, Pigato (ampio e minerale), ma anche Ormeasco nelle diverse declinazioni (notevole il rosato Sciac-tra). 
Il Riviera ligure di Ponente Vermentino 2020 ci ha molto colpito: ha colore paglierino e al naso offre subito note minerali concentrate, tracce di idrocarburi e poi l’albicocca piena e matura. In bocca è disteso, rotondo, elegante. Un Vermentino ghiotto che ha proprio tutto. Il Riviera ligure di Ponente Pigato 2020 invece marca nettamente la differenza, sia col Vermentino sia con altri Pigato in cmmercio per un vino che al naso esalta molto di più la parte minerale e animale che questo vitigno è in grado di esprimere. Al naso ricorda lo scoglio bagnato dal mare, in bocca spicca per la sapidità con un finale leggermente fumé. L'Ormeasco di Pornassio Sciac - Trà 2020 è un rosato come vorremmo sempre trovarne: naso di maraschino e bella acidità in bocca. Davvero notevole. L'Ormeasco di Pornassio Superiore 2018 è il vino che glorifica l'espressione di questo vitigno, corrispondente al piemontese dolcetto (ma siamo lontani dalla tipologia di Dolcetto che conosciamo, perché l’Ormeasco ha i muscoli, in questi territori, come abbiamo già potuto verificare nella tre giorni di Pieve di Teco (https://www.ilgolosario.it/it/expo-valle-arroscia-pieve-teco). Al naso c'è la frutta cotta, la pietra, la polvere da sparo. In bocca è sapido, con giusto tannino, elegante. L'Ormeasco è una realtà che merita un posto tra i grandi rossi italiani.
https://www.facebook.com/people/Azienda-Agricola-Gualtieri/100063733594774/

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La Scamuzza

Metodo Classico Rosè Pas Dosè “Lemieperle”
La Scamuzza non ha bisogno di presentazioni: la conosciamo fin dal 2003 quando fu un Top Hundred per il suo vino ammiraglio, la Barbera del Monferrato Superiore "Vigneto della Amorosa". Abbiamo riassaggiato questa etichetta nell'annata 2013 che porta distante con un naso che oscilla tra il sottobosco e il terriccio accanto alle classiche nota di frutta matura, mentre in bocca l'acidità si sente ancora viva prolungandone il sorso. Grandiosa! Da segnalare però anche gli altri assaggi: il Grignolino del Monferrato Casalese “Tumas" 2019 che al naso è già maturo con profumi di frutta sotto spirito e in bocca ammaestra il tannino. La Barbera del Monferrato "Baciami Subito" 2018 è un'espressione da manuale della barbera in questa denominazione con una nota fruttata più marcata rispetto all'astigiano e un'acidità che si ritrova soprattutto sul fondo. Decisamente convincente poi l'interpretazione del grignolino spumantizzata: parliamo del Rosé Lemieperle, dedicato alle figlie, che al naso ha note verdi, leggermente vinose, in bocca un'acidità ficcante e una bella persistenza. Uno spumante che non tradisce la sua origine nel grignolino.
https://www.ilgolosario.it/it/la-scamuzza-sd00656

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Radino

Aglianico del Vulture Colignelli 2015
La famiglia D'Angelo dal 2015 ha rilevato la cantina Francesco Radino di Matera con i suoi vigneti storici su forti declivi terrazzati, coltivati a regime biologico. Un terreno posto alle falde del vulcano spento, perfetto per l’aglianico, come dimostra il “Colignelli” 2015, affinato in barrique per almeno 18 mesi che premiammo fra i Top Hundred alcuni anni fa. Il colore, rosso rubino concentrato, è già uno spettacolo. Al naso è aglianico di razza, con profumi animali e di tabacco, in bocca è possente, tannico, decisamente speziato con un finale dove si sente tutta la mineralità del suolo. A conquistarci anche la Falanghina “Testolina" 2020 che ha un naso fresco, con profumi che portano verso la frutta tropicale e in bocca è lunga con un'acidità equilibrata. Lo Chardonnay “Osme” 2019 ha invece la veste internazionale e muscolosa e la nota di banana elevata in barrique si fa sentire con ampiezza.
https://www.ilgolosario.it/it/francesco-radino-sd14767

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Casale Vitali 

Marche Sangiovese Iakintos 2020
La storia moderna di Casale Vitali è relativamente recente: l'azienda agricola viene fondata a Montelparo (Fm) nel 1968 quando quando Alfredo e Giuliano Vitali, provenienti da una famiglia di mezzadri, diventano proprietari della casa colonica e del terreno adiacente. Gabriele, terza generazione, decide insieme alla moglie Elisabetta di puntare sul vino e oggi sono 20 gli ettari vitati, il restante è coltivato a uliveti e seminativi. Oltre al vino infatti producono olio e pasta. Tra i nostri assaggi segnaliamo il Marche Sangiovese Iakintos 2020, un vino ampio già al naso con note vinose classiche e i profumi di frutta fresca, ciliegia e prugna, che identificano il sangiovese a cui si somma una piacevole fragranza floreale. In bocca ha tannini abbastanza fini e la frutta che ritorna sul finale. Interessante anche il Marche Rosso Giugiò 2016, da uve 70% montepulciano e 30% sangiovese, che al naso punta più sulla cotè vegetale del montepulciano, con profumi di peperone verde accompagnato dalla radice di liquirizia. In bocca è tannico, equilibrato.  
https://www.casalevitali.it/

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