Casa Vinicola Nera e Caven: il nebbiolo – nella varietà locale chiavennasca – è protagonista negli assaggi di queste due cantine, punti di riferimento in Valtellina

Andiamo in Valtellina, per ritrovare una vecchia conoscenza de ilGolosario, la casa vinicola Pietro Nera, già Top Hundred con il Valtellina Sforzato, un punto di riferimento in valle, con sede a Chiuro (Sondrio), il cui storico titolare, Pietro Nera, è scomparso nel 2020 a 84 anni. E in omaggio a questo straordinario personaggio lo scorso anno Golosaria nominò questa come Cantina memorabile della Lombardia 2020. Oggi sono i figli a continuarne il lavoro. Della stessa proprietà anche l’azienda Caven, 40 ettari di vigneto, in vigne situate nelle diverse zone del Valtellina Docg, ovvero quelle di Inferno, Sassella, Grumello e Valgella.

Casa Vinicola PIETRO Nera: i vini assaggiati

Cinque i vini assaggiati, cominciando da un bianco, il Rezio Alpi Retiche 2018, uvaggio di due vitigni rossi vinificati in bianco (il nebbiolo e l'autoctono rossola) che si sommano a chardonnay e incrocio Manzoni 6.0.13, per un vino squillante al naso carico di sentori esotici (litchi) e albicocca matura. In bocca arriva un sorso pieno, grasso, con note speziate dettate anche dall'uso delle barrique. Tra i rossi, un nuovo arrivato, il Belviso 1380. Un Valtellina Superiore Valgella, 100% nebbiolo (la varietà di tutti questi vini è sempre la stessa, la locale chiavennasca), annata 2017, che ci ha conquistato fin dal colore rubino brillante, e poi per un naso “pungente” di piccoli frutti rossi e una sottile speziatura. Il sorso fresco lo conferma all'assaggio, decisamente sapido (quasi salmastro), perfettamente corrispondente ai profumi.

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Bel vino anche l'Inferno Valtellina Superiore Efesto 2016, sospeso tra note di lampone e violetta, ma il coup de foudre è per il Valtellina Superiore Riserva 2015 Signorie: al naso c'è la frutta (marasca sotto spirito) ma anche note terziarie che fanno presagire un sorso minerale. Così è, profondo e sapido, ed elegante con note di violetta candita e lunga persistenza. Per finire, un “gioco”: il passito da Nebbiolo, chiamato “Anomalia singolare”. Le uve vengono messe ad appassire in fruttaio per circa 6 mesi. Se al naso ci si aspetta la confettura di bosco, non si rimane delusi. In bocca invece sorprende per l'equilibrio tra dolcezza e sapidità, la vera cifra stilistica di tutti gli assaggi.

Caven: i vini assaggiati

Fondata nel 1982 dai fratelli Stefano e Simone Nera, prende il nome dalla località in cui è collocata la sede aziendale – Caven appunto – dove sono stati ritrovati importanti reperti della civiltà camuna. Quattro i vini assaggiati, tutti nel segno del nebbiolo. A cominciare dal sorprendente Rosato Alpi Retiche 2020, che ci ha conquistato fin dal bellissimo colore cerasuolo che ricorda il manto di certe ciliegie. Non ci siamo fatti suggestionare dal colore però, quando al naso abbiamo sentito un'esplosione di ciliegia e lampone, che tornano poi all'assaggio, in piena corrispondenza, per un sorso fresco, pieno e sapido.

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Si cambia registro, andando indietro con gli anni, con il Valtellina Superiore Inferno La Martellina 2015, che esprime tutta l'eleganza della ciliegia, ma questa volta sotto spirito, e poi in una bocca armonica di tannini setosi ma ancora buona freschezza e sapidità. Bel vino. L'annata 2015 dello Sforzato di Valtellina Messere è un concentrato opulento di piccoli frutti rossi, ma qui è evidente la nota torrefatta di tabacco, che torna nel sorso largo. Chiudiamo con il Sassella Riserva La Priora 2013. A nove anni dalla vendemmia le note terziarie si fanno più evolute, quasi animali, anche se non manca una viola che ingentilisce naso e palato. Non bisogna aspettarlo, è da bere oggi.

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