A Borghetto Santo Spirito La Fattoria di Pol sta sperimentando con successo il primo impianto aeroponico della Liguria. Nel segno della sostenibilità

Per crescere una pianta ci vogliono tre elementi: l'acqua, il sole, la terra. Ma a Borghetto Santo Spirito, provincia di Savona, c'è chi alla terra fa meno. Nella Fattoria di Pol, infatti, il basilico nasce e cresce fuori dal terreno, con radici che fluttuano nell'aria. È la “magia” dell'agricoltura aeroponica. Che di magia non si tratta, ma di una tecnica innovativa che non prevede l'utilizzo di alcun tipo di substrato di coltivazione.

I vantaggi? Più di uno, come ci racconta Paolo Gazzotti, ingegnere mancato convertito all'agricoltura. “Il più evidente è uno sviluppo sano, veloce e maggiore delle piante coltivate. Non meno importante è la sostenibilità di questa tecnica: l’agricoltura aeroponica riduce del 60% il consumo di fertilizzanti e il 95% di acqua rispetto a una coltivazione a terra. Infine, c'è l'aspetto umano. L'impianto ad altezza uomo non obbliga i contadini a doversi piegare per raccogliere le piantine: un'attività particolarmente faticosa, specialmente quando a fine giornata si presenta il conto del mal di schiena”.

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Dopo un anno e più di esperimenti, Paolo Gazzotti nella sua azienda ha completato la semina di 35.000 piante di basilico, che crescono grazie a un sistema di nebulizzazione che interviene direttamente sulle radici delle piante coltivate garantendo loro ad ogni irrigazione un perfetto bilanciamento dei nutrienti necessari. Questa procedura, in un sistema chiuso, elimina inoltre la dispersione di qualsiasi concime nel terreno, una delle cause più ricorrenti di inquinamento delle falde acquifere. Ma non è soltanto una questione agricola. “I test hanno confermato anche la qualità organolettica: il basilico risulta molto delicato e si mantiene più a lungo, perché ossida di meno. Infine il basilico, del tutto privo di residui terrosi, è molto più veloce da pulire”.

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Tutto bello, tutto buono? Un dubbio rimane, soprattutto per una produzione come il basilico così legata a una specificità territoriale. E il terroir, che fine fa? “Il terroir è un insieme di aspetti. Oltre la terra, c'è l'acqua, il clima, l’aria, l’altitudine. Questa tecnica agricola poi non vuole contrapporsi a quella tradizionale. Semplicemente, in un territorio come la Liguria dove gli spazi agricoli non permettono di soddisfare tutta la richiesta può rappresentare un incredibile opportunità di sviluppo. Perché con questa tecnica si possono creare superfici coltivabili in qualunque luogo, anche in un capannone postindustriale della Valpolcevera. E tutto in maniera sostenibile”.

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Nel frattempo si può andare a Borghetto Santo Spirito, per toccare con mano questa nuova agricoltura, che potrebbe allargarsi presto anche allo zafferano, una pianta che si presta perfettamente a questa tecnica, come dimostrano le coltivazioni aeroponiche in Iran, uno dei principali produttori al mondo di questa preziosa spezia.

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