Finalmente i Takoyaki a Milano!

La prima volta che andai in Giappone fu nel 2001. Avevo scelto di girare un po’ per l’isola principale, arrivando in aereo a Osaka e ripartendo da Tokyo. La prima notte alloggiai in un ryokan a Sakurai, una piccola cittadina nei dintorni di Nara.
Casualmente questo albergo tradizionale era posizionato in una stradina delle meraviglie: c’erano tanti negozietti tra cui una pescheria che serviva anche pesce al bancone e, in fondo alla via, la bancarella dove una vecchietta faceva girare con due spilloni delle polpettine di pastella su una piastra di ghisa, caratterizzata da cavità semicircolari fino ad ottenere la perfetta forma sferica, per poi servirle in cartocci guarnite da salsa, maionese, alghe nori e tonno grattugiato.
«Sono polpette di polipo, si chiamano takoyaki, provale!». Invitato ad assaggiarle, lo feci con curiosità ma senza particolari aspettative e mi esplose un’ustionante felicità in bocca.
La pellicina che si forma nella parte esterna della pallina mantiene l’interno più liquido ad alta temperatura per lungo tempo e ci trovi polpo, cipollotto, zenzero rosso. È la più sorprendente e divertente cucina di strada e, quando cominci a mangiarne, non smetteresti più.
Tako significa polpo ed è una specialità conosciuta e diffusa in tutto il Giappone, ma tipica di Osaka e mi entusiasmò così tanto che l’unica cosa che portai a casa da quel viaggio fu la pentola di ghisa sperando, acquisita un po’ di manualità, di poterla replicare a casa.
Naturalmente non la utilizzai per lungo tempo, ma la voglia dei takoyaki m’è rimasta sempre quindi, quando ho saputo dell’apertura di Takochu a Milano, piccolo locale dedicato in via Casale, a due passi da Porta Genova, ci sono andato ben volentieri.
È una di quelle cose che, chi l’ha assaggiata in Giappone, ricorda sempre con nostalgia, così caratteristica ed appetitosa che mi stupisco, nonostante la moda della cucina nipponica, di non vederla molto diffusa.
Il localino di Milano li serve alla Giapponese, in barchette di cartone da sei o da otto pezzi, in quattro differenti salse, birra in lattina o bibite, un corner automatico per scegliere e pagare. Da consumarsi in loco nel poco spazio interno o all’esterno o per l’asporto. L’unica possibilità di variare è il pollo fritto.
Dietro al bancone, cucina a vista Akito Haga, un ragazzotto dai capelli rossi coadiuvato dalla cortese e timida Rie Anami. La qualità è più che soddisfacente, pare di essere in Giappone. Sinora chi aveva inserito in menu i takoyaki in Italia, aveva utilizzato un prodotto precotto, surgelato e riscaldato col microonde. Naturalmente le caratteristiche più sorprendenti e piacevoli andavano perdute.
Una ricetta così semplice, dal prezzo contenuto ma dalla realizzazione non facilissima, deve essere consumata al momento e, grazie al perdurare del calore, può tranquillamente diventare un piacevole comfort food da divano e birra ghiacciata per la partita di calcio ma è anche l’ideale, tornando dal lavoro, per risollevare, con la sua speziata simpatia, le sorti di una delle nostre giornate d’ufficio giocate fra frenesia e noia.

Takochu significa “bacio del polpo” ed è simpatica l’immagine grafica scelta, con il polpo versione manga e la boccuccia rotonda… quanto a me, non riuscivo più a smettere: alla terza barchetta e alla terza birra stavo cominciando a canticchiare con effetti devastanti «Polpo d’amor» di Capossela.
Sono riuscito anche a chiacchierare con i due giapponesini e il ragazzo, timidamente, mi ha sporto una sua fotografia in cui lo si vede correre in motocicletta. Allora mi sono ricordato il cognome e il grande Noriyuki Haga, indimenticato funanbolo della superbike e titolare del ristorante Fukurou di via Truvulzio (ilGolosario 26.01.2017). Straconsigliato perché si mangia bene, si paga pochissimo e non è un ristorante.
I takoyaki poi, almeno una volta nella vita, bisogna assaggiarli e poi continuare. Non vedo l’ora di tornarci.

TAKOCHU
via Casale, 3/A
MILANO
tel. 02.83478497
www.takochu.it
takochu.milano@gmail.com

orari
dal martedì al sabato 12.00-15.00, 18.00-02.00
domenica 15.00-02.00

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