Era il 1908 quando Don Giovanni Battista Panizza, arciprete di Lizzana, fondò, alla presenza di 300 agricoltori la SAV (Società agricola della Vallagarina). Erano anni di aspre lotte e di svariati tentativi cooperativi: Don Panizza ebbe l’intuizione di puntare fin da subito sulla viticoltura e sulla redistribuzione dei fondi. Con i primi proventi convinse i contadini associati a investire in un grande mulino, che divenne in breve tempo uno dei principali impianti della regione. E’ necessario partire da qui per capire il fenomeno unico della viticoltura trentina che coniuga istituti cooperativi e cantine sociali con la ricerca di alti livelli qualitativi. La cantina Vivallis (Nogaredo - via Brancolino, 4 - tel. 0464412073) è erede di quella SAV voluta da Don Panizza: oggi può contare su 730 soci che coltivano oltre 700 ettari di vigneti adagiati lungo le sponde dell’Adige; terreni di natura diversa, dove hanno trovato l’habitat perfetto sia i vitigni internazionali come merlot, cabernet, chardonnay, müller thurgau e pinot bianco sia alcuni autoctoni come marzemino, nosiola e moscato giallo. La filosofia aziendale, negli ultimi anni, si sta indirizzando in maniera ancor più marcata verso i varietali e gli autoctoni. Il Lagrein Vigna Costa 2013 deriva da un unico cru all’interno del comune di Pedersano. Basse rese e selezione in vigna per un vino dal colore profondo, concentrato. Al naso è austero, con una venatura vegetale più marcata accanto alla frutta rossa matura. E' vino di classe, ha eleganza e buona complessità, con le lontane speziature di caffé e cacao. Ha spalle forti, complesità e tannino setoso il rosso Suseya 2012, nato dall’incontro tra lagrein e marzemino. E’ un vino dalle speziature fini e dalla nota di frutta che si fa marmellata. Fa parte della linea “Ricerche enoiche” e si ispira a un antico saluto del cammino di Santiago. Suseya sta per “più in alto”, obiettivo centrato anche con un altro vino, il Marzemino d’Isera Superiore 2013. Di colore rubino intenso, ha il profumo inteso della frutta e buon corpo, è tannico e lascia nel retrogusto quel piacevole sapore di violetta che ricorda le caramelline cappelli del prete (e chissà che non sia un omaggio a Don Panizza). Altrettanto in alto il percorso dei bianchi, con la pulizia del Müller Thurgau Vigna Rio Romini 2014, elegante nel suo vestito di erbe aromatiche, quasi balsamiche, e fiori freschi. E poi il bianco Ultreya 2014, altra “Ricerca enologica” da uve chardonnay e pinot bianco di vigneti d’alta collina. Giallo paglierino con riflessi verdolini, ha profumi freschi di mela, fiori e salvia. In bocca è armonioso, sapido e con quella freschezza che è come un marchio di fabbrica. Ma più interessante ancora è il Castel Beseno superiore 2013, nuova denominazione d’origine. Da uve di moscato giallo lasciate maturare sulla pianta fino alla fine di ottobre, ha colore giallo intenso, al naso riporta immediatamente al miele d’acacia e all’albicocca, con la freschezza delle inconfondibili erbe aromatiche. In bocca è dolce, ma mai stucchevole, con un’acidità e una mineralità che lo rendono un vino da dessert che sposa - per sua natura - la pasticceria tradizionale del Trentino.
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