Tre eventi, con la partecipazione del Club di Papillon di Biella, che confermano le potenzialità del turismo enogastronomico italiano

La maggiore libertà di movimento consentita da fine aprile ha reso possibile programmare ed organizzare eventi legati all’enogastronomia di cui si sentiva un forte bisogno, sia da parte delle categorie economiche interessate che da parte degli appassionati del mondo del gusto. Come Club di Papillon di Biella, cercando di interpretare al meglio gli interessi degli associati abbiamo coinvolto 7 soci (Panificio e Pasticceria Piantanida, Apicoltura Lissi Salussoglia, Pasticceria Massera Gino, Liquorificio La Culma e le aziende agricole Tola Salvatore per l’olio, Enrico Covolo per lo zafferano e La Bruera per i salumi) che sotto le insegne di Papillon hanno partecipato alla fiera-mercato di prodotti tipici locali “Il Gusto al Centro”, svoltasi domenica 16 maggio a Trivero di Valdilana. Realizzata dal Consorzio Turistico Alpi Biellesi e da Oasi Zegna con il supporto della Fondazione BIellezza e l’organizzazione tecnica di “Number One- Servizi Tecnici per lo spettacolo” ha avuto un grandissimo successo di pubblico, favorito anche dalla concomitanza con le giornate FAI di primavera.
gusto-centro.jpgSabato 22 maggio c’è stato invece il primo di una serie di 12 eventi che si svilupperanno nel corso dell’anno e che sono stati generati dal progetto di Nova Coop “Sapori Biellesi: coltivare e degustare la nostra terra”. Questo progetto, al quale avevamo collaborato sin dall’inizio, ha favorito la costituzione di una vera e propria rete locale di imprese per la valorizzazione dei saperi, oltre che dei sapori, connessi ai prodotti del territorio all’insegna della sostenibilità, della sicurezza e di una corretta alimentazione. Anche in questo caso sono coinvolti alcuni soci di Papillon Biella (Marta Foglio per la Gastronomia Foodopia, Armona Pistoletto per Let Eat Bi di Cittadellarte, Enzo Nicolello per l’Agriturismo Cascina Torrine e Andrea Maffiotti per il Ristorante da Armando). Foodopia a Pollone (Valle Elvo) ha ospitato il primo evento offrendo questo menu: tartine con burro Alta Valle Elvo e timo di montagna insieme a patè di fagioli di Badalucco con peperone candito e aglio nero di Caraglio; tortino di patate e toma di Pezzata Rossa d’Oropa; misticanza di bosco con crostoni di pane e caprino; crumble di meliga e crema di latte al fieno e fragole.
foodopia.jpgInfine, la settimana del gusto biellese si è chiusa domenica 23 maggio a Campiglia, in Valle Cervo, con un evento di promozione di un prodotto biellese - la sneaker “Valsaar” realizzata dall’azienda Barbera Sandro & Figl i- nella magnifica cornice de La Bursch (foto copertina), una country house con ristorante ricavata in una dimora storica del ‘700 di proprietà di Barbara Varese, socia del Club di Papillon. Tratti dal menu riportiamo qui di seguito alcuni piatti originali che meritano di essere provati alla prima occasione: fra gli antipasti, la “trota al torrente” (trota iridea, patata, panna acida e capperi); tra i primi, il “conviviale” (riso carnaroli in cagnone, trota al burro, condimenti agrodolci); tra i secondi il “filetto di cervo” (filetto rosa, purea di sedano rapa, scorzanera); tra i dessert “alpeggio” (gelato al fieno, sciroppo di ghianda di pino, cialda di segale).
laBursch.jpgQuelli descritti sono tre eventi molto diversi tra di loro: il primo, in Oasi Zegna, è il classico mercatino dei produttori di prodotti locali realizzato però in concomitanza di un evento culturale prestigioso; il secondo, partito dalla Valle Elvo, è una serie di eventi itineranti che coinvolgerà i ristoratori su tutto il territorio biellese. Il terzo è un tipico evento di promozione aziendale legato ad un nuovo prodotto che viene immesso sul mercato. Cosa accomuna questi tre eventi, oltre a un significativo coinvolgimento di soci Papillon? La capacità di attrazione di flussi di persone interessate al bello e al buono, al paesaggio, alla cultura, all’arte, al cibo locale, ovviamente, sia per quanto riguarda i produttori che i ristoratori che lo utilizzano nella propria cucina. E’ la conferma, in piccolo, delle potenzialità generate dal turismo enogastronomico nel nostro Paese.

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