A Carate Urio, il ristorante Acquadolce

Il Lago di Como con il suo fascino e la sua poesia. Una terrazza a pelo d’acqua romantica e con una vista tra le più belle d’Italia. Il personale di sala che ha sorriso e classe. Una cucina di altissimo livello che rivela la presenza ai fornelli di uno chef fuoriclasse. Un sogno? Sì, il sogno che vivrete a Carate Urio, al ristorante AcquaDolce. Veniteci con la persona che amate. Oppure con gli amici più cari. Ma se siete in zona, perché no, anche da soli. State certi che bellezza e gusto che qui hanno casa come in pochi altri posti, vi terranno compagnia come se foste con le persone cui più siete affezionati.

Arrivarci è facile. Se venite da Milano, con l’autostrada dei laghi in poco più di mezzora ci sarete. Da Como, sarà un soffio. Raggiungete Cernobbio. Godetevi la meraviglia della strada che, sfiorando il Lario, sfila tra ville sontuose e hotel di prestigio internazionale come Villa d’Este o il Grand Hotel Imperiale (dove, se le vostre finanze lo consentono, sarà memorabile soggiornare). Proseguite in direzione di quella Laglio celebre per aver stregato George Clooney. Dopo pochi minuti, piegate a destra, e siete arrivati. Lasciate l’auto nel comodo parcheggino riservato alla clientela del ristorante. E attraversata la strada, entrate.

La favola ha inizio! Accomodatevi nella splendida veranda – terrazza, che nella bella stagione ha le vetrate spalancate e vi regala un colpo d’occhio di bellezza mozzafiato. Godendovi la dolce melodia delle acque del lago che si frangono vicino a voi, sfogliate il menu. Una volta decisi i piatti, preparatevi a “prendere il largo”. Il personale di sala è coordinato dalla patronne Simona Guffanti, studi universitari negli Stati Uniti, una carriera di successo nel marketing alberghiero alle spalle, un presente che la vede formidabile e sorridente anima di questa meravigliosa avventura, a cui ha dato vita con due soci, dando forma al suo amore per accoglienza, cibi e vini. Ma se location e servizio saranno una sorpresa, l’ulteriore, commovente, sorpresa, sarà la cucina. Strepitosa! Ai fornelli Davide Caranchini, classe 1990, in curriculum un 4° posto, conquistato, ancora studente, alle Olimpiadi di Cucina di Erfurt in Germania, soprattutto gavetta da Gordon Ramsay al Maze, a Le Gavroche da Michel Roux Jr., all’Apsleys da Heinz Beck, e, dopo aver carpito qualche segreto al NOMA di Copenaghen, l’esperienza alla somma Enoteca Pinchiorri di Firenze. Faccia pulita da bravo ragazzo, guance che diventano ancora rosse se riceve complimenti. Ha il talento dei grandi.

Qualche assaggio della sua bravura? Dopo il benvenuto, una ghiotta crema di melanzane con mousse di trota, uova di salmone e acqua di pomodoro, via (€ 16) con capesante scozzesi crema di finocchi e crumble di noci, poi (€ 14) stragoloso risotto “selezione riseria Re Carlo” con scampi di Sicilia burrata d’Andria e lime, di ammaliante equilibrio, quindi (€ 22) baccalà in crosta di olive nere cavolo rosso brasato al Porto e purea di sedano rapa, per chiudere (€ 8) con mele e caramello. Cosa si spende? Alla carta, sui 60 euro. Affidandosi ai diversi menu guidati, con il degustazione a 7 portate 70 euro, a 4 portate 40 euro, con il “tradizione” (perché qui creatività e innovazione non dimenticano le radici, come dimostrano risotto al pesce persico e fritto di lago che hanno la celebrazione che meritano) 30 euro. Considerato che in zona, il conto, spesso, toglie il fiato, i prezzi alla portata di tutte le tasche, saranno la ciliegina finale di una sosta memorabile.

E in attesa che critici e guide, scuotendosi dalla ormai proverbiale pigrizia, scoprano questo indirizzo, voi dateci retta: qui, non appena ne avrete la possibilità, veniteci! È una nuova Corona della nostra GuidaCriticaGolosa! Ci ringrazierete! È un locale che fa onore all’Italia. Simona e Davide sono grandi. Saranno famosi!

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