Da cinque anni Opera Wine è prologo di Vinitaly e occasione per ed assaggiare i 100 vini italiani selezionati da Wine Spectator, molti dei quali appassionano a tal punto da volerne scrivere la storia. Così è successo a Paolo Massobrio, che su La Stampa di oggi ha voluto raccontare quella di Silvio Nardi, il vignaiolo di Montalcino che negli anni Cinquanta fu uno tra i primi a credere nelle potenzialità del Brunello, intuendo il valore dei suoi terreni e rinforzando la prima tenuta di Casale del Bosco con l’acquisto di altre due tenute a Castelnuovo dell’Abate e a Buonconvento. Dal 1990 al timone dell’azienda sono subentrati i figli di Silvio, Emilia e i fratelli, oggi supportati anche dalla terza generazione della famiglia rappresentata da Emanuele, con cui hanno avviato un percorso di ricerca scientifica portando l’azienda ad una produzione di 250mila bottiglie. Tra gli assaggi migliori due cru, il Brunello di Montalcino “Vigneto Poggio Doria” 2010 e il “Vigneto Manachiara”, ma degni di nota sono anche il Sant’Antimo Rosso Turàn 2013 e un eccezionale Vin Santo.

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