Lontani dagli intingoli di casa, molti universitari hanno aperto blog e pagine Facebook per scambiarsi ricette e consigli “di sopravvivenza” e non soccombere alla telefonata aiutino alla mamma

Com’è fatta la cucina degli studenti? Se lo è chiesto Anna Maria Speroni, che su Sette di questa settimana dedica un ampio approfondimento alla vita tra i fornelli degli universitari fuorisede.

Giovani che hanno imparato l’arte di arrangiarsi e che sui Facebook e i blog consigliano i minuti necessari per il perfetto uovo à la coque o per cucinare il piatto must degli studenti che è la pasta al tonno (in scatoletta, naturalmente).
Ma cosa distingue queste ricette da tutte le altre? Oltre al basso costo (si sa che il budget degli studenti è il più delle volte molto limitato n.d.r) e alla facilità di realizzazione, ogni piatto presentato può essere preparato utilizzando un’attrezzatura minima e ingredienti basici (“L’universitario dimentica spesso di fare la spesa”), con dosi indicate non in grammi (“Spesso in casa non c’è la bilancia”) ma sotto forma di cucchiai o vasetti di yogurt. Nascono così menu dedicati, da quello post-esame, al menu “non ho voglia”, fino a quello dedicato alla notte prima degli esami.

“L’importante è avere sempre di riserva pasta e scatolame, che ha scadenze a lunghissimo termine”, consigliano Ramona Scanu e David Deriu, una coppia della provincia di Oristano che come molti altri, sul sito www.pastaltonno.it ha condiviso per anni ricette di intingoli semplici e veloci.

Interpellato a riguardo Paolo Massobrio, ex universitario a Milano (facoltà di Scienze Politiche alla Cattolica) ricorda i suoi piatti must condivisi con i compagni Dròn e Dum mancati gourmet oggi nel mondo della comunicazione: penne panna e prosciutto e insalata di champignon condita con olio di oliva. Che fine avranno fatto?

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