Sempre più aziende scelgono la via "olio di palma free". E i prezzi del burro si impennano

Burro, addio. Alla vigilia del “World Milk Day”, la giornata mondiale dedicata al latte istituita dalla Fao nel 2001, i riflettori si accendono sul mercato dei prodotti lattiero-caseari, fortemente in crisi per via dell’impennata delle quotazioni del latte.

Tra i prodotti più a rischio il burro, che nel mese di maggio ha visto raddoppiare le sue quotazioni alla produzione, con un aumento di quasi il 90% alla borsa di Lodi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Una situazione che per Coldiretti dipende anche dall’addio all’olio di palma da parte di un numero crescente di imprese, che a livello internazionale “ha spinto verso una carestia di burro, con una impennata dei consumi che ha messo a rischio le forniture alle industrie dolciarie, le principali utilizzatrici”.

E se da questo dipenderà la produzione dei dolci tradizionali tipici della tradizione italica, basti sapere che anche a livello internazionale si assiste a un aumento dei consumi di burro, che nel primo trimestre dell’anno sono cresciuti del +7% negli Stati Uniti, del +5% in Argentina e del +4% in Asia e Australia.

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