Beer firm del Canavese nata nel 2012, che si contraddistingue per la pulizia delle birre e l'utilizzo di prodotti locali

Mais rosso, castagne, le arance del carnevale di Ivrea. Non manca di territorialità (e identità) la produzione di questa beer firm del Canavese (beer firm ancora per poco, poiché in estate avranno un impianto di produzione tutto loro, nella nuova sede di Ivrea, in via Torino 275/277). È il Birrificio Rabèl (tel. 3497208795), creato nel 2012 dalla passione di Daniele Bovo, che di prima professione è musicista, o meglio violoncellista barocco, e Davide Cardini, sommelier e programmatore meccanico.

Per anni abbiamo trascorso interi weekend a ricercare le ricette delle nostre birre. Poi, quando è stato il momento di imbottigliare, ci siamo scontrati con la scelta del nome. Alla fine, l'illuminazione: sfogliando il dizionario piemontese-italiano, siamo rimasti colpiti dal termine Rabèl, che significa chiasso, baccano goliardico”.

Ancor più curioso il claim, scelto, ovvero “La birra con il g’ddo”.
Ghëddo, da noi abbreviato in “g’ddo” è un termine dialettale, di quelli che non si possono tradurre. “Ci vuole un po’ di g’ddo!”, “È solo una questione di g’ddo.”, “Forza, mettici del G’ddo!”. Qualcuno ha provato a definirlo “carattere”, oppure “entusiasmo”, riuscendo solo ad afferrare qualche sfaccettatura dell’espressione. Perché il g’ddo è qualcosa di più: è quel certo “non so che”, quel tocco misterioso che non si riesce a spiegare, ma che quando c’è fa la differenza. In meglio”.

Le birre di questo birrificio non mancano di g’ddo. Sono cinque. Beverina la Bionda, semplice, con note di miele e malto al naso, e poi un sorso scorrevole, che si chiude con una bella dose di amaro. La Speciale Mais Rosso è caratterizzata dalla presenza del mais rosso pignoletto, coltivato in un lembo di terra che corre lungo la Dora. Colpisce al profumo per la sensazione di mais, accompagnato da una speziatura piuttosto intensa (chiodi di garofano). In bocca è curiosa, un filo troppo dolce, ma di buona persistenza. La Speciale Carnevale è invece un chiaro omaggio al Carnevale di Ivrea. Qui l'ingrediente speciale sono le arance, ben percepibili fin dai profumi, in un gioco di equilibri con le note torrefatte di cacao. 

Ma le due birre con più g’ddo sono senz'altro la Speciale Castagne e la Speciale Natale. La prima è un riuscitissimo esempio di questa tipologia. Le castagne arrivano dal comune di Nomaglio. Avvolge con profumi equilibrati di affumicatura e note vivide di castagna (si sente proprio il profumo della pellicina esterna). In bocca poi, il sorso è avvolgente ed equilibrato, di bella persistenza. 

Notevole anche la Speciale Natale, più alcolica (9%) e caratterizzata dall'uso delle spezie e dello zucchero candito bruno. Le spezie ci sono tutte, nel naso prorompente di cardamomo, coriandolo e anice stellato, e di buon frutto. All'assaggio il corpo ampio adombra la spinta alcolica, e il sorso è elegante, quasi beverino, soltanto sbilanciato in un finale che vira troppo sulle note dolci. Ma la speziatura tiene bene l'insieme.

La produzione è di 250 ettolitri. Tutte le birre sono prodotte in bottiglie da 33 cl (costo dai 3 ai 3.80 euro) e 75 cl (costo dai 6.80 euro agli 8 euro).

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