Angelo di Giacomo, "Giolì", coltiva i pomodori con metodi naturali alle falde del Vesuvio

All’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, c’è una famiglia che da ben cinque generazioni coltiva e trasforma il prodotto più rappresentativo del luogo e uno dei più antichi della tradizione dell’intera Campania, ovvero il pomodorino del Piennolo del Vesuvio.

Il nome deriva dalla consuetudine di conservarli legati a grappoli sospesi in locali aerati o sui balconi, così da mantenerli freschi fino all’inverno. Ha una forma ovale allungata, lievemente a pera o a cuore, polpa soda e compatta e un sapore dolce-acidulo.

Angelo Di Giacomo, detto “Giolì”, l’ultimo erede, li coltiva con metodi naturali lungo circa 3 ettari a dimora alle falde del Vesuvio e a fine giugno compie il rito della raccolta a piena maturazione. Accanto a questa varietà antica, coltiva anche il pomodoro “Giallo” del Vesuvio,  detto anche “Spunzillo”, che si differenzia dal precedente oltre che per il colore, per la maggiore dolcezza e la minore persistenza al palato.

Entrambe le varietà sono proposte in quattro modalità diverse: dal pomodoro fresco a quello invasettato al naturale con acqua e sale. Quindi, la tradizionale passata (anche con pomodorini interi) e la “paccatella”, un metodo di conservazione in vasetto in uso alle famiglie del luogo, che prevede che il pomodoro venga tagliato in due parti.

L’azienda Giolì ha sede a San Giorgio al Cremano (Na) in via Palmiro Togliatti 37 (tel. 0817714144 – 3386356591).
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