Dopo il robot da miscelazione, ecco arrivare Nio, il cocktail in busta

Bisogna agitare prima dell’uso. Come si scriveva una volta sui medicinali. Poi basta strappare un angolino della confezione, versare il contenuto in un bicchiere con ghiaccio. E il gioco è fatto. Si chiama Nio - acronimo che sta per Needs ice Only - ed è il cocktail in busta monodose, che può rendere barman chiunque (anche perché bisogna solo avere la capacità di strappare una busta).

Vi sembra un’idea poco azzeccata, soprattutto in un’epoca che vede un ritorno della miscelazione ad alti livelli? Forse. Bisogna però allargare lo sguardo e capire a chi è indirizzato prevalentemente Nio. C’è il canale di casa (Nio è venduto in comodi box da 5 / 10 confezioni): questa soluzione ci permette di avere già pronti diversi cocktail tra cui Boulevardier, Daiquiri, Gimlet, Gin Sour, Manhattan, Margarita, Milano Torino, Negroni, Vodka Sour, Whiskey Sour.

Si ordina il box, arriva a casa, si possono offrire diverse soluzioni senza avere in casa nemmeno una bottiglia. Un bel risparmio di logistica e una soluzione a la page per chi al momento non ha ancora dimestichezza con la miscelazione (ma l’avrà presto, abbiamo in serbo proprio una pubblicazione che spiega come diventare perfetti bartender nel proprio salotto).

Il secondo canale - ed è quello più interessante - guarda all’hotellerie, alle compagnie di viaggio, alle agenzie di eventi e così via. Tutte realtà che magari faticano ad avere personale formato e dedicato e che in questa maniera possono offrire un servizio in più ai loro clienti. Nio inoltre offre una possibilità di personalizzazione infinita, dalla festa aziendale fino al matrimonio.

L'idea, dunque è interessante. Ma alla prova dell'assaggio? Vediamo come è andata. 

IL TEST

Abbiamo assaggiato tre classicissimi in busta: il Boulevardier, il Gimlet e il Manhattan
Il packaging è eccellente e d'impatto. La dimensione del pack è quella di un cd. Nel mezzo, un foro nel cartone permette di valutare il colore del cocktail, ma anche il profumo. Nel retro, in poche righe, è condensata la storia del drink e sono indicati gli ingredienti.  Voto 9

La semplicità è veramente lampante. Uno strappo, il bicchiere con il ghiaccio, e via. Resta un dubbio di fondo: non rischiamo di uccidere la nostra creatività? (lo sappiamo, l'intento è un altro, apprezzabilissimo). Voto 8

All'assaggio, è mancato un po' di mordente, soprattutto per Manhattan e Gimlet. D'altra parte, la necessità di raffreddare il liquido, servendo on the rocks cocktail che i più bevono in coppetta senza ghiaccio (come il Manhattan e il Gimlet, appunto) comporta qualche modifica alle proprie abitudini. Il risultato è stato un po' sotto le attese. Meglio tenerli in frigo, e servirli senza ghiaccio. Oppure, con un blocco di ghiaccio unico al posto dei cubetti, per ridurre la diluizione. Voto 6,5

Il rapporto qualità/prezzo non è dei migliori. Ogni cocktail costa 5 euro. Vero che a casa, per predisporre un piccolo bar, occorrono qualche soldo in più, ma il costo a drink sarà poi nettamente inferiore. Se si guarda invece in ottica ricettività, vuol dire che quei cocktail dovranno uscire a 8/9 euro. Un po' troppo. Voto 6,5 

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