La Corte di Giustizia ruropea ha ribadito che "solo i prodotti di derivazione animale possono essere chiamati latte"

Il mercato alimentare offre numerose alternative vegetali al latte di mucca, che erroneamente vengono chiamate comunque “latte” - una sentenza della Corte di Giustizia europea dice che solo i prodotti di derivazione animale possono essere chiamati “latte” -. Un principio che vale anche per la crema di latte, siero di latte, panna, burro, formaggio e yogurt. 
La Corte ha anche precisato che tale indicazione è valida “anche nel caso in cui le denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che indicano l’origine vegetale del prodotto in questione”.

Ma quali sono queste bevande? Esse identificano genericamente l’insieme di quelle di origine vegetale idonee al consumo umano. Sono prodotti a partire dalla lavorazione di alcune piante o parti di esse. 

In generale, gli ingredienti che possono essere utilizzati per produrre bevande vegetali sono:
• Frutta a guscio (noci, nocciole, mandorle, cocco, castagne, zigolo dolce o chufa)
• Semi (sesamo, lino, canapa, girasole e zucca)
• Legumi (soia)
• Cereali e pseudo-cereali (riso, avena, farro, chia, grano saraceno, miglio, quinoa, amaranto)
• Tuberi zigolo o chufa

Tutto ebbe inizio da una controversia sorta in Germania tra la società TofuTown, che produce e distribuisce alimenti vegetariani e vegani con denominazioni come burro di tofu e formaggio vegano e la Verband Sozialer Wettbewerb, un’associazione tedesca che si batte contro la concorrenza sleale. I giudici hanno dato ragione all’associazione  ricordando che le leggi europee riservano queste denominazioni, salvo alcune eccezioni, esclusivamente ai prodotti di origine animale. Ma ci sono le eccezioni...La restrizione decisa per il latte di soia e similari, non vale invece per il latte di mandorla e di cocco che sono considerate denominazioni tradizionali.

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