Esce oggi l’ultima fatica editoriale di Roberta Schira, con cui la scrittrice va oltre la cucina, riportando al centro, con duecento godibili pagine, la funzione terapeutica del cibo

Il piacere della tavola dove è finito? Falsità. Preconcetti. Idee fuorvianti. Oggi, per muoversi nel labirinto dell’informazione alimentare, ci vorrebbe un “Tom Tom”. Ebbene, facendosi “Tom Tom” di Tom, un interlocutore che rappresenta ciascuno di noi, la celebre scrittrice, giornalista e critica gastronomica di origini cremasche Roberta Schira, ha voluto proporsi come voce autorevole, dedicando a questi temi “I nuovi onnivori – La gioia di mangiare tutto” (Vallardi editore, pagg. 224, euro 16,90) la sua ultima fatica editoriale da oggi in libreria.

È con la forma narrativa del dialogo – che ha per interlocutore Tom, appunto, agronomo italoamericano alla ricerca della sua identità alimentare con qualche intolleranza, molte certezze e molti dubbi – che l’autrice, a tredici anni dalla pubblicazione de Il dilemma dell’onnivoro di Michel Pollan, entra nel dibattito avviato dal libro – inchiesta del noto saggista statunitense, e più che mai aperto sull’equilibrio tra esseri umani, cibo e ambiente.
Tom dà voce a tutti gli interrogativi che sorgono nel quotidiano, davanti ai messaggi contraddittori che arrivano da media e società per quanto riguarda ambiente ed alimentazione. È l’uomo che vive il dilemma del come sopravvivere ai riti alimentari contemporanei, trovandosi ogni giorno alle prese con gusto, salute, paure.
Sono diventato improvvisamente intollerante a un alimento? Lo zucchero fa male? Con una dieta la vita si allunga? È ora di eliminare le carni?
I suoi preconcetti, i suoi falsi miti, i “mostri” che influenzano l’approccio al cibo di tutti, condizionando in continuazione le scelte alimentari e incidendo profondamente anche sul modo in cui si mangia, soli o in compagnia, a scapito della convivialità, che prevede di dividere non solo i cibi ma soprattutto il tempo.

Provocatoria e al solito controcorrente, Roberta Schira, svelando fobie e falsità che sono all’origine delle sempre più diffuse ansie legate alle diverse ideologie alimentari, nel dialogo con Tom invita a dire “Basta!” al terrorismo sull’alimentazione. Lo fa sollevando l’interrogativo di dove sia finito il piacere della tavola. E indicando come strada il superare la divisione tra “umanità carnivora”, non di rado ottusamente ottimista, e senza rispetto per animali e Pianeta, e “umanità catastrofista”, che annovera tra le sue fila vegani, “no carne” e ambientalisti aggressivi.

La sua proposta? Una terza via, che pone al centro la figura del “Nuovo Onnivoro”, ossia di una persona attenta alla qualità del cibo, che sa valutare in modo critico le ricerche scientifiche, che vuole vivere in serenità i momenti conviviali scegliendo consapevolmente un’alimentazione etica che combini allevamento sostenibile e profitto, gusto per il cibo e impatto ambientale zero, e abbia il piacere di godere, con moderazione, anche dei cibi “proibiti” senza sentirsi giudicato o in colpa.

A metà tra manuale e trattato, “I nuovi onnivori”, va oltre la cucina. È un libro di formazione alimentare, che in modo sorprendente riporta al centro la funzione terapeutica del cibo, riuscendo ad essere sintesi mirabile di inchieste giornalistiche, divulgazione scientifica, cultura gastronomica, e lasciando dalla prima pagina all’ultima, il piacere della lettura.

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