I vini della cantina Feudo di Sanseverino

L'Italia da conoscere – e tramandare - passa attraverso prodotti rari, che dir di nicchia è un eufemismo, perché dai numeri talmente irrisori che la nicchia – in qualche modo – devono ancora costruirsela. Prodotti dai processi laboriosi, legati a una paese, una vallata, un lembo sperduto.
Come Saracena, ad esempio, paese arroccato sulle colline dei Monti del Pollino, in Calabria, dove si produce, a livello praticamente familiare, il particolarissimo Moscato Passito al Governo di Saracena.

Le sue vigne – qui trovano spazio vitigni autoctoni come il lacrima, il moscatello di Saracena, la guarnaccia – digradano lungo i pendii della pianura a ridosso della piana dove un tempo sorgeva l'antica città di Sibari, famosa per i gusti raffinati dei suoi abitanti (“fare il sibarita”, si usa ancora oggi, per gente adagiata lascivamente nel vizio). Lo scrittore greco Ateneo, vissuto nel III secolo dopo Cristo, nel Deipnosophistai, scriveva che il sibarita cominciava a bere prima del tramonto e finiva dopo il sorgere del sole. I vini locali erano ottimi, e profumati, quasi liquorosi: ad Atene venivano tagliati con acqua di mare o altre essenze.

Il Moscato di Saracena, citato già in scritti cinquecenteschi, deve la sua particolarità, oltre che per i vitigni (guarnaccia, malvasia, l'aromatico odoraca e moscatello di Saracena) per la curiosa lavorazione, che prevede l'utilizzo di un doppio mosto, di cui uno cotto. Guarnaccia, malvasia e odoraca, dopo la vendemmia, vengono pigiati e il mosto ottenuto è sottoposto a bollitura: una “cottura” che concentra zuccheri e aromi. I grappoli di moscatello, invece, appassiscono per una ventina di giorni su graticci ombreggiati, prima di essere selezionati – acino ad acino – e pigiati con una soffice pressatura. I due mosti, quindi, vengono uniti, e la fermentazione avviene in botti scolme che gli conferiscono note ossidative peculiari.

È notevole il campione della cantina Feudo dei Sanseverino (via Vittorio Emanuele, 100 – tel. 098121461 – www.feudodeisanseverino.it), una piccola cantina di Saracena attiva dal 2001 (20.000 le bottiglie prodotte all'anno, con sole uve aziendali). Color ambra, si racconta al naso con un complesso di aromi che vanno dai fichi secchi, al miele, alle noci, innestati da una nota ossidativa quasi vibrante, e poi ancora note tostate. In bocca è piacevolissimo, di dolcezza non invadente, ricco di tutte le sensazioni avvertite già al naso. Con a fianco un prodotto di pasticceria secca, arricchito magari da un velo di confettura, o da una farcitura di frutta secca, si finisce col fare i “sibariti”. Ma si deve provare anche con un grande formaggio stagionato. In cantina, costa attorno ai 20 euro. 

Più “tradizionale” è il Moscato Passito Mastro Terenzio 2012 (prezzo in cantina, 20 euro), da uve 100% moscatello. Ambrato al colore, agrumato al naso, con un curioso svolazzo di timo selvatico, in bocca ha buon equilibrio e persistenza, e dolcezza non stucchevole. La cantina produce anche un interessante Lacrima Nera Dop (prezzo in cantina, 8 euro). Il 2012 ha profumi erbacei, poi subentra l'amarena, e una fitta speziatura, col pepe protagonista. All'assaggio, i tannini sono verdi, potenti, e non manca acidità. Un vino di personalità, territoriale, ancora da aspettare.

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