E' iniziata la lenta migrazione dei "gufi", metafora di quel disfattismo all’italiana che avrebbe ridotto un evento epocale a scommesse edilizie, incapacità, intrallazzi. Quello che si è aperto il primo di maggio a buon conto è un lavoro che arriva da molto lontano: sono 8 anni che l’Italia è al lavoro, come progetto e come pensiero, da quanto un Comitato Scientifico compose il dossier di candidatura che convinse i paesi del mondo. E fu un lavoro appassionante di presa d’atto di ciò che significava Nutrire il Pianeta in ogni angolo della terra. Questa la considerazione con cui Paolo Massobrio, su La Stampa di oggi, apre il dibattito su ciò che l’Expo di Milano rappresenterà non solo per il mondo ma anche - e soprattutto - per l’Italia. Lo scenario che si aprirà da domani sarà il frutto di un lavoro che arriva da molto lontano, caratterizzato da un quid che il gruppo di lavoro ha sintetizzato nelle Quattro Potenze che distinguono il nostro Paese: il saper fare, mix propulsivo di creatività e lavoro, la bellezza, sua diretta discendente, la potenza del limite, capacità di superare gli ostacoli per ricreare e la visione del futuro, ovvero la consapevolezza di ciò che siamo e di ciò che abbiamo.  Per questo motivo, nel palinsesto del Padiglione Italia sono in programma sei seminari che vedranno scendere in campo leader con le loro storie per raccontare le potenze italiane. 

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