Apriamo la nostra carrellata di prove ai ristoranti di questo mese, con due soste – due corone radiose – che già ci proiettano nel Monferrato dove a metà maggio si terrà la 18^ edizione di Golosaria tra i castelli. E poi altre soste, fra la Lombardia, il Piemonte e il Veneto

Sono due le corone radiose che brillano nel Monferrato e per un caso fortuito le ho provate, con estrema soddisfazione, nel giro di 24 ore, anzi meno.

HOSTERIA TREVILLE - Treville (Al)

traville-chef.jpgLa prima sta a Treville, ed è l’Hosteria che porta il nome. In cucina un sempre più bravo Massimo Coppo, in sala l’ottimo Sandro Pastorino che è anche un pittore (ha vinto un premio recentemente) oltre a essere un conoscitore di vini. Le due salette sono graziose, intime, il menu è sempre ricco di punte altissime. Come le animelle di vitello, glassate alla mostarda d’uva, sedano rapa e fichi (superbe!).

treville-piatto.jpgAnche l’insalata russa servita come entrée e poi la battuta di vitellone piemontese con insalatina di carciofi e salsa verde era perfetta; ghiotta la frittatina di carciofi inserita nel menu vegetariano. Iconici gli agnolotti monferrini, ottimo il risotto Carnaroli al Grignolino e quaglie. Ma se torno mi prendo i ravioli di finanziera e quelli di gallinella e triglie. Ai secondi la lombata di vitellone alla Barbera stravecchia con millefoglie di topinambur è piaciuta molto, così come la millefoglie di branzino e porri con crema di patate all’acciuga. Piatto che consiglio se andate nel giro di un mese (lo avrei preso io): il maialino croccante con cavoli stufati, la nostra mostarda di mele e riduzione al Nebbiolo. Detto questo, altro vertice assoluto è stato il bonet, il migliore assaggiato quest’anno. P.s. Siccome al tavolo di fianco hanno ordinato il fritto misto, alla fine un piatto è arrivato anche al nostro di tavolo, ed era davvero ghiotto. Bravi!!! (Paolo Massobrio)
via roma, 26/a - tel. 0142231654

I DUE BUOI - Olivola (Al)

La seconda corona è invece i Due Buoi di Olivola, ambientato in una casa storica, elegante, Villa Guazzo Candiani, con il giovane Marco Molaro che resta uno dei più bravi talenti che abbiamo in Piemonte.
olivola-chef.jpgQui, oltre a una scelta di vini davvero ottima (hanno pure Asotom) a cominciare da quelli di Bricco dei Guazzi, loro sono impegnati a valorizzare i prodotti del territorio e in particolare l’olio, che produce l’azienda Oliviera sempre di Olivola. Va poi detto che sotto la sala da pranzo c’è anche il più grande e suggestivo infernot di tutto il Monferrato. Via dunque con i finger di Marco: ricciola scottata e salsa ponzu, tonno di coniglio, robiola e verdure agrodolci, tacos ai ceci, melanzana alla brace e maionese; tartellette di erborinato, barbabietola e nocciole e baccalà mantecato e chips di polenta. Quindi la battuta di fassona con colatura di alici, scalogno e capperi, i plin con mousse di burro salato,
olivola-plin.jpgil sottofiletto di fassona con pastinaca e salsa bordolese. A chiudere un dolce evocativo: Non sono... Un bonet. Che bella soddisfazione! (Paolo Massobrio)
via vittorio veneto, 23 - tel. 3662549251

Viscontea - Bereguardo (Pv)

La trattoria come la intendiamo noi. Dove l’accoglienza ha il sorriso e la passione dei due fratelli Luca (in sala) e Mario (ai fornelli) Martucci, entrambi con quello spirito dell’oste vero e che passa anche a chi li aiuta nel servizio e nella preparazione dei piatti.
viscontea-titolari.jpgE dove ambiente e cucina, dicono di una cura che si traduce in un’esperienza che chi la vive non vedrebbe l’ora di ripetere. La “Viscontea” è a pochi minuti dal casello di Bereguardo dell’A7 e dal santuario di san Riccardo Pampuri a Trivolzio, davanti al Castello Visconteo. L’atmosfera è gioiosa, e ci si accomoda in una delle salette con travi a vista o all’esterno, nel bel dehors. Ai tavoli, apparecchiati con le caratteristiche tovaglie a scacchi bianchi e rossi, con i bicchieri giusti (qui il vino è celebrato come si deve, anche con una bella proposta a bicchiere) in tavola specialità tradizionali lombarde e italiane. La vostra sosta potrà avere il gusto della tartare di manzo con insalata di puntarelle e acciughe o dei mondeghili crema di sedano rapa e salsa verde. Tra i primi, risotto alla Bonarda e salsiccia o alla milanese (anche con ossobuco).
viscontea-risotto.jpgO gli gnocchetti di patata con ragù di faraona. Poi costoletta alla milanese o polpo arrosto alla Mediterraneo. Tarte tatin di mele con gelato alla crema o flan al cioccolato il dolce finale. (Marco Gatti)
via Castello, 31 - tel. 0382928148

DA TUNON - Oviglio (Al)

tunon-esterno.jpgNon c’è parentela con Giovanni Massobrio, anche se il mio paese, Masio, confina con Oviglio per cui qui, sia il sottoscritto sia Urbano Cairo, anche lui originario di Masio (frazione Abazia), ci sentiamo a casa. E poi ci sono le due figlie, Camilla e Maria Teresa, puntuali e carine nel servire una buona bottiglia e consigliare un piatto della stretta tradizione.
Detto questo, non rinunciate all’antipasto misto piemontese con l’iconica insalata russa tritata fine, la carne battuta a coltello e il vitello tonnato. Di primo sono imperdibili gli agnolotti classici; di secondo, con purea e carote, il rotolo di faraona. Si chiude con la crema bruciata, il bonet, ricco e strepitoso, e la panna cotta. Starete bene! (Paolo Massobrio)
via dante, 4 - tel. 0131776142
tunon-bunet.jpg

Bistrot 19 - Cernusco sul Naviglio (Mi)

Quando ai tavoli di un locale siedono i colleghi ristoratori, e lo fanno da habitué, l’indirizzo è prezioso... e i titolari in gamba. È il caso del Bistrot 19, indirizzo della nostra predilezione, che abbiamo avuto l’onore di scoprire e lanciare quando aprì cinque anni fa, riuscendo a superare a testa alta gli anni duri della pandemia. E oggi viaggia a gonfie vele, con la sua formula da bistrot autentico. Il merito dei tre giovani amici titolari che lo hanno creato, Roberto, Christian e Diego.
bistrot19-titolari.jpgAll’esterno una vetrina e il piccolo dehors che si anima all’ora dell’aperitivo e dei pasti; all’interno una saletta graziosa con pochi tavoli distribuiti in modo sapiente, posizionati lungo tutto il locale dall’ingresso sino a oltre al banco bar e allo spazio dedicato alla preparazione dei piatti, con centinaia di bottiglie in esposizione e custodite nelle vetrinette refrigerate che dicono che qui, il vino, è protagonista (pregevole anche l’offerta al bicchiere). Per chi desidera non solo stappare, ma fare una sosta golosa, in tavola “cicchetti di Diego” (sei o dodici fette di pane impreziosite da sfiziosità di eccellenza del Golosario),
bistrot19-piatto.jpgvitello tonnato, tartare di manzo o di tonno, crudité (gambero rosso di Mazara e viola di Gallipoli, carpaccio di ricciola, scampi e ostriche), carpaccio di tonno agli agrumi, piuttosto che polenta (a scelta con ragù, taleggio o zola) o cotechino con purè, o ancora ossobuco o uovo cotto a bassa temperatura su fonduta di Parmigiano Reggiano e pane croccante. Panini o “bruschettone” per una pausa più informale. Dopo i formaggi, a chiudere un dessert che potrà esser un croccante e ghiotto cannolo siciliano. Come si sta bene! (Marco Gatti)
via Carolina Balconi, 19 - tel. 0235996892

Osteria della Stazione - Milano

Suo padre, Gianfranco, era un grande giornalista, ma soprattutto un grande uomo. Lui, Gunnar, è un personaggio del gusto italiano, ma soprattutto, come suo padre, è un grande uomo. Buon sangue non mente, si dice. Una carriera nel football americano partita nel 1980 con i Rhinos di Milano e via via in squadre sempre più prestigiose a livello nazionale e internazionale, e poi anche coach. Quindi sommelier, enotecario, ristoratore. La verità è che se Gunnar, personalità istrionica e mente geniale, tutto questo lo è, ma in verità è soprattutto un uomo innamorato e un alfiere infaticabile del Friuli Venezia Giulia.
stazione-titolariok.jpgUn amore profondo, che si rivela nel fatto che l’osteria che gestisce nel cuore della zona milanese tra le più trendy, No.Lo., è stata da lui trasformata in autentico luogo di passione friulana. Tra le mura secolari del locale, in un’atmosfera gioiosa con le travi di legno a vista, quadri e il pavimento in cotto, ecco il grande camino, l’enoteca annessa, dove tutto è racconto commovente della sua terra. Della regione, piatti e vini. In tavola frico, paté di anatra e coniglio, riso alle pere Williams, gin Tosolini e Montasio stagionato 40 mesi. E ancora, stragolosa lubianska, coscia d’oca affumicata o baccalà mantecato.
stazione-cotoletta e patate.jpgGubana classica e soprattutto un tiramisù preparato con savoiardo fatto in casa buono come non lo avrete mangiato mai, l’arrivederci. (Marco Gatti)
via popoli uniti 26 - tel. 0228381700

Sincera - Milano

Siamo orgogliosi di aver scoperto e lanciato noi questa new entry della ristorazione di Milano, che vi aspetta in zona Lambrate, non distante dalla stazione. La nostra soddisfazione, non sta solo nel vedere come qui stiano facendo benissimo, ma come non si stiano accontentando del successo avuto poco dopo l’apertura. L’ambiente è piacevolmente “osteriesco”, con i tavoli in legno, le tovagliette di carta e i bicchieri giusti. Entrando, sulla destra, un primo biglietto da visita, nei frigo a vista, la selezione di salumi e formaggi, che sono vere e proprie eccellenze, con chicche frutto di una ricerca attenta e appassionata e in alcuni casi prodotti esclusivi curati e stagionati dai titolari. Per gli appassionati già questo vale il viaggio. Ma qui ai fornelli c’è un bravissimo cuoco, Federico Boni (nella foto sotto a destra), campione della cucina tradizionale milanese e lombarda.
osteria-stazione-titolari.jpgE allora, con un vino della sorprendente cantina (tra cui troverete molti nostri Top Hundred), via con un ricco tagliere di salumi o con i mondeghili con salsa di senape e paprika. Poi strepitoso il risotto alla milanese (anche con l’ossobuco) con il midollo, ma da provare anche le tagliatelle al ragù di asina. Di secondo? La cassoeula più buona di Milano città è qui! In alternativa costoletta alla milanese o rognone trifolato.
osteria-stazione-cassoeula.jpgTiramisù o una fetta di torta Helvetia per uscire felici (Marco Gatti)
via Porpora, 154 - tel. 3898741577

OSTERIA BERTOLIANA - Vicenza

Che gli amici di Vicenza mi abbiamo voluto portare in questa osteria della nostra predilezione è stato un regalo, quel venerdì a pranzo. Entri, immaginando il dehors quando il tempo lo concede, e ti accomodi a uno dei tavolini sapendo che il locale è gettonato e affollato e quindi necessita la prenotazione. Il cuoco Daniele è un’anima solitaria e felice, che lavora alacremente per la felicità dei suoi clienti.
vicenza.jpgEh sì, perché mettere in carta certi piatti ha un solo scopo: felicità pura. Mi riferisco alla frittata di Asiago e cipollotto, imperdibile, ma anche agli gnocchi con la fioretta. Fra gli antipasti c’era anche la cervella di vitello fritta (e chi la fa più?) e gli sfilacci di cavallo, rucola e polenta. Però il piatto iconico nei secondi resta il musso (asino) con la polenta.
aosta-cassoeula.jpgTre piatti per ogni portata (anche i maccheroni con lo stracotto di maiale e i bigoli coi cardoncellI) scritti su una lavagnetta come pure l’invitante selezione di vini a bicchiere (avevano la Recantina!). RADIOSO!!! (Paolo Massobrio)
stradella san giacomo, 31 - tel. 0444320376

Bistrot Qua la Mano - Settala

È un nostro locale del cuore: indirizzo che interpreta la nostra filosofia in modo unico. Vi aspetta in una palazzina affacciata sulla piazza principale di Settala. Appena entrerete, il tripudio di prodotti di qualità, che vanno dalle confezioni di farina Petra, ai formidabili salumi e formaggi fino alla selezione strepitosa di gin, amari e distillati esposti sul bancone bar che se ne sta di fronte all'ingresso. Piuttosto che la miriade di cose buone o alla geniale cantina. Tutto vi dirà che siete in un luogo dove il Golosario prende vita.
settala-titolari.jpgLe anime di questo paradiso per golosi sono Paola Chiappella Daghetti e Beppe Grioni, i titolari, che han fatto della distinzione il loro credo, puntando senza se e senza ma sulla migliore qualità. Detto che qui, avendo fatto Paola i corsi all'Università della pizza del Molino Quaglia, potrete gustare anche una pizza gourmet (e quando ci sono non fatevi sfuggire i suoi panettone - oltre al “Pan del Toni”, una chicca il “Pan de l’ort” grande lievitato salato con zafferano e verdure prodotte da giovani agricoltori del territorio - e colomba) da leccarsi i baffi. Ai tavoli del bistrot, con i vini anche a bicchiere, a mezzogiorno per chi lo desidera la sosta è più veloce con piatti del giorno, panini (fatti da loro con farine Petra) e dolce fatto in casa. Per i più golosi, pranzo e cena: tartare di Angus Italiano con la salsa "Tu mi Turbi» (olio evo, acciughe, capperi, tonno, senape, prezzemolo, peperoncino fresco), sformatino di porcini. Quindi i ravioli Arlecchino (con ripieno al brasato serviti con burro e Piave Oro 12 mesi) o il risotto con zucca e taleggio. Di secondo? Provate il cotechino vaniglia con il purè o il cosciotto di anatra (dell’Az. Agr. Scudellaro) all'arancia.
settala-piatto.jpgIl locale è anche bottega ed enoteca e si può fare la spesa. Ed è bar per aperitivi e cocktail (che Beppe prepara con arte magistrale). Capito perché è locale della nostra predilezione? (Marco Gatti)
piazza Vittorio Veneto, 7 - tel. 0224167376

VECCHIO RISTORO - Aosta

È sempre più una bomboniera questo locale di Aosta, dove Filippo Oggioni, lo chef, osa reinterpretare con leggerezza i piatti della tradizione. Se non fosse per la giovane età lo avremmo annoverato fra i discepoli di Marchesi. In sala Paolo, perfetto maître, ma soprattutto un eccezionale conoscitore di vini (affidatevi a lui) che dai 25 vini proposti al calice, ha tirato fuori persino un Bianco di Bea di Montefalco, l’Arboreus, che resta fra gli assaggi migliori senza indugio.
aosta-titolari.jpgDetto ciò, alcuni prezzi alla carta ci hanno lasciati perplessi, inutile negarlo: 30 euro per una tarte tatin con gelato alla vaniglia per esempio o 50 euro i plin di patata ratta affumicata e caviale osetra. Diciamo che i prezzi dei piatti alla carta che vanno dai 30 ai 50 euro un poco scoraggiano, anche se la cucina è molto interessante a iniziare dai superbi 5 amuse bouche. Lo erano il carciofo al vapore, prezzemolo e limone; la minestra di cavolo nero, chiocciole trifolate e mandorla; i rigatoni in bianco con robiola di capra, cedro e burro bruciato; l’animella di vitello con astice (qui i 50 euro ci potevano stare), il salmerino di Morgex a fuoco lento e cavolfiore (40 euro) e il maestoso piccione in umido alla aostana (45 euro). C’era anche un fuori carta, che è stata l’interpretazione personale della cassoeula dello chef che è di origini lombarde.
aosta-ok.jpgIl coperto, comprensivo degli ottimi pani artigianali, è a 5 euro. C’è poi la selezione di formaggi Erbavoglio a 10 euro, il semifreddo alla “Rolla” e pere Martine al vino rosso e la piccola pasticceria. È indicativo tuttavia, che di quella cena io mi ricordi la geniale leggerezza degli accostamenti nei piatti, che lo conferma fra le nostre corone che offrono un’esperienza. (Paolo Massobrio)
via tourneuve, 4 - tel. 016533238

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