Gli esperti di Àmati! che hanno debuttato a Golosaria con l’uovo da passeggio confermano

Un compleanno speciale: 115 anni, per Emma Morano la nonna d’Italia che La Stampa di sabato ha raccontato con particolare partecipazione. Nella sua vita ha visto sfilare 11 papi, è andata in pensione nel 1954 e vive a Verbania, da dove non s’è mai mossa. Non ha mai visto il mare, è lucida e felice e la sua dieta è molto semplice: a colazione un uovo e fette biscottate, a pranzo pastina con un etto di carne cruda macinata e un vasetto di frutta; alle 15 il secondo uovo e qualche biscotto. Alle 18 ancora pastina, a mezzanotte un po’ di banana liofilizzata.

Be’, in queste semplici indicazioni sembra nascondersi qualcosa che assomiglia all’elisir di lunga vita. Intanto l’assunzione di proteine al mattino, esattamente ciò che ha detto Silvio Spinelli (nella foto, assieme allo chef Angelo Biscotti), il medico nutrizionista alla colazione di Golosaria. Poi la regola delle regole: colazione da re, pranzo da principi e cena da poveri. Ma quello che colpisce è l’uovo, ben presente nella dieta della nonnina d’Italia. Abbiamo interpellato subito l’équipe di Àmati! che porta avanti il progetto ambizioso di curarsi mangiando e queste sono state le considerazioni.

«L’uovo: alcuni nutrizionisti consigliano massimo 2 uova a settimana e qualcuno aggiunge: “Se uno, ancora meglio”. E sono anni – dice Silvio Spinelli, autore del libro Àmati! - a seguito del mito del colesterolo, che l’uovo è demonizzato. Ma già da tempo vi sono ricerche ed indagini statistiche condotte in vari centri che dicono tutto il contrario e descrivono i vari benefici di questo alimento. Alcuni ricercatori americani affermano che l’aumento dei casi di Alzheimer a livello mondiale possa dipendere anche dallo scarso consumo di questo, che potremmo definire un super-cibo. Quindi la scienza scopre e convalida quello che l’umanità da sempre ha saputo, sia pur in maniera empirica: le uova hanno sempre occupato un posto importante nell’alimentazione umana. Non c’è da meravigliarsi che la donna più anziana d’Italia, 115 anni, da decenni consumi 2 uova al giorno, godendo anche di buona salute. A questo proposito vorrei porre l’accento anche sulle valide condizioni neuropsichiche della nonnina. Nel progetto Àmati! l’uovo occupa un posto molto importante nella composizione dei pasti. Ci occupiamo della sua cottura, per non alterare assolutamente l’equilibrio dei vari nutrienti. Inoltre ci occupiamo anche dell’origine, cioè dei metodi di allevamento delle galline, di che cosa si alimentano. Sappiamo bene che una differente alimentazione delle galline porta a sostanziali cambiamenti della percentuale di nutrienti nell’albume, ma soprattutto nel tuorlo. Tutti questi processi permettono ad Àmati! di far tornare l’uovo ad essere uno dei cibi più importanti ed equilibrati della nostra alimentazione».

Certo sono considerazioni rilevanti quelle che leggiamo, anche se non bisogna correre il rischio di assolutizzarle. Però sarebbe importante stare sul pezzo, come si suol dire. Nella dieta della nonnina d’Italia c’è molto più di un’indicazione che meriterebbe uno studio approfondito. Anche se la regola di far ruotare gli alimenti rimane la questione aurea per uno stile di vita sostenibile.

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