Una degustazione che è una grande esperienza

L’ultima carrellata degli assaggi è coi vini della linea Arnaldo Rivera (www.arnaldorivera.com) della cooperativa Terre del Barolo di Castiglione Falletto
È una linea di vini dedicati, a partire dall’annata 2013, al maestro Arnaldo Rivera, fra i fondatori di questa realtà nel 1958.  Per festeggiare i 60 anni del sodalizio hanno così deciso di sottoscrivere un protocollo particolare per esprimere, dai migliori vigneti dei soci conferitori, la purezza del vitigno.  

Si inizia dunque con il Langhe Nascetta del comune di Novello che è un invito: colore paglierino scarico, al naso note di lime e fiori recisi, in bocca un equilibrio avvolgente. Molto buono.
langhe-nascetta.jpgPoi il Diano D’Alba “Sorì del Cascinotto” coerente con quel colore rubino-violaceo dove avverti confettura di frutta fresca e piccoli cenni di cuoio. In bocca apprezzi la finezza che si esprime anche nella sua media tannicità. Esemplare molto tipico.
sori-cascinotto.jpgLa Barbera d’Alba Valdisera 2016 è anch’essa assai espressiva con la mandorla e la rosa. Ed ha l’attesa rotondità delle Barbera d’Alba.
barbera-valdisera.jpgSi arriva poi al capitolo dei Barolo: ben 7 campioni dell’annata 2016 e uno dell’annata 2015. E qui siamo nel cuore della mission di questa cantina. Ora, le sfumature dell’assaggio sono state per me entusiasmanti, tanto da esserci tornato più e più volte, vivendo un’esperienza che vorrei fosse possibile a chiunque. In un colpo, puoi scoprire la finezza, la versatilità del Barolo, la sua grandezza e maestosità. Un cenno particolare lo meritano le etichette le cui macchie di colore rappresentano la cartina del villaggio  di origine della singola menzione.
“Trattandosi di un progetto di territorio volevamo dare questa connotazione che poi racconta anche la nostra peculiarità di avere vigneti su tutti gli undici comuni della denominazione Barolo - ci scrive il direttore Stefano Pesci che segue da vicino e con partecipazione il progetto - Nel Barolo Undicicomuni  in etichetta rappresentiamo le macchie e le mappe di tutti gli undici villaggi”.  
tutti-barolo.jpgE quindi iniziamo dal Barolo “Undicicomuni” che raccoglie le uve delle migliori espressioni della docg. Ed è una primavera al naso, con la viola che sembra un sinfonia, nella sua rincorsa del bouquet. Un gioco che resta tale, con un’espressività filologica del Barolo: tannini levigati, finale amarognolo. L’ho messo all’inizio anziché in fondo, perché poi, cogliere le sfumature degli altri Barolo è qualcosa di speciale. Non voglio essere dissacrante, ma questo Barolo è un po’ come quando avvini i bicchieri, per predisporti all’ascolto di qualcosa di unico.
Undicicomuni_ok.jpgOra, il primo assaggio, in data 23 marzo, è stato in solitaria del Barolo Rocche di Castiglione 2016 di Castiglione Falletto (340 metri). E qui ho scritto fra i miei appunti “Davvero di viola e liquirizia” pensando al mio maestro Nico Orengo che per anni passava i miei pezzi sulla Stampa, ogni settimana, e ogni tanto mi chiamava e mi chiedeva. Uscì poi con quel libro bellissimo “Di viola e liquirizia” e quando lo lessi gli telefonai dicendogli che sarebbe stato un film. La speranza non l’ho persa, mentre Nico ha fatto “il Salto dell’acciuga” in un altro mondo. E ci manca dal 2009.
Ma veniamo a un altro dato di questo Barolo che mi ha impressionato: il colore rubino trasparente (e coerente). Nel fluttuare del naso c’è proprio tutto: goudron, viola, che si rincorrono con intensità. In bocca scende molto elegante, rotondo, marcando una freschezza fine che quasi nasconde la tannicità che avverti su un finale pregnante, fresco, con un che di amarognolo.
RoccheDiCastiglione_ok.jpgIl Barolo Castello 2016 è di Grinzane Cavour (un solo vigneto, altezza 250 metri) e qui senti la mandorla in un bouquet speziato. E' pulito e franco con una sottile liquirizia che accompagna una setosa tannicità.
Castello_ok.jpgIl Barolo Monvigliero ci porta a Verduno (4 i vigneti e altezza media 250 metri), e il naso è anch’esso speziato e floreale con la viola macerata. In bocca avverti freschezza e pungenza dei tannini, con un finale allappante.
Monvigliero_ok.jpgEd ora il Barolo “Vignarionda”: siamo a Serralunga d’Alba a 330 mt sul livello del mare. È un Barolo prodotto da un solo vigneto e sul mio taccuino ho scritto: “Per tutta la vita”. Sì, questo Barolo mi ha conquistato. Lo senti al naso dove prende forma il cuoio e il goudron, che sono i descrittori del re dei vini. La viola si fa liquirizia nell’ossigenare il bicchiere. Ma poi torna quella fantastica nota madida di fiore macerato che pochi istanti dopo diventa incenso. In bocca ti avvolge una pienezza contadina, qualcosa di autentico dentro la filigrana della stoffa. Elegante, superbo, avvolgente.
Vignarionda_ok.jpgIl Barolo Bussia, marca un cru di Monforte d’Alba (due i vigneti, ad altezza di 410 metri). Ed è subito profondo (molto), serioso, austero. Si apre lentamente, ma quando accede alla viola è lì con tutta la sua mineralità. Molto equilibrato, con i tannini quasi completamente levigati, un Barolo in divenire, che chiede ancora di maturare per comprendere nell’equilibrio la sua acidità. Fra tutti è quello che anche nei riassaggi mostra una persistenza eccezionale.
Bussia_ok.jpgIl Barolo Ravera è di Novello (da sei vigneti esposti a sud a 400 metri) e si presenta subito con le sue note intense che virano sull’animale. Ha una bella ampiezza, mostra cuoio e liquirizia e la sua intensità si fa pungente; in bocca è elegante e ben gli sta l’appellativo di “gentile”.
Ravera_ok.jpgL’Ultimo degli assaggi è stato il Barolo “Boiolo” 2015 (altra annata) e siamo nel comune di La Morra in un unico vigneto al confine con le Rocche dell’Annunziata, a 420 metri. E anche qui sono stato felice di assaggiarlo, sentendone subito la sua ampiezza al naso con la viola fresca e tipica di La Morra. Qui l’alcol sembra spingere l’intensità di un fiore del mattino ancora intriso di rugiada. Freschezza, ma poi in bocca senti tutto il valore dell’annata, la verticalità di un Barolo avvolgente, equilibrato, che riesce a chiudere con una nota sapida e di piacevole liquirizia.  
Boiolo_ok.jpgI miei preferiti? Io sono di parte, l’ho sempre dichiarato: a Castiglione Falletto va la mia preferenza incondizionata e anche questa volta non ho trovato smentite. Ma se dovessi bermi tutta la bottiglia da capo a piedi, aprirei il Vignarionda. Mi ha sorpreso poi la grandezza del Boiolo di La Morra, benché di un’altra annata; mentre non poteva che essere grande il Bussia, che tuttavia chiede la pazienza del tempo (e c’era da aspettarselo). Il Ravera di Novello, al riassaggio, ha tenuto testa, strappandomi un “Superbo!”  
7-bottiglie.jpgChe grande esperienza amici cari. Vi auguro di poterla fare anche voi.

Arnaldo Rivera
tel. 0173262053
info@arnaldorivera.com
www.arnaldorivera.com

 

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