Di una degustazione memorabile, l’emozione del millesimo 2009, vero nettare degli dei

Parlare di Château d’Yquem è come sfogliare un romanzo. Noi qui vi raccontiamo quella che è solo l’ultima, affascinante, pagina di una storia di oltre quattro secoli di passione, che abbiamo avuto la gioia di “leggere”, grazie alla straordinaria degustazione organizzata da Alessandro Sarzi e alla sua dolce e brava Valentina.

Sei i millesimi nel bicchiere, presentati da Sandrine Garbay, maitre de chai dello chateau, con il 2013, giovane e affascinante, dalla stoffa molto promettente, di grande ampiezza e sicura longevità, che all’assaggio però fa sentire chi degusta molto Erode.
Il 2011, figlio di una delle quattro annate più precoci di sempre, teso e piacevolmente fresco, ideale per una suggestiva prova di “demitizzazione”, vale a dire adatto al tentativo di essere proposto in formule meno impegnative, magari come aperitivo, allo scopo di avvicinare a questo re dei vini i giovani.
Il 2009, di cui ci riserviamo di dire tra un momento. E ancora il 2007, che le condizioni climatiche avrebbero dovuto relegare a anno poco importante, e che invece, la botritizzazione (la magia divina e di natura che consente questo miracolo) ha trasformato in millesimo meraviglioso, conferendo una personalità dalla complessità unica.
E ancora il 2000, nato da una vendemmia che si è potuta svolgere solo quattro giorni a settembre e tre a ottobre, con tre quarti dei grappoli sacrificati, e una produzione che si è limitata a sole 25000 bottiglie. A chiudere il 1995, parto felice di un agosto caldissimo, piogge violente, e botritizzazione di ampiezza rara.

Perché abbiamo rinviato il nostro commento sul 2009? Frederic Dard parlando di Yquem rifiutava la definizione di “vino”, preferendo quella di nettare, perché adatta a indicarne l’unicità, il suo essere qualcosa di divino. Ebbene per noi l’archetipo, il “nettare”, è il 2009, uno dei millesimi dello Château tra i più grandi di sempre. Di colore giallo oro, luminoso, al naso è di sontuosa ricchezza e complessità con note di albicocca, mandarino, frutta esotica, cui seguono sentori di zafferano e liquirizia, mentre al palato è di ineguagliabile eleganza, con perfetto equilibrio tra dolcezza e freschezza, persistenza infinita. Nettare degli dei!

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