Attivi da due secoli, il loro rosolio da un'antica ricetta ungherese
Non è ancora chiaro quanto incida la storia sulla nostra percezione di un prodotto. Sicuramente nel mondo della liquoreria italiana sono rari i prodotti che possono vantare una storia plurisecolare come quella di Carlotto (Via Garibaldi, 34 • tel. 0445480814) di Valdagno (Vi), che comincia in Ungheria circa sei secoli fa, dalla famiglia Potepan dedita all’arte di preparare i dolci. La conoscenza di questa e della liquoristica che - proprio nell’Ottocento - gode della sua massima espansione porta la famiglia Potepan ad approdare alla corte degli Asburgo. Nel frattempo il più giovane della famiglia, Anton, viene inviato nel Triveneto - allora parte dell’impero Austro Ungarico - per svolgere il servizio militare. Qui decide di mettere radici e inizia a produrre i liquori della sua tradizione.
Oggi a due secoli di distanza il rosolio che possiamo bere ricalca la ricetta mitteleuropea della famiglia Potepan che lo prevedeva prodotto con l’essenza dell’olio di rosa bulgara. Era un prodotto nuovo, aristocratico, molto fine: una serie di caratteristiche positive che gli hanno permesso di essere accolto addirittura sulla tavola di Francesco Giuseppe in visita ufficiale a Venezia nel 1878. Proprio agli stessi anni risale il ricettario che lo stesso Anton compilò e che arrivò nelle mani della nipote Teresa sposa di Girolamo Carlotto anche lui proprietario di una Liquoreria. Le due tradizioni diverse si incontrano, così si moltiplicano le ricette in una storia perfettamente raccontata dagli ambienti della bottega, ammessi nell’associazione Locali Storici d’Italia.
La finezza, il piglio aristocratico sono rimasti la firma e sono stati in grado di far innamorare, negli anni Ottanta, il cuoco più famoso d’Italia, Gualtiero Marchesi che volle far realizzare a Carlotto una serie di liquori con il suo marchio. Un filo collega la Vienna imperiale con la Milano che si rivoluzione con la nouvelle cuisine. Oggi, trentanni dopo, lo stesso fil rouge ritorna nei liquori che si possono assaggiare nella liquoreria in Valdagno e che, eccezionalmente, si potranno trovare a Bassano del Grappa, a Villa Giusti, in occasione di Golosaria, il prossimo 4 e 5 giugno. Ci sarà il Rosolio Mitteleuropeo, ma anche lo Zabaione di Marsala stravecchio, l’Amaro 900 al gusto di salvia, il Biancorosso, aperitivo a base d’erbe inventato negli anni Venti, il Fior d’Agno contenente agrumi esotici e fiori, ideale sulla macedonia di frutta o sul gelato e poi ancora, China, Cafè e lo Cherry un liquore dolce a base di ciliegie e derivati molto diffuso in tutta Europa dalla Danimarca alla Penisola Balcanica. E’ uno dei produttori che ha reso possibile la nascita del Golosario, recensito fin dalla prima edizione nel 1994.