La cantina friulana ha deciso di ritardare l'uscita dei vini bianchi della linea Myo attendendo 18 mesi dalla vendemmia

Partiamo dalla notizia: Zorzettig, la cantina di Spessa di Cividale del Friuli, già Top Hundred con il suo Refosco dal Peduncolo Rosso, ha scelto di portare sul mercato i vini bianchi della sua linea più prestigiosa, la Myo, ben 18 mesi dopo la vendemmia. No, non è colpa del Covid. Ma una scelta ponderata, a lungo ragionata. “Dando seguito a un cambiamento di rotta avvenuto nel 2007 quando, con la selezione Myo, cominciammo ad uscire non più nella primavera post vendemmia, ma in autunno, dopo un anno di affinamento. Nel 2018 ci siamo detti: blocchiamo un anno l'uscita dell'annata che andremo a raccogliere, la 2019, per poi presentarla a Vinitaly 2021” racconta con passione Antonella Zorzettig

Nel mezzo è successo di tutto. Vinitaly è saltato per ben due anni e soprattutto il Covid si è portato via il papà Giuseppe, due giorni prima dello scorso Natale. L'intento però è stato rispettato: la 2019 è stata appena immessa sul mercato, dopo un affinamento più lungo, per vini già pronti e squillanti (ma ancora con tanta strada davanti).

Nel segno della sostenibilità ambientale

Nel frattempo l'azienda ha portato avanti anche un progetto di sostenibilità ambientale che coinvolge i 110 ettari vitati, in quello spicchio dei Colli Orientali confinanti con la Slovenia. “Bio-diversificare significa condurre azioni mirate a creare habitat per insetti e animali, incrementare la biodiversità e sostenere quella che possiamo definire agricoltura ambientale, in grado di rispettare e preservare un territorio. Un'agricoltura insomma che possa essere di supporto all'ecosistema” racconta Antonio Noacco, agronomo dell'azienda.

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Questo si è tradotto in azioni concrete come la creazione di aree verdi fiorite ai bordi delle vigne, per ricreare il naturale equilibrio “poiché la mancanza di aree verdi creano disequilibri e aumentano i patogeni”. Ai bordi delle vigne, si possono vedere piante di corniolo, rosa canina, ligustro o sanguinella. Mentre in vigna annotiamo lo stralcio alterno dei filari, per stimolare fioriture di specie spontanee.

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Zorzettig: gli assaggi 2019

Quattro i vini assaggiati, tutti della linea Myo. “Il 2019 è stata un'annata molto bella, inizialmente presentata male con alcune gelate tardive, ma poi sviluppatasi con pochi problemi dal punto di vista sanitario e piogge ben distribuite” spiega l'enologo Saverio Di Giacomo.

Partiamo dal Pinot Bianco, “un gran bel vino elegante, che mi piace sempre” il giudizio di Antonella, a cui si associa Paolo Massobrio, che è un fan dei vini della maison. I profumi non sono esplosivi, ma fini e piacevoli (mela golden, salvia, finocchietto), per un sorso elegante, tanta grazia e poca opulenza, di buona sapidità e relativa freschezza (soprattutto per un Pinot Bianco).

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Il Friulano – che Annalisa fatica ancora a non chiamare Tocai – è il vino di personalità che bisogna aspettare un attimo, prima che il bouquet si apra del tutto, svelando note di mandorla amara, erba sfalciata, albicocca, fiori di limone. Il sorso è pieno, ricco, sapido e chiude secco e autorevole, senza dimenticarsi di una lunga persistenza. Dalla Malvasia ci si aspetta esplosività aromatica, erbe e fiori, carattere solare. L'interpretazione data da Zorzettig è ammirevole, perché sa trattenere questo spirito esuberante in uno spartito armonico ed elegante. Alle erbe aromatiche (salvia, rosmarino) si sommano albicocca e fiori gialli. Tanto al naso, quanto in bocca, dove la salinità è un invito all'abbinamento ai piatti di pesce, con un finale speziato che dura a lungo. “Un vino antico dalla storia moderna” per dirla come Antonella, davvero convincente.

Per l'ultimo vino, I Fiori di Leonie, si fa un passo indietro, all'annata 2018. Dedicato alla nipotina (Leonie, appunto), è un uvaggio di pinot bianco (60%), sauvignon (20%) e friulano (20%). Un vino nuovamente complesso – ci si diverte a rincorrere tanto la mela quanto la frutta esotica, ma anche il rosmarino e i fiori bianchi – che in bocca svela la sua ampia struttura, per un sorso rotondo e cremoso, quasi burroso, reso intrigante da quella sapidità che – chi più, chi meno – ha caratterizzato tutti e quattro i vini.
I prezzi? Online si trovano attorno ai 20 euro, in enoteca occorrono 5-10 euro in più.

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