Un luogo incantato con camere e suite, una vasta enoteca, un parco eperienziale e botteghe per fare acquisti

Già da tempo  raccogliemmo il messaggio sulla crescita turistica ed enogastronomica del Canavese. Questa terra che dal nord di Torino si espande fino alla Valle d’Aosta confinando con le province di Biella e Vercelli, ricca di storia, castelli, laghetti, colline e valli sta aprendosi alla conoscenza del mondo e a un turismo più consapevole e selettivo. Come conseguenza naturale la ricchezza della sua proposta enogastronomica trova sede in un numero sempre maggiore di ristoranti, botteghe ed enoteche tutte da scoprire.

Ma se questo è il panorama generale alcune gemme stanno splendendo più radiose prendendo la scena in modo prepotente. Una di queste è certamente Il castello di Parella o meglio Vistaterra come ama chiamarsi il nuovo complesso sorto dalla ristrutturazione del fortilizio prima e poi palazzo nobiliare dei San Martino di Parella in cui natura, scienza e bellezza si incontrano dando vita a un mondo ideale, sostenibile, rispettoso del pianeta, delle persone e dell’ecosistema.

La lunga ristrutturazione ha creato un borgo ricco di attrattive: alcuni spazi dedicati a incontri letterari, altri a un'enoteca vasta e spazi rosa con mattoni a vista e con tante bottiglie preziose ad accompagnare il percorso al termine del quale non solo si può degustare e stuzzicare ma anche sostare per una merenda o un aperitivo o partecipare a corsi di degustazione a tema. E in più ci sono camere, classiche de luxe e suite in cui antico e moderno creano armonico comfort. Infine, si può visitare il parco esperienziale in cui si può godere della natura e della vigna biologica creata per rafforzare l’immagine di un regno della naturalità più pura. 

Dulcis in fundo è presente e ci accoglie il ristorante gourmet Alessio I con il suo giovane chef Raffaele Cerrato, nativo di Salerno ma cittadino del mondo per le sue numerose esperienze internazionali e oggi profondamente radicato nel  territorio canavesano.
Noi ospiti (io e pochi fedeli amici) dopo esserci persi in quelle splendide sale ma consci che la nostra missione era pur sempre il ristorante del castello, lì ci siamo infine diretti. Anche il ristorante è ubicato in splendide sale affrescate e soffitti a cassettoni intarsiati e dotato di tavoli eleganti ma sobri, ben distanziati e subito si nota un servizio elegante, attento ma discreto, il tutto diretto con precisione dal maître Enrico. 

Passiamo ai piatti. Lo chef, come accennato, viene da una terra che fornisce eccellenze in cucina con facilità e continuità e anche il nostro Raffaele non tradisce le aspettative, anche se le sue esperienze in giro per il mondo hanno arricchito la sua cultura enogastronomica.   
Dopo abbondanti, sfiziosi e originali stuzzichini accompagnati da un interessante spumante dosaggio zero “Albedo” dei Fratelli Marco produttori nel Canavese, gli antipasti che abbiamo selezionato sono stati tartare di trota di Pont Canavese, miele di colza, spuma di patate al Colleluce pan ricotto ai capperi e petali di cipolla rossa: un perfetto matrimonio tra materie prime di eccellenza locale con una rilettura mediterranea che dona dolcezza ed eleganza al piatto. Quindi terrina di salame di testa, insalatina invernale con carciofi, zabaione al limone: rusticità, territorialità, armonia. Infine millefoglie di patate della valle del Lys, mousse di robiola di capra, camomilla ed emulsione di broccoli e radici: tradizione, innovazione e bontà in un solo piatto.

Le nostre scelte sui primi sono cadute su spaghettoni integrali di grani antichi, animelle, ristretto di gallina, spinacino di montagna ed emulsione di uova. Forte rilettura del passato, dal grano alle animelle per un piatto di grande sapore e armonia. Quindi ravioli cannapulenta al parmigiano 24 mesi, crema agli odori e tartare di fassone piemontese: ravioli e tartare due miti piemontesi in un'unione insolita e originale. Promossa l’idea e la realizzazione. E’ rimasta la curiosità di provare il risotto lago e mare al pomodoro marinato di cui parlano un gran bene.

Trionfo di territorialità anche tra i secondi, anatra e anguilla e quaglia e tinca. Abbiamo scelto petto d’anatra cotto rosa con zucca Berettina scorzone invernale, salvia e agrumi, lettura quasi perfetta di un piatto non facile e gusto perfetto. E poi anguilla alla piastra - provenienza Ceresole d’Alba come la tinca -, soffice di Pignoletto rosso toma di capra al balsamico e mostarda di cipolla rossa: raro trovare al Nordovest un'anguilla di tale affascinante qualità.

Ormai allo stremo siamo stati conquistati come dessert dalla Piemontesina assapora il caffè: mousse di nocciola delle Langhe dal cuore tenero: un gran uovo di cioccolato con all’interno nocciole, crema e caffè semplicemente delizioso.

Ottima la carta dei vini, anch’essa molto attenta alla territorialità a prezzi molto corretti.

Per ora non esiste menu degustazione né piatti vegetariani o vegani. Rimane la soddisfazione per la scoperta di un locale che per rispetto della territorialità, qualità della cucina, comfort di ambiente rappresenta un'importante realtà del territorio e che potrà nel futuro avere ancor più radiosi sviluppi. 

Vistaterra - Ristorante Alessio I
Castello di Parella - via Francesco Carandini, 40
Parella (To)
tel. 012519371
www.vistaterra.it

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