Questo locale bomboniera, nel centro di Torino, compie 18 anni e sta vivendo un momento di grande creatività e piena espressione. Merita la sosta

Riconquista il faccino radioso, l’ottimo ristorante Garamond di via Pomba 14 a Torino (tel. 0118122781 - www.algaramond.it), gestito in prima persona da Santino Nicosia e da sua moglie Gianna, che cura la sala, ma anche i dolci. E compie 18 anni questa bella realtà che ha attraversato la crisi di una città in continua evoluzione ed ora si trova in un momento di grande creatività e piena espressione. Una sosta straconsigliata, in un locale bomboniera, nel centro di Torino (ma con comodi parcheggi su strisce blu oppure nel parcheggio di piazzale Valdo Fusi).

La nostra sosta a pranzo ci ha regalato l’assaggio di un gaspacho freschissimo prima del calamaro in pasta di nocciola, foglie e riduzione di Marsala. Clamoroso il black-Cod in spugna nera su crema di cocco e aglio, di una consistenza morbida e dal sapore netto. Ma i piatti che meglio connotano la cucina di Santino, che nella sua Sicilia ha cercato confronti con personaggi come Pino Cuttaia, è quella isolana. Quindi la caponata, oppure lo spaghetto alla carrettiera con colature di alici, le busiate alle sarde, la calamarata al seirass fave e ristretto di pesce. Sul fronte Piemonte, la risposta sono i raviolini del plin con brodo di porcini oppure quei bottoni di trippa all’acqua pazza di borlotti e vongole veraci che ci hanno stupito per la delicatezza.

Fra i piatti di pesce il più gettonato nel suo ristorante sembra essere l’ombrina in doppia cottura con finocchi al profumo di agrumi, mentre a noi non poteva scappare il baccalà ‘Agghiotta, mentre altri hanno provato con soddisfazione il polpo, cucuzza e crema di patate allo zafferano. Sulle carni, spettacolo con il maialino delle Madonie con salsa di anice stellato, uno dei migliori assaggiati quest’anno, che sta accanto alla fassona taglio rosa, cipolla bianca e maionese all’aglio nero. Terzo piatto di carne: cappello del prete, vellutata di biete e ravanelli in agrodolce.

Ma che dire dei dolci, assaggiati tutti: la cassata siciliana secondo la loro interpretazione, il morbido di mandorle con fichi secchi caramellati, la mousse di liquirizia con salsa di cioccolato bianco e pura essenza di viole che ricorda la caramella torinese sucai. Fantastico il cannolo al mascarpone con composta di fragole e l’isola di meringa con gelato fior di panna, salsa al cioccolato al latte e zafferano.

Carta dei vini con nomi conosciuti e qualche piccola novità. Siamo stati davvero bene: ad agosto Santino e Gianna chiudono per ferie, quindi approfittate subito per una sosta. Che Santino avesse stoffa lo sapevamo: a Golosaria Stupinigi 12 anni fa, vinse il primo premio per la miglior interpretazione di bollito misto, giocando su creatività e sostanza. E la sua verve ha ricominciato a produrre piatti originali, che potete assaggiare solo qui. Bravo, bravo. E bravissima Gianna per quei dolci superbi.

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