Con la quarta generazione, al via il progetto “Tommasi Naturae”, un nuovo percorso per una viticoltura sostenibile
Quando la tua azienda ha oltre cento anni di storia e di successi, il rischio di sedersi, di cullarsi sugli allori, è forte. Ma a vivere di rendita godendosi i risultati raggiunti, la famiglia Tommasi (via Ronchetto, 4 – tel. 0457701266 – www.tommasiwine.it ), invece, non pensa affatto.
Ora al timone della celebre cantina è la quarta generazione. E dal 1997 sono stati decisi investimenti importanti, che hanno portato ad ampliare le proprietà, affiancando alle vigne della Valpolicella, tenute, dal nord, in Oltrepò Pavese, al Centro Italia in Toscana, fino al sud in Basilicata a Barile e a Manduria in Puglia.
Cuore degli sforzi del formidabile, giovane, team famigliare, il progetto “Tommasi Naturae” (www.tommasinaturae.com), un nuovo percorso (iniziato in tre delle cinque tenute di Tommasi Family Estates) la cui filosofia si ispira a una gestione sostenibile delle risorse naturali e fisiche e ad un approccio equilibrato ed integrato in tutte le tenute.
«Il nostro desiderio – ha detto Giancarlo Tommasi, enologo dell’azienda, in occasione della presentazione a Milano del progetto – è quello di coltivare la terra in modo da lasciare un posto migliore per le generazioni future, perché ne possano godere e per questo vogliamo mantenere un approccio rispettoso della terra. Promuoviamo la gestione sostenibile delle risorse naturali, terra, aria e acqua, e adottiamo metodi equilibrati e integrati. Molte cose già le facevamo, senza bisogno di certificazioni: abbiamo voluto metterle a sistema ed estenderle nelle nostre tenute. Abbiamo sviluppato un modello per la viticoltura sostenibile, che ci permette di produrre vini dai nostri vigneti in un modo che sia ecologicamente responsabile ed economicamente sostenibile, contribuendo a garantire un futuro a lungo termine della produzione di vini di alta qualità».
Il progetto “Tommasi Naturae”, ad oggi si traduce in 4 vini biologici, un bianco ed un rosso dalla Maremma toscana ed in due grandi rossi del sud, il Primitivo dalla Puglia e l’Aglianico dal Vulture, in Basilicata. Poiché, come la pensiamo Paolo Massobrio, il sottoscritto ed il team di degustatori del Club di Papillon che con noi lavora a www.ilogolosario.it e alla selezione dei nostri Top Hundred di www.golosaria.it e dei nostri vini del cuore, lo sapete. Ossia, per quanto ci riguarda, il giudizio dalla “prova del bicchiere”, solo dall’assaggio, libero da qualsiasi pregiudizio ideologico (perché anche la scelta bio per alcuni può essere solo per sposare l’ennesima moda) la valutazione della lungimiranza o meno di qualsiasi scelta, anche delle più nobili. Per questo motivo, abbiamo degustato questo “poker” di nuove creazioni 100% biologiche. Il risultato? Una sorpresa piacevole, la coppia di vini toscani, entrambi figli della Tenuta Doganella, a Pitigliano.
Di bella personalità Il Cavaliere, bianco da uve Vermentino (60%) e Chardonnay (40%), giallo oro, con note agrumate e di frutta esotica, sorso di spiccata sapidità e freschezza, e buon equilibrio.
Elegante, Il Tintorosso, da uve Merlot (70%) e Sangiovese (30%), dal colore rosso rubino, dal naso floreale con note di giaggiolo e fruttato, con sentori di frutta rossa, dalla beva piacevole e beverina. Una scoperta Atlas della Masseria Surani di Manduria. Da uve Primitivo, ha colore rubino brillante, nota caratteristica di confettura di prugna, sentori di carruba, liquirizia e spezie, mentre in bocca è di buon corpo, ma piacevolmente morbido, con sorso equilibrato e fresco che invita alla beva.
Un rosso di grande classe, Giuv, da uve Aglianico in purezza. Rosso rubino luminoso, ha naso intenso e complesso, con note floreali di viola, sentori di ciliegia e frutti di bosco, profumo di prugna e cioccolato, tabacco e pepe, gusto caldo, ma con tannini non aggressivi, giusta freschezza e finale con elegante speziatura e lunga persistenza. Per i Tommasi il futuro è radioso!