Il nuovo locale di Gino Sorbillo in largo Corsia dei Servi, a due passi dalla Madonnina

Gino Sorbillo rappresenta la stirpe dei pizzaioli napoletani in via d'estinzione. Proprietario della storica pizzeria in via dei Tribunali 32 e Lievito Madre a Napoli sul lungomare partenopeo che si affaccia su Capri, il 16 ottobre ha deciso di approdare sulla piazza di Milano, che da tempo lamentava la mancanza di una pizza fatta a dovere. Apre così “Lievito madre al Duomo”, in largo Corsia dei Servi, nel cuore del capoluogo lombardo a due passi dalla Madonnina, e la proposta è davvero originale.

La novità è la produzione di una pizza, quella classica della tradizione napoletana, ma totalmente bio, con l'utilizzo di sole farine di agricoltura biologica e integrale, che sostituiscono la tipologia doppio zero, con quella zero, più indicata per la panificazione. L’impasto viene lavorato artigianalmente nella classica madia, e il lievito è quello naturale che rende la pizza più soffice e digeribile. Forno a legna costruito con mattoni speciali di Sorrento lavorati da artigiani specializzati, tutto viene fatto rigorosamente a mano, e questa è la ragione che giustifica l'offerta limite di 400 pizze al giorno (conteggiate su un display countdown sulla vetrina d'ingresso).

L'imperativo è l'utilizzo di ingredienti ricercati, come l'olio extravergine di oliva biologico “Terre Francescane”, il pomodoro San Marzano Dop “Gustarosso”, il fiordilatte misto bufala di “Mimmo La Vecchia del Casolare di Alvignano”, Salsiccia Rossa di Castelpoto, Cacioricotta di Capra Cilentana “I Filadelfi” e tanti altri ancora. 7 tipologie di pizze più 4 varianti ragionate, come i 7 antipasti, le 7 birre, i 7 vini, i 7 dolci, e i 7 liquori, numero che rimarca il fatto che Sorbillo non chiude mai: è aperto 7 giorni su 7.

Il ristorante è disposto su due piani per un totale di 95 coperti. Appena entrati si viene accolti con gentilezza e sorrisi dal personale in sala, e il profumo delle pizze, sfornate in continuazione da un forno che canta, vi accompagnerà al tavolo stimolando già l'appetito. Il locale è pieno, ma l'attesa è breve, e al primo boccone si capisce subito che non si sta parlando della solita margherita, ma di una pizza di vera qualità, genuina e dal gusto sublime e ineguagliabile. I prezzi variano da 7,80 euro per “l'antica margherita”, a 11,00 euro per “l'alleanza dei presidi Slowfood”, giustificati se si pensa al processo di lavorazione e alla tipicità degli ingredienti. Una pausa pranzo piacevole, veloce, e per nulla pesante per lo stomaco. Quando siamo usciti dal locale, alle 14, il contapizze segnava solo 190 quantità rimanenti.



 

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