Patron della Manuelina, già sindaco di Recco e presidente della Pro Recco pallanuoto

"Manuelina aprì il locale nel 1885 dove siamo ancora oggi, a un centinaio di metri dal centro di Recco. Era figlia di contadini, e con passione e innate capacità ha iniziato a cucinare coi prodotti del territorio, con quello che era a disposizione. In pratica lei trasformò le tradizionali focaccette col formaggio fritte, piatto tipico di Recco della festa dei morti, nella focaccia col formaggio cotta nel forno. A quel tempo le auto erano poche: chi arrivava da fuori bussava alla porta, e Manuelina correva ad accendere il forno e a preparare la focaccia. Ecco, in questo gesto c'era tutta la sua cordialità, tutta la passione per il suo lavoro".

E ancora "Dobbiamo salvaguardare il gusto delle cose, mentre la globalizzazione tende a rendere standardizzati tutti i sapori. Per me un piatto deve essere sempre succulento, mai banale. Un cliente deve venire da noi perché sa che troverà alcuni piatti inimitabili, perché nostri.” In queste poche parole, raccolte nell’intervista di Paolo Massobrio apparsa sulla prestigiosa rivista giapponese Ryoritsushin e riportata su www.ilgolosario.it poche settimane fa, la grandezza di Gianni Carbone. Patron della “Manuelina” di Recco, 88 anni, già sindaco e presidente della Pro Recco pallanuoto, all’alba del nuovo anno è volato in cielo, a raggiungere la sua amata e inseparabile Maria Rosa scomparsa pochi mesi fa.

L’aveva sposata nel 1958, da lei ha avuto i loro amatissimi figli, con lei aveva vissuto l’entusiasmante avventura della trasformazione del loro locale, Manuelina, appunto, da trattoria in ristorante, arrivando ad essere conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, nel segno della forza dell’identità, rappresentata da quella straordinaria leccornia che è la focaccia al formaggio.

«Tra qualche decennio una famiglia così sarà come l’Hapax della poesia di Montale, di cui “si sa solo che non c’è più e che non può rifarsi”. E ci accorgeremo, tragicamente, della sua mancanza» ha scritto pochi mesi fa Roberto Perrone del Corriere della Sera, commentando il fatto che la guida Michelin ha deciso di ignorare un luogo dove si sta sempre bene, dove la gente va, alla faccia delle guide che in questo modo perdono soltanto credibilità «Carbone è stata la persona che a Recco, dopo Ferro, ha inciso di più a livello amministrativo, imprenditoriale e sportivo. La città perde un recchelino doc», il commento di un mito della pallanuoto italiana, Eraldo Pizzo.

Per noi è stato un vero punto di riferimento umano e lo vogliamo ricordare con queste due foto, nel maggio di quest’anno a Cibus di Parma con l’associazione dei ristoranti del buon ricordo. Era venuto con una delle sue figlie, Gloria, e si era seduto in prima fila, col dolore per la perdita della cara moglie, ma anche con la convinzione che quella della ristorazione era la sua famiglia. Cristina che ci ha mandato un sms ha detto: “È mancato all’improvviso, serenamente”. Come serena era la sua vita. “Gianni - dice Paolo - l’ho visto a fine ottobre, quando dovetti tornare indietro da un viaggio in Umbria per via del terremoto. Alle 12 ero a Recco, in tempo per la messa della domenica. E lui era in prima fila, composto come un soldatino. Mi ha abbracciato e poi ci siamo salutati al ristorante, dove amava stare, per vedere la soddisfazione dei clienti. Alla famiglia e ai figli, fra cui Cesare, Gloria e Cristina che portano avanti l’attività, le nostre più sentite condoglianze. Oggi ti ricorderemo con una fettina della tua inarrivabile focaccia di Manuelina, con la crosticina della pasta croccante al punto giusto, e con un bicchere di Vermentino o della tua Liguria che hai tanto amato".

Ciao Gianni! Sei stato un grande: come padre, come imprenditore, come amico!

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