Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto che prevede la trasferibilità dei diritti d’impianto dei vigneti tra Regioni. È abrogata quindi la possibilità di limitare l’esercizio del diritto di reimpianto «ad ambiti territoriali omogenei e limitati al fine di tutelare le viticolture di qualità e salvaguardare gli ambienti orograficamente difficili».

Soddisfazione hanno espresso Sandro Boscaini, presidente di Federvini, per cui il decreto rompe «il fronte di quelle Regioni che per anni si sono tenute per sé quei diritti senza utilizzarli. Il vigneto Italia è uno ed è giusto che i vigneti nuovi vengano impiantati dove c’è vocazione e dove ci sono effettive possibilità di  commercializzazione».
E Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini, che ha sottolineato che «il ministro Martina e il Consiglio dei ministri attraverso questo decreto dimostrano di aver compreso il grave rischio che stava correndo la nostra vitivinicoltura. Avremmo potuto perdere parte dei 46 mila ettari di diritti di reimpianto in portafoglio dei produttori, pari al 7% del “vigneto Italia”, che, tradotti in vino, significano 3,5 milioni di ettolitri potenziali, portando alla definitiva perdita del primato produttivo mondiale di vino con evidenti, gravi, ripercussioni negative sulla capacità produttiva e la competitività del sistema vitivinicolo italiano».

Molto critica invece l’Associazione Nazionale Città del vino secondo cui il decreto sarebbe «un duro colpo ai territori minori che ora rischiano di sparire dalle mappe enologiche italiane. A tutto vantaggio delle aree già forti e delle mode».
Giudizi divergenti perché, ancora una volta, grandi e piccoli hanno interessi diversi? Auspicando di vedere tornare a dialogare "forti" e "deboli", perché mai come ora, di unità ha bisogno il mondo del vino d'Italia, soprattutto adesso che Expo2015 è alle porte.

Il vino con cui brindiamo all'auspicata "pace" tra le diverse realtà del settore, è un Brut di una terra, l'Oltrepò Pavese, dove questa convivenza non è certo facile, ma in cui le figure più illuminate del territorio, sanno bene essere obbiettivo il cui raggiungimento deciderà della fortuna o meno della zona. È l'Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut di Rossetti&Scrivani (tel. 038383169) di Montebello della Battaglia (Pv). Metodo Classico di pregevole eleganza, ha colore paglierino luminoso, perlage fine e persistente, naso fine e di buona intensità con note fruttate di mela e susina, sentori di crema pasticciera, miele, spezie, volume e personalità al palato, con nota minerale e giusto equilibrio, buona persistenza. Si abbina a crostacei e piatti di pesce. È vino della pace!

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