A Castel di Sangro, il ristorante Reale incanta per la sua perfezione
“Ci sono vite e storie che attendono la loro occasione, il loro ingrediente segreto. Salvo scoprire di essere loro stessi l’ingrediente segreto, e trovare nella cucina ciò che manca alla loro vita”. Niko Romito l'ingrediente segreto lo ha scoperto già da tempo, la struttura che ha creato in quel di Casadonna, frazione di Castel di Sangro, ne è la dimostrazione, e il riconoscimento della terza stella Michelin assegnatagli nel 2013, lo consacra, a 40 anni, tra i maestri della ristorazione italiana. Il nuovo Reale (tel. 086469382), che esordì nella sua Rivinsondoli, dove ora c’è la scuola di cucina, è in un luogo caratteristico, all'interno di un ex convento del XVI secolo finemente restaurato, immerso nel verde, dove la gentilezza e l'ottima accoglienza ti colpiscono appena arrivi. Il ristorante conta appena 26 coperti, e l'ambiente in sala è da pace dei sensi, complice un arredamento semplice e total white, dal design moderno, musica jazz in sottofondo, e una giusta illuminazione che permette intimità. In fondo alla sala un’ampia vetrata si affaccia sul giardino. Sui tavoli, non ci sono tovaglie, ma tutto poggia sul bianco.
Notevole la professionalità del personale, guidato dalla sorella Cristiana in sala che fornisce un servizio impeccabile dal tempismo perfetto e curato nei dettagli. La carta dei vini è ben studiata, dalla selezione degli champagne, ai grandi vini e alle interessanti produzioni di piccoli viticoltori, alcuni abruzzesi, sconosciuti ai più e già ottimi.
Detto questo dove ci troviamo? In un ristorante o in un laboratorio? Entrambi, e quando arriviamo il cuoco, ci dice il maître, “è in riunione”.
Nella sala, quel sabato sera di settembre, un poco piovoso e suggestivo, siamo tre coppie. E tutti accettiamo un'ottima bollicina da accompagnamento all’entrée. Che è una teoria di bocconi, ma con un’incredibile esplosione di gusto, come il soffice di pistacchio salato, o il crostino con ricotta di pecora e pomodorino candito, il battuto di salsiccia con arancia candita, la polpettina di vitello e patate, la crocchella di cicorietta e pecorino, le chips di rape rosse con paté di fegato di coniglio. Deliziosi è un eufemismo: molto di più per la carica che offre ai sensi.
Poi si passa ai primi (35 euro): il Calamaro, pepe e lattuga; lo spaghetto con estratto di seppia e seppia di mare, i ravioli di baccalà con salsa di baccalà (equilibrio superbo), un incredibile brodo leggero di vitello e cannella con ravioli di manzo, emulsione fredda di manzo e olio con maionese di lamponi. Buonissimo il pane e grissini fatti in casa, che ci accorgiamo di finire a tempi record, ma il personale con attenzione ripiana di continuo (wow!). Ai secondi (40 euro) che sensazione straordinaria ci ha dato l’Umido di vitello con misticanza alcolica, ma anche il piccione fondente e pistacchio, in alternativa ad anatra glassata con sciroppo di ciliegia, e torcinello di agnello arrosto con frigitelli e mosto.
Come dolci (18 euro) mandorle yogurt nocciola salvia e limone, la millefoglie ricotta e fragole, e meringa con lampone e mou.
Ci sono due menu degustazione: “essenza” con 5 portate a 100 euro, e “ideale” a 150 euro con 8 piatti tra tradizione e innovazione. Il dopo cena lo potrete passare nel tranquillo salottino con camino degustando piacevoli distillati o un ottimo sigaro. Vi sentirete a casa, perché tutto è pensato per coccolarvi. Anche la colazione al mattino, che ahinoi ci hanno solo raccontato perché nel silenzio di un mattino presto di settembre siamo partiti, guardando le viti che circondano la tenuta, che da lì ad un mese saranno vendemmiate. Ebbene sì: qui fanno anche il vino. Ma questa è già un’altra storia. Sosta memorabile! Emozione difficilmente dimenticabile.