Proposte originali che ripropongono i prodotti locali in chiave moderna, contaminando le ricette originali e variandone le cotture

Saranno famosi? Non possediamo la sfera di cristallo ma di sicuro questi fratelli di Puegnago, sponda bresciana del lago di Garda, vanno tenuti d’occhio con grande attenzione. Cinquantadue anni in due, Marco e Andrea poco più di un anno fa decisero d'investire sogni e fatiche in quella che è la dimora di famiglia. L’elegante stabile, la cui struttura risale al XV secolo, accoglie al pian terreno il ristorante con circa 35 posti a sedere tra una saletta per gruppi e una sala con tavoli rotondi che dà sul giardino.

In cucina è possibile pranzare al tavolo “zero” con vista pass e con la bella stagione viene allestita la verde area esterna. Parlando con loro emergono chiari entusiasmo e ambizione, corroborati però da una sana umiltà e senso di sacrificio. Andrea descrive la sua cucina come un approfondimento del territorio, riproponendo prodotti locali in versione moderna, contaminando ricette originali o variandone le cotture. Così, lasciando libera la sua fervida immaginazione dà forma a piatti interessanti, a volte quasi addirittura arditi. 

Croccanti e morbidi amuse-bouche dai richiami locali anticipano l’antipasto: carne salada al burro, scalogno e ostrica, gioco ben riuscito di note dolci, grasse e sapide con un finale di morbidezza iodata; la cicoria laccata alla crema di risotto e salsa in carpione è un piatto concettualmente “alto”. Il crudo di ricciola, Franciacorta, cipollotto e zenzero, anche se meno originale, esprime sapori nitidi e puliti. Lo freschezza dello spaghettino freddo con vellutata di pesce, bottarga di Skrei e limone si lascia piacevolmente gustare. Il risotto ai capperi di Gargnano e gocce di liquirizia è composto di ingredienti importanti in sfumature perfettamente calibrate.

Il secondo è una ricciola al BBQ, olio al coriandolo e caciucco di cozze, piatto semplice e riflessivo che si apre a profumi e sapori mediterranei. La proposta di carne è un maialino croccante con prugne e cavolfiore in cui dolce grassezza e acidità si fondono completandosi.

Dal pastry chef un dolce di precisione come il buon cremino ai cioccolati: sablé al cacao, cioccolato al latte, bianco e fondente. Marco cura e segue con passione la sala e una cantina forte di ben 400 etichette, con un’accurata e originale selezione di vini al calice abbinati intelligentemente e la consapevolezza di essere il fondamentale trait d’union con la cucina. Gentilezza, attenzione e professionalità fanno di lui un perfetto anfitrione. È davvero piacevole e coinvolgente confrontarsi a fine cena con questi giovani dal cuore colmo di passione: ebbene sì, ne sentiremo parlare.

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