Un sogno firmato cantina spagnola Ximénez – Spìnola, Pellegrini di Cisano e Il luogo di Aimo e Nadia a Milano

La Pellegrini di Cisano Bergamasco, azienda che distribuisce vini e distillati di qualità e che deve la sua fama alla selezione di prodotti mai banali, sempre di razza, ha presentato la sua ultima scoperta. La nuova chicca del suo catalogo è la cantina spagnola Ximénez – Spìnola. A rendere unica questa realtà, il suo essere produttrice di vini e brandy da sole uve Pedro Ximénez. Vera eccellenza l’intera sua gamma, capace di raccontare in tutte le diverse espressioni quella perla che è l’uva Pedro Ximenéz, varietà arrivata dalla Germania con le truppe che si muovevano in Europa, e trapiantata in Spagna nel sedicesimo secolo. 

Ora, presentare i gioielli di questa cantina non era facile. Una degustazione con assaggi anonimi, con bicchieri schierati su tavolo bianco, con il suo svolgersi freddo e asettico, avrebbe avuto la colpa imperdonabile di cancellare in pochi sorsi, quella storia plurisecolare che dà a queste uve – figlie del nobile riesling che Peter Siemens (dal suo nome, quello della varietà, da Peter, Pedro, e da Siemens, Ximénez), soldato tedesco, portò dalla sua terra – fascino senza eguali. Un pranzo, una cena, invece – visto che quando i vini sono di classe per la cucina il rischio di non essere all’altezza è alto – se affidate a cuochi pur blasonati ma non “sapienti”, avrebbero potuto rivelarsi un vero fallimento. Difficile, quindi. Anzi, difficilissimo decidere come proporsi. Una volta optato per la tavola. A chi affidare l’impresa di cimentarsi con i giusti abbinamenti, se non al “Real Madrid” del gusto italiano, a Il luogo di Aimo e Nadia? Poiché, quando il gioco si fa duro, i duri entrano in gioco. In campo l’intera squadra, con Nicola Dell’Agnolo e Alberto Piras, maitre e sommelier, nei panni di Toni Kroos e Luka Modric, impegnati a lanciare a rete con l’approvazione del loro palato, il trio delle meraviglie d’attacco formato da Cristiano Ronaldo, Gareth Bale e Karim Benzema, ossia Alessandro Negrini, Fabio Pisani e Stefania Moroni. Risultato? Autentica goleada, con una sequenza di creazioni, capaci di regalare a esperti come Luciano Ferraro del Corriere della Sera o Pier Bergonzi della Gazzetta dello Sport, Andrea Grignaffini, Roberto Barat, Antonio Paolini o Chiara Giovoni, con i vini, emozioni da Champions League del gusto! 

Che i piatti che hanno favorito l’incontro con le creature di Josè Antonio Zarzana, “viticultor” sommo e titolare della nobile “bodegas” d’Espana, sarebbero stati di rara sapienza, è stato chiaro da subito, già quando la cucina ha proposto per iniziare il paté di fegatini di piccione e anatra alla crema di tartufo bianco di Grazioli e pane brioche caldo. Boccone di paradisiaca eleganza, che si è andato a sposare in modo mirabile al Pedro Ximenéz Exceptional Harverst 2013, dal colore giallo oro, denso, dal naso intenso con note di cedro, frutta candita, fichi e prugne, dal sorso dolce ma fresco. Un grande bianco, dall’eccezionale rapporto qualità prezzo, che a fine del percorso di assaggi si sarebbe rivelato sorpresa del giorno. L’abbinamento più affascinante, quello tra Spaghettoni di grano duro di Benedetto Cavalieri al cipollotto fresco e peperoncino con filo d’olio extravergine e basilico ligure, e il Pedro Ximénez Old Harvest Medium Dry, convincente nel suo far convivere e portare ad assoluta armonia, sensazioni contrastanti, domando le note aromatiche e piccanti con la complessità e l'inaspettata freschezza del vino. Il marriage impossibile sulla carta, ma entusiasmante all’assaggio, quello tra il maialetto di Cinta senese (produttore Alfredo Angeli) morbido e croccante al rosmarino e miele di melo (Thun) con cotognata ed il Pedro Ximenéz Vintage 2013. Suggestivo l’abbinamento. Sontuoso il vino, dal colore ambrato, dai profumi di impressionante intensità e finezza di uva passa, datteri, fichi secchi, dal sorso vellutato, fresco, soprattutto caratterizzato da una suadenza straordinaria figlia di un processo che apporta dolcezza solo naturale, elemento che lo differenzia da vini pur di alta qualità, ma elaborati seguendo un altro processo. Dolce e salato: il cioccolato, namelaca di cioccolato Arriba, riduzione di orzo tostato e radice di genziana con biscotto di grana saraceno e Pedro Ximénez Solera, l’ultima emozione, con piatto e vino che si sono andati a unire quasi fossero fatti l’uno per l’altro. Dulcis in fundo? A chiudere nei bicchieri Brandy Solera. Ottenuto da vino Pedro Ximénez Solera puro viene distillato in alambicchi di rame, è la produzione è di non più di 90 litri di Brandy partendo dalla vinificazione di almeno 1.000 kg. di uva. Questo il motivo per cui sul mercato mondiale son in commercio sole 3.000 bottiglie annue. Ed il Brandy Criaderas, ottenuto dai migliori vini Pedro Ximénes estratti dalla Criaderas durante il processo d’invecchiamento. Brandy che viene poi conservato in grandi botti di legno di castagno, risalenti a più di 75 anni fa, in cui è stato precedentemente affinato Sherry Pedro Ximénez.

Le bottiglie sono poche. Ma chi vuole regalarsi un sogno non se le faccia sfuggire!

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