Spiccano quelli realizzati con la Farina Petra, in Veneto come in Piemonte

Panetthòn 2018 si è chiusa con la proclamazione di un vincitore: Renato Bosco della pizzeria Saporé di San Martino Buon Albergo (Vr).




Questo dopo le semifinali e la finale avvenuta ad Abano Terme ai primi di dicembre. L’idea è nata nove anni fa da Daniele Gaudioso, medico oculista, giornalista gourmet, insieme ai giornalisti Paolo Brinis e Renato Malaman, e al consulente gastronomico Federico Menetto.



Ora, se il vincitore dello scorso anno è stato Lucca Cantarin della Pasticceria Marisa di Arsego (Pd), vien da dire che non c’è il due senza il tre.



Ovvero i migliori panettoni artigianali nascono da una scuola certa: il Molino Quaglia, che offre la sua farina Petra 1 adatta per i dolci lievitati. In ufficio avevamo già apprezzato i panettoni di Simone Padoan della pizzeria I Tigli di San Bonifacio e quello notevole (il miglior campione giunto in ufficio) di Alessio Rovetta, titolare della Pizzeria Dei Sette Ponti di Cenate di Sopra (Bg).

In Piemonte, il miglior panettone artigianale, che vede sempre l’utilizzo delle farine Petra è quello prodotto nell’Atelier di Giampiero Vivalda del ristorante Antica Corona Reale di Cervere.



E proprio ieri, a noi è toccato l’assaggio di un panettone stratosferico, sempre della medesima scuola, uscito dalle mani di Petra Antolini della pizzeria Settimo Cielo di Pescantina (Vr).



Un panettone giallo intenso, ricco di canditi e di perfetto equilibrio che lasciava in bocca una freschezza infinita. Un panettone di sostanza, dove non senti prevalere burro o vaniglia, ma solo la dolcezza armoniosa in un impasto soffice. Petra produce appena un migliaio di panettoni e quelli che stava sfornando ieri erano diretti a Dubai. Una gran bella soddisfazione. Petra per tutta la vita!

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