Siete in uno dei borghi più belli d’Italia, in un luogo dedicato al vino e alla buona cucina

Ci abbiamo messo un bel po’ di tempo, lo so, ma ogni volta il locale era sempre pieno. E poi cosa fosse esattamente, con questo nome, non ne avevamo la percezione. Tuttavia, dopo aver incontrato la simpatica sindaca di Neive, al gemellaggio con Diano Castello, ci è venuta voglia di vedere il paese con il centro storico inibito alle auto. E siamo stati felici di passeggiare in quelle vie che a noi dicono molto (aleggiano i miti di Romano Levi, di Piccinelli, di Bruno Giacosa). C’è l’indicazione della Cantina del Rondò arrivando, nostra sosta radiosa di sempre. Poi quella della Luna del Pozzo, cucina superba anche questa. E infine Degusto, meta felice della nostra guida. Proprio al Degusto giri a sinistra e la via che si apre ti strappa una lacrima, perché c’è ancora l’insegna della Contea di Neive, dove Claudia e Tonino Verro rendevano felici il mondo. La Cinciallegra, che era stata inventata sempre dai Verro, invece è un wine bar affollato che alle 11 di sera è già spento (ma non siamo più in zona gialla!). In fondo, in una piazzetta che ha di fronte la chiesa e un bellissimo balcone sulle Langhe, si accendono le luci del nostro locale, l’Aromatario, voluto un lustro fa da Vladimiro Bo e Beatrice Pola che sta in cucina ed è molto brava.

Ci sono una veranda e un dehors, e poi una teoria di salette dove le pareti sono appannaggio dei vini, per una scelta incredibilmente generosa. Anche di Champagne e, ovviamente, di tutti i vini di Neive. Vladimiro, il patron, è un grandissimo appassionato ed è piacevole conversare con lui di annate e produttori (ci sarei stato tutta la sera, prenotando una camera nell’albergo di fronte al Degusto).

Ma veniamo ai piatti. In tavola arrivano dei buoni grissini di una panetteria di Diano d’Alba, Zeffirio. E anche il pane è molto buono. Sarà morbido quasi da sciogliersi in bocca il vitello tonnato della tradizione con girello rosa e sottile, ma anche la carne di Fassona in tre consistenze.
aromatario-tonnato.jpgvitello tonnato della tradizione con girello rosaaromatando-carne_cruda.jpgcarne di Fassona in tre consistenzeBuonissima la parmigiana di melanzane e così il cous cous di verdure allo zafferano e paprika con spiedini di gambero rosso, capasanta e tonno. C’erano anche l’insalata bernese e quella di testina di vitello con il bagnet.
aromatario.jpgcous cous di verdure allo zafferano e paprika con spiedini di gambero rosso, capasanta e tonnoFra i primi, i ravioli del plin al tovagliolo erano radiosi, senza se e senza ma, ma pure gli gnocchi avevano quella leggerezza desiderata e sapevano di patate, conditi con pesto di pomodoro, mandorle e Testun. C’erano pure i tajarin ai 40 tuorli con ragù di salsiccia (ma cosa volere di più?) e gli spaghetti a nero di seppia con ragù marinaro.
aromatario-gnocchi.jpggnocchi con pesto di pomodoro, mandorle e Testunaromatario-plin.jpgravioli del plin al tovaglioloAi secondi posso dire che il brasato al Barbaresco con vellutata di patate era una mousse; mentre il coniglio alla ligure con fagiolini ripassati mi ha strappato l’applauso.
aromatario-brasato.jpgbrasato al Barbaresco con vellutata di patateE ora la prova dei dolci: panna cotta tremolante come quella che ti serviva Gian Bovio; bunet iconico, crostata di frutta scomposta con crema pasticciera. E infine i loro gelati e sorbetti, buonissimi.
aromatario-bunet.jpgbunetaromatario-panna_cotta.jpgpanna cottaOra ho capito perché in questa osteria moderna non si trovava mai posto.

L'Aromatario

piazza Negro, 4
Neive (Cn)
tel. 3498086005

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