Se amate la storia, e siete affascinati dalla civiltà della tavola, allora non perdetevi “L'appetito dell'Imperatore. Storie e sapori segreti della Storia” di Franco Cardini (Mondadori), vincitore dell'edizione 2015 del Premio Acqui Storia
Un riconoscimento a un grande storico, ma anche un omaggio al gusto e alla cultura della tavola. La manifestazione acquese, ormai affermata come uno dei più importanti riconoscimenti europei nell'ambito della storiografia, ha premiato ex aequo anche “La virtù dell'elefante. La musica, i libri, gli amici e San Gennaro” di Paolo Isotta (Marsilio) altro libro da non perdere, prezioso e tagliente, piacevole e sottilmente ironico, con episodi illuminanti sul mondo della musica, dei giornali e della cultura italiana. Ma qui ci interessa parlare di gusto, dunque dell'Appetito dell'Imperatore, un libro colto e godibilissimo, tutto da gustare, nel vero senso della parola. Sì, perché il libro si compone di racconti e ricette. In tutto sono ventun brevi racconti, che ci fanno viaggiare nella storia attraverso i secoli e i continenti e che testimoniano come la cultura della tavola possa essere lo specchio dello spirito di ogni popolo e la chiave con cui entrare in sintonia con essi. Nella cornice di un grande evento e di un particolare momento storico, Cardini racconta un momento dedicato al cibo: ogni racconto è poi corredato da alcune ricette, sperimentate personalmente dall'autore, che si rifanno ai piatti cui si fa cenno nelle varie storie. Il tutto intervallato da tre intermezzi, dedicati alle castagne, al tartufo e al caffè, scelti come cibi simbolici.
E se l'ambientazione storica è perfettamente fedele, il singolo evento non è realmente accaduto, ma verosimile. Alla fine di ogni capitolo viene spiegato quali elementi sono reali e dove inizia invece l'invenzione narrativa e, a chiusura di ogni episodio, l'autore, cultore della storia quanto della buona tavola, inserisce le sue ricette in tema con l'episodio narrato, dando vita a un inconsueto quanto piacevole abbinamento fra erudizione e studio ed esperimenti culinari. E riuscendo così ad appassionare il lettore alla storia, che si conosce non solo attraverso i grandi eventi ma indagando le vicende minori. Insomma, ci voleva un grande come Franco Cardini per aiutarci a comprendere come la cucina e l'arte della buona tavola forse hanno avuto un ruolo non proprio minore nel complesso svolgersi della storia. Eccovi allora, a mo' di assaggio, alcune righe dalla prefazione dell'autore, riferite a san Francesco “... il più grande dei santi, sulla soglia della vita eterna, elevò a Dio una preghiera altissima fatta di desiderio di un semplice cibo, una boccata di miele e di mandorle profumata d'arancio: non senza un accenno di nostalgia per la fragile e bellissima avventura della vita mortale con i suoi colori e i suoi profumi, con la gioiosa certezza della luce che non si estinguerà mai. Ed è proprio da qui che cominceremo la nostra avventura semistorica, al margine della grande Storia, quella con la S maiuscola, e al confine con la fantasia: o forse nel cuore profondo di entrambe”.
Ci concediamo un'ultima considerazione sul Premio Acqui Storia, ormai affermato tra i più seri e autorevoli per le scelte finora fatte in indipendenza e con obiettività. Cioè giudicando i lavori in base al valore, e ben sappiamo che non è, questa, cosa da poco. Il Premio fu istituito per ricordare uno dei più straordinari episodi della seconda guerra mondiale, il sacrificio di una intera divisione di soldati italiani, che preferirono la morte al disonore della resa immolandosi per ideali oggi offuscati e negletti tanto da apparire quasi sorpassati e anacronistici. E ci pare questo un esempio non solo altissimo, ma più che mai attuale, per non scoraggiarsi, per non perdersi d'animo. E per guardare al futuro.