A Lecco, nel bistrot di Luca Dell’Orto, piatti d’autore con grande selezione di vini italiani e francesi, anche a bicchiere, in un ambiente informale

È la storia che lo dice. È dall’epoca di Romani e Galli, che tra noi italiani e i nostri “cugini” francesi c’è una sana rivalità per primeggiare in quei settori in cui, nel mondo, siamo i migliori. Arte, bellezza, calcio, gusto, formaggi, moda, sport, vini. Ora, se è vero, come è vero, che questa virtuosa competizione è stato pungolo per far sempre meglio, è vero anche che essendoci stima e amicizia profonda tra Roma e Parigi, sia Italia sia Francia, di frequente, hanno visto, e vedono, loro giovani talentuosi raggiungere la nazione “gemella”, per vivere esperienze, che poi si rivelano arricchimento preziosissimo. Per quanto riguarda i connazionali andati Oltralpe, per la cucina, l’esempio più celebre è quello del “divino” Gualtiero Marchesi, che fu il primo ad andare al "Ledoyen" a Parigi, a “Le Chapeau Rouge" a Digione e al ristorante dei fratelli Troisgros a Roanne, aprendo una strada che poi molti cuochi han seguito, a iniziare dai “tre tenori”, Andrea Berton, Carlo Cracco e Davide Oldani, che nelle brigate di monsieur Alain Ducasse hanno imparato rigore, disciplina e tecniche di alta cucina, ponendo le basi del loro successo.
ek-marchesi.jpgTra i fuoriclasse che hanno messo a frutto il loro talento forgiandosi ai fornelli dei maestri della cucina francese, Luca Dell’Orto. Chef dalle giocate di classe cristallina, dopo aver “imparato l’arte” Oltralpe, quando ha deciso di rientrare in patria convinto che fosse il momento di mettersi in gioco aprendo una sua attività nel nostro Paese, lo ha fatto ispirato da un’intuizione imprenditoriale geniale.
ek-pesce.jpgFacendo tesoro del bagaglio professionale acquisito, e valutato cosa mancava in casa nostra, ha messo d’accordo Asterix e Giulio Cesare, aprendo nella sua Lecco non l’ennesimo ristorante gourmet, e neppure una trattoria o un’osteria, ma un bistrot, alla francese, appunto, contemporaneo, L’Ek. Una scelta che, prendendo in contropiede tutti, ha portato sulle sponde del Lario quella formula di proposta enogastronomica che tanto ha avuto, ed ha, fortuna a Parigi, da essere di fatto il sinonimo di gusto della capitale, dando alla sua città il locale che non c’era.
ek-tavolo.jpgSfida vinta, perché con il suo ambiente informale, con la sala all’interno e il delizioso dehors affacciato sulla piazza principale, che, vivaddio, non hanno quell’aspetto museale che, ahinoi, in troppi ristoranti fa sentire a disagio.
E con il suo essere luogo dove l’alta cucina veste “casual”, L’Ek è entrato nel cuore dei golosi, affermandosi come uno dei migliori indirizzi lombardi e d’Italia. E allora, quando sarete qui, valutato, se ci verrete a pranzo, se approfittare o meno della proposta ghiotta, ma più semplice, pensata per il mezzogiorno, o se al contrario, procedere scegliendo alla carta. Pescando dall’invitante menu che patron Luca Dell’Orto, con il duo in gamba che lo affianca ossia Emanuele Iddas, il suo secondo, e Simone Andreacchio, ogni giorno imposta sulla spesa quotidiana.

Seguiti in modo impeccabile nel servizio dalla bravissima Linda Redaelli, potrete iniziare con una ghiotta insalata di porcini e latteria, o con la trota marinata con zafferano padano e prugna, o ancora con la lingua di vitello con bagnetto rosso rafano e foglie di cappero. Sapendo che anche il vitello tonnato all’antica sarà un inizio di piena soddisfazione.
ek-insalata porcini.jpgPoi, come primo, il palato andrà in visibilio con il doppio raviolo di porcini e burrata con tartufo, o con quei ravioli di lumache di vigne nel loro brodo di aglio dolce che è emozionante omaggio a quel gigante della cucina che è Claudio Prandi, che proprio a pochi chilometri da qui, dimostrò il suo valore, facendo la sua straordinaria carriera.
ek-ravioli-tartufo.jpgDi secondo, imperdibile, il cervo in crosta di erba di montagna con cavolo cappuccio e salsa alla melagrana, un altro piatto capolavoro che svelerà padronanza tecnica, capacità di far sintesi tra cucina d’alta scuola e creatività, e mano da artista. Una provocazione golosa, piccione & anguilla.
ek-carne.jpgA chiudere, Royal al caffè con mandorle sabbiate spuma al latte o Torta au citron con meringa all’italiana. Un nota bene.
ek-dolce.jpgPatron Luca, a differenza di un gran numero di chef che padroneggiano solo la cucina, ha anche grande competenza sui vini, di cui è vero appassionato, e la sorpresa sarà che, nel suo “bistrot parigino – lecchese”, troverete una selezione formidabile di etichette italiane e francesi, con possibilità di spaziare anche al calice con somma soddisfazione. È una nostra Corona del cuore!

L'EK Bistrot

Piazza XX Settembre, 50
Lecco
Tel. 341 169 3747

 

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