Maxi degustazione di Lambrusco in tutte le sue declinazioni

Il titolo dice di una passione che coltivo da diversi anni per questo vino, ma anche di una storica manifestazione che si tenne nel 2001 a Modena, dove per la prima volta i piccoli produttori di Lambrusco si fecero conoscere alla stampa. La manifestazione non si fece più e ancora oggi non sappiamo bene perché; sta di fatto che da lì nacque l’incoraggiamento per tanti piccoli produttori che hanno iniziato un percorso virtuoso, facendo un regalo di distinzione a tutto il territorio. Con queste premesse, eccoci curiosi ad assaggiare le varie tipologie di Lambrusco: dal Sorbara, ai Salamino di Santa Croce, dai Grasparossa di Castelvetro ai Lambrusco Reggiano. E poi la Igt Emilia e Colli di Scandiano.
I campioni in assaggio, che il sottoscritto e Mattia Mazzacurati hanno passato in rassegna sono stati 136, divisi in due sessioni: mattina e tardo pomeriggio.
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Lambrusco di SorbaraDetto questo partiamo subito con il Lambrusco di Sorbara che è coerente con la sua nota color buccia di cipolla mentre quando assume toni più scuri è presumibile, anche se non viene dichiarato, che ci sia anche del salamino, che il disciplinare permette fino al 40%. Tuttavia il campione di un leader come Paltrinieri di Sorbara, che ne propone diverse etichette, era iconico. Stiamo parlando del Lambrusco di Sorbara “Sant’Agata” 2020. Ti avvolge il naso con le note di amarena fresca. In bocca è ricco, fresco, amarognolo sul finale, piacevolissimo. E così anche il “Piria” 2020, che invece ha una percentuale di salamino e svela più la sua anima fruttata; qui c’è la ciliegia per un sorso che mostra tratti di tannicità e un finale sapido e allappante. Abbiamo poi assaggiato il mitico Leclisse 2020, Lambrusco di Sorbara (riferementato almeno 3 mesi con metodo Martinotti) che ha reso celebre la cantina di Alberto e Barbara Paltrinieri. Qui senti il ribes bianco, la rosa, e poi quella nota antica, secca, del Lambrusco come deve essere, con una spada decisa di freschezza. In degustazione c’era anche “LaRiserva” 2019 che spiccava per brillantezza; poi in bocca quelle note di erba bagnata e una piacevolezza croccante in bocca per un vino che finisce sempre secco, icona di una storia gloriosa del Sorbara.
paltrinieri.jpgBuono anche il Lambrusco di Sorbara di Villa di Corlo di Boggiovara, nostra vecchia conoscenza e anche questa già Top Hundred come Paltrinieri. Il suo “Primevo” 2020 ha un bel colore rosa, senti la ciliegia e poi una rotondità in bocca che lo rende quasi dolce, ma è solo apparenza.
Notevole e non poteva essere altrimenti, il campione di Cavicchioli (proprietà del Gruppo Italiano Vini) di San Prospero con la mitica “Vigna del Cristo” 2020. Qui dal colore rosa emerge una nota di confettura di rose, poi mandorla, ciliegia. Il sorso è vibrante, con un bel corpo e una spada dritta. Fantastico!
cavicchioli.jpgAltro Lambrusco di Sorbara iconico è poi quello di una cantina che ci ha colpito parecchio, anche negli assaggi successivi. Si chiama Ca' de' Medici ed è un’azienda di Reggio nell'Emilia. Si chiama Remigio 101: si mostra fine e in bocca ti colpisce anche la ricchezza delle bollicine e quella nota un po’ speziata che ne aumenta la fragranza.

Molto buono anche il campione rosa “Dei Tenori” di Tenuta Campana di Campogalliano, cantina che come la precedente entrerà nel nuovo Golosario 2022. Qui il naso presenta leggere note anomali che poi anticipano un sorso disteso, elegante, vellutato con un finale di freschezza pregnante.
tenute-campana.jpgIl Lambrusco di Sorbara “Pietrachiara” di Pezzuoli di Maranello ti offre sentori di fragoline di bosco e rosa. In bocca è equilibrato, dal sorso lungo con una nuance aromatica che non ti lascia.
È complesso il Sorbara “C’era una volta” prodotto da Lombardini a Novellara. Si presenta subito con una profondità al naso che rileva frutta rossa e mandorla, lampone, ribes, uva spina; in bocca è avvolgente, ampio.
Il Lambrusco di Gavioli ha un colore rosa classico, note fini e un’acidità croccante.
E ora eccoci al campione che ha ricevuto i 5 asterischi senza se e senza ma. Quando abbiamo letto il nome non potevamo che gioire per una conferma storica. Ermete Medici & Figli. Un grandissimo. Il suo Lambrusco di Sorbara “Quercioli” aveva un colore di rosa bellissimo, di bella consistenza; persistente la corona delle bollicine nel bicchiere, poi un profumo fine di rosa, precursore di un equilibrio speciale. In bocca c’è il velluto, l’eleganza dentro la tipicità di un vino che mostra con fierezza la sua freschezza, fino a essere allappante, poi le note minerali, il miele, in un sorso pieno.
medici-ermete.jpgEccoci poi a un salto verso il ventesimo campione che era quello della cantina cooperativa di Santa Croce. Ha colore rosa classico, al naso frutta fresca, in bocca è pieno, ammandorlato, con una setosità tannica e una persistenza aromatica del frutto che va fino in fondo.
Il Lambrusco di Sorbara 2020 di Garuti, cantina di Sorbara, è un rosato classico di bella consistenza che al naso mostra note verdi come fosse una rosa con il proprio gambo; in bocca è fresco e allappante. Più evoluto è sembrato il “Dante Secco” altro Sorbara 2020 con note fruttate e una pienezza in bocca più marcata.
Vibrante è la parola giusta per questo Lambrusco di Sorbara di Zanasi di Castelnuovo Rangone, cantina nota da diverso tempo ai nostri assaggi, che si presenta con un rosato classico che cede alla buccia di cipolla. Al naso è franco con note ghiotte di frutti di bosco e melone. È buono, piacevole, disteso. Così come il “Bruno Zanasi”, Lambrusco di Castelvetro fruttato che scorre placido in bocca e ghiotto. Lo sono anche il "Sassostorno" e l' "Antica Natura" entrambi del 2019, che mantengono integra la freschezza e le note fruttate.
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Lambrusco ReggianoPassiamo ora a un Lambrusco Reggiano di Bertolani di Scandiano dal colore rosato classico, note di spezie e sentori che ricordano un po’ il vermut, quasi un Campari. È fresco con una sua tannicità accattivante. Buono. Bertolani ci colpisce anche col Lambrusco “Oro” da salamino e malbo gentile. Senti la ciliegia come una caramella e poi un’ampiezza fresca in bocca con una chiusura secca netta.
Superbo l’"Assolo" 2020 di Ermete Medici, Lambrusco Reggiano frutto di ancellotta e salamino. Ha colore rubino ricco e generoso; in bocca canta con la sua nota aromatica e il finale tannico che mostra stoffa. Ma che dire del Quercioli con la ciliegia di Vignola al naso e quello stile che non dimentica l’aroma in bocca. Ci si inginocchia poi di fronte al "Concerto" 2020, da uve salamino che offre un sorso teso, fruttato, intenso, sempre con il marchio di fabbrica che è l’aromaticità.
medici-ermete-concerto.jpgSorpresa per il Lambrusco Reggiano 1950 di Cantine Riunite di Campegine, uvaggio di salamino, marani e ancellotta. Il colore è rubino brillante, al naso ha note verdi e fruttate insieme. In bocca è rotondo e la persistenza lunga.
Anche il Reggiano di Casali, il "Pra di Bosso" (da uve lambrusco marani, salamino, montericco) piace: note vinose eteree, erba bagnata e poi complessità di aromi distesi su mirtilli e piccoli frutti. È ricco, pieno, fragrante, secco. Davvero buono.
Il campione 51 si rivelerà un nostro amore, ovvero il Vecchio Moro di Rinaldini di Calerno di Sant'Ilario D'Enza, Lambrusco Reggiano 2020 e storico Top Hundred frutto di uve marani, salamino, ancellotta. Senti note fruttate e animali e poi in bocca un frutto da mangiare (proprio come ce lo ricordavamo, è sempre lui!) Tanta roba!!!
rinaldini.jpgUn’altra cantina che avevamo nel cuore era quella di Coviolo. Che oggi è Puianello e Coviolo di Puianello. E lavorano sempre bene a sentire il Lambrusco Reggiano "L’Incontro" 2019 (del resto loro hanno sempre fatto Lambrusco che sfidavano il tempo). Colore rubino, note erbacee fresche, diritto, vibrante, aggressivo e scalpitante in quella sua anima acidula e tannica, come piace a noi, con un finale amaricante. Il “Contrada Borgoledo” 2020 è molto equilibrato, quasi dolce al naso e profondo nella sua vinosità. È ghiotto!
Ritorna ancora all’attenzione questa cantina che già ci aveva colpito nei primi assaggi: Ca' de' Medici. Il Reggiano "Piazza San Prospero" ha un colore rubino impenetrabile con fragranze di frutti di bosco. Molto elegante, tannico, secco, allappante. Ma il capolavoro di cui sentirete parlare ancora da noi, è rappresentato dal "Remigio 100", ovvero Colli di Scandiano e Canossa, Lambrusco Reggiano 2020. Ha colore rubino, note di frutta (prugna) e rosa; in bocca ti coglie una gradevole complessità con un leit motiv di freschezza che è ammirevole. Buono anche il "Terra Calda Cuvée" da uve salamino, malbo gentile, ancellotta, cabernet sauvignon dell'Emilia. Al naso senti la frutta e le rose in un gradevole equilibrio che termina con una nota amaricante
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Venturini e Baldini di Quattro Castella, altra cantina della nostra predilezione viene fuori nei nostri assaggi con il Lambrusco Reggiano “Marchesi Manodori”. Senti la frutta secca al naso, il ribes e poi in bocca una finezza e una complessità davvero unica con quelle note verdi penetranti. Capolavoro frutto di uve maestri, marani, grasparossa e salamino.
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Lambrusco Grasparossa di castelvetroBuono il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “Noi Due” 2020 di Mirco Gianaroli de La Piana di Castelvetro di Modena. Ha un rosato spiccato e al naso una piacevole profondità; in bocca ti spiazza l’equilibrio, la pienezza fino alla chiusura di pregnante acidità. Ma il vino che ci è piaciuto di più è il "Lacrime di Bosco" che è vellutato, balsamico, piacevole nella sua setosità tannica. E il "Capriccio di Bacco - Montebarello 155" del 2019 è stata una conferma con note speziate e di frutta secca.
lapiana.jpgA parità di assaggi, trovandoci a metà, registriamo tuttavia volti più alti per i Sorbara, rispetto ai Grasparossa. Certo il "Vigneto Cialdini" di Cleto Chiarli ha sempre un suo perché: è generoso di frutta, pieno, con una nota amaricante.
Buoni anche i due di Villa di Corlo, con l’iconico "Corleto" 2020 che è rotondo e con note verdi, anche se abbiamo gradito di una spanna l’ "Olimpia bio" che aveva un che di balsamico e una marcata tannicità; forse meno piacione del Corleto, ma certamente autentico.
villa-di-corlo-olimpia.jpgIl campione di Az. Agr. Cavaliera di Castelvetro di Modena aveva una nuance di vermut, con frutta secca, mandorle, tamarindo al naso; equilibrato in bocca, rimarca la sua tessitura tannica.
Iconico è invece il campione di Gavioli di Nonantola che ha colore rubino e note piacevoli di fragola per un sorso fresco.
Non male anche la freschezza di Giacobazzi di Nonantola che chiude secco con uno strascico allappante.
Bravo bravo il produttore della Fattoria Moretto di Castelvetro di Modena, che si presenta con tre vini tutti di Grasparossa: il “Tasso”, il “Monovitigno” e il “Canova”. Che è vinoso, speziato e fruttato, mentre il secondo era fragrante come una crosta di pane. Tutti davvero molto buoni. Ne sentirete parlare, perché al riassaggio dei campioni più significativi ha spiccato il volo sopra a tanti.
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Lambrusco Salamino di santa croceIl Lambrusco Salamino della Cantina di Carpi ci ha convinti: ricco, violaceo con quella frutta avvolgente e una buona persistenza.
Ritroviamo poi la Cantina Santa Croce con il Lambrusco Salamino rosè 2020 che vira verso il colore rubino da cui emerge la ciliegia e la mandorla; in bocca è avvolgente e ti accompagna una nuance aromatica. Tuttavia sono iconici i due Lambrusco Salamino 2020 che spiccano con le note vinose e speziate (il "Vigne Vecchie"); il colore rubino di quello che viene dichiarato secco traccia un naso disteso, fragrante, con l’espressione della sua tannicità. Della serie: se volete conoscere il Salamino, eccolo!
 

Lambrusco di ModenaIconico il "Marascone", della famiglia Zucchi. È un Modena Lambrusco da uve salamino e cerca un suo equilibrio fra note fruttate e bollicine ricche.
Molto buono il "Notturno" della Cantina Righi. Il primo è fruttato con una corona di bollicine rosee e note di mandorla. Il sorso è disteso di piacevole equilibrio. E così l’intrigante il Lambrusco semisecco biologico.
Il Modena Lambrusco Rosato “Vini del Re” della Cantina Settecani è etereo, molto equilibrato, lineare, piacevole e fine fino in fondo. Ancora più interessante il Rosé Brut “7 Rose”, che è vivo con la sua freschezza espressiva, equilibrato, morbido, con un finale allappante gradevolissimo. Piace anche la rotondità del "7Bolle", il Lambrusco Grasparossa Brut che mostra freschezza e tannini vivi.
Anche il Modena Lambrusco della Cantina Sociale Formigine Pedemontana da grasparossa è buono. Ha note di rosa al naso, ricco di bollicine, elegante e fresco.
Righi, cantina di Campegine, presenta invece un Modena extradry, frutto di sorbara e grasparossa. Ha un colore rosato di bella consistenza, note fruttate ed eteree. Elegante anche nell’espressione acidula e aromatica che ti accompagna sul finale.
 

Dal Mondo del Lambrusco Il vino Bio "1936" di Albinea Canali di Il Capriolo merita attenzione. È un Emilia Igt secco da uve grasparossa, salamino, maestri e marani e si mostra già alla vista con una concentrazione iconica. Al naso senti la frutta; in bocca ti accompagna il suo aroma e la seta dei tannini.
Infine la cantina Lusvardi Wine di San Martino in Rio con il Lusvardi Brut che ha note leggere di confettura di frutta rossa, fragola.
Di Cleto Chiarli merita poi l'assaggio un "Rosé de Noir" Brut da uve grasparossa e pinot nero (al 15%). Lo apprezzi per le note al naso speziate e animali e per quella piacevolezza croccante in bocca. Ma che questa cantina lavori bene lo capisci anche dal "Pruno Nero Dry", di grasparossa, che è elegante innanzitutto.

Gli amabiliFra gli amabili, una decina di campioni, i preferiti sono stati quelli di Cavicchioli con "Tre Medaglie" (grasparossa), de La Piana con il "Magia Nera - Montebarello 155" (grasparossa di Castelvetro) e di Medici Ermete & Figli con il "Bocciolo" (grasparossa).

Che dire? È stata l’occasione per fare una fotografia sulla qualità, buona, dell’annata 2020 del Lambrusco con la ritrovata fragranza e piacevolezza per un vino che noi abbiamo sempre amato. Un vino italiano, perfetto per quella cucina padana di salumi e fritti, di primi piatti, ma anche di carni bianche e di maiale. Il mondo del Lambrusco, da questa degustazione, ha scelto ormai una strada che coinvolge tutti: la distinzione qualitativa. E questa è una gran bella notizia.

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