Arriva nel Monferrato la mostra che celebra la storia dell’artista, dalle origini al suo periodo in Italia

Dalle Ande alla Valcerrina, dove vive, è il cammino artistico e di vita di Mono Carrasco (è il nome clandestino e provvisorio), artista di caratura internazionale. Nato a Santiago del Cile nel 1954, grafico, muralista, promotore culturale della ‘Brigada Ramona Parra’, vive in Italia dal 1974, anno in cui vi giunse come rifugiato politico dopo il golpe militare che rovesciò il governo democraticamente eletto di Salvador Allende per portare al potere Augusto Pinochet.

Nel 1971 in un quartiere popolare di Santiago dipinge, con il famoso artista Roberto Sebastian Matta, un’importante opera murale, coperta più volte negli anni dalla dittatura, oggi restaurata e resa Patrimonio Culturale del paese. In Italia e in Europa dipinge centinaia di murales: nelle piazze, sui muri delle città, nei teatri, nelle scuole e nelle palestre di grandi e piccoli paesi. Ha creato numerosi gruppi di pittura collettiva con i giovani, in diverse città, realizzando opere che oggi rimangono come testimonianza visiva del suo percorso nell’arte popolare collettiva della pittura murale. Operatore culturale, curatore di mostre tematiche e realizzatore di progetti per grandi eventi come fiere di settore e mostre multimediali, nel Luglio del 2004 l’Ambasciata del Cile a Roma gli conferisce la Medaglia Pablo Neruda, onorificenza governativa promossa dalla Fundación Pablo Neruda. Rappresentante in Italia del gruppo musicale Inti Illimani Histórico.
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Sabato 15 e domenica 16 luglio dalle ore 17 alle ore 22 presso la ex chiesa di SanRemigio di Villadeati (Al), sarà possibile visitare la sua Mostra di pittura "Cinquant'anni senza ritorno”.

Sempre domenica, alle ore 18.30, sarà l’occasione anche per assistere alla presentazione del suo libro “Cile-Italia sola andata”, nel quale l’artista chiude idealmente il cerchio della sua straordinaria vita, ricordando tanti episodi, esperienze di lotta, concerti, incontri o semplicemente speranze. È la storia di un profugo cileno. Prologo di Gabriel Boric Font Presidente de la Republica de Chile.

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