Dalla Campania una bella storia di associazionismo e riscatto

Alla faccia degli scandali che hanno colpito il settore caseario campano, con le Mozzarelle di Bufala tarocche, vogliamo raccontarvi una bella storia di associazionismo che arriva dalla provincia di Avellino e più precisamente da Bagnoli. Qui, nel 2009 dall’unione di cinque pastori è nata la Cooperativa Agricola Pecorino Bagnolese (Vico I Gramsci, 31  • tel. 3891092931) con lo scopo di salvare dall’estinzione la Pecora Bagnolese.
Si tratta di una razza ovina autoctona campagna, con caratteristiche simili alla Barbaresca, diffusa invece in Sicilia. E’ una razza rustica, condotta in montagna durante la transumanza estiva, da cui si ottiene un latte particolarmente ricco di proteine. Questo viene da sempre usato per la produzione di un pecorino, semplice, rustico, ma molto saporito che si è dimostrato particolarmente indicato per una stagionatura medio lunga (è al top dopo almeno tre mesi).

Attualmente hanno differenziato le produzioni puntando su affinamenti diversi. Oltre al classico, nella versione stagionato e semistagionato, si annoverano quindi l’aromatizzato al fieno, alla paglia, alla vinaccia e alla crusca (l’aromatizzazione avviene per contatto dopo due mesi classici di asciugatura). Ci sono poi altri pecorini speciali: alle noci, al peperoncino, al Tartufo nero di Bagnoli. Attualmente il Pecorino bagnolese d’Irpinia è tutelato da un apposito marchio registrato.

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