Sciroppate e confetture dalla frutta coltivata in proprio sulle colline di Montemarzino e poi le "Marmellose", composte di peperoni rossi e cipolle rosse da abbinare ai formaggi

A Montemarzino (Al), tra Tortona e la valle del Grue, bisogna andarci per 4 motivi: godere di un paesaggio riposante dall’alto di uno splendido belvedere (come tramanda il toponimo di origine ligure), immaginare le antiche vestigia del castello (segnalate perfino nell'affresco geografico che si trova nelle Logge Vaticane), vedere l’esemplare (vincolato) di olmo campestre alto quasi 30 metri e largo 350 che testimonia com’era il paesaggio delle colline alessandrine e, ultimo ma non ultimo, visitare e assaggiare i prodotti dell’Azienda Savio Fausto, “la Montemarzina”, basata sulla produzione di frutta sciroppata e confetture (Frazione Reguardia, 6 - tel. 331 2188983).

L’avventura, che inizia nel 2014 con l’apertura del laboratorio, ha però una storia quarantennale con i terreni di famiglia e con la coltivazione di pesche di Volpedo da quando è nato il marchio stesso. I 10 ettari offrono quindi solo frutta di proprietà raccolta da giugno a inizio settembre; all’opera troverete una squadra eterogenea e molto affiatata: innanzitutto il deus ex machina è il bisnononno Orazio, capostipite della coltivazione delle pesche sulle colline di Montemarzino. Lui è il maggior consigliere e, dall’alto dei suoi 96 anni fa rivivere, con racconti e storie, com’era l'agricoltura i tempi addietro. All’estremità della generazione c’è Giulia, la disegnatrice delle giocose e inconfondibili etichette, ispirate alla famiglia e ai frutteti; nel mezzo del team troviamo i nonni Rosi e Nino, indispensabili per l’assaggio e per tramandare le ricette di una volta; la zia Alessandra e la mamma Patrizia curano invece il laboratorio, affermando ancora una volta la passione per la lavorazione e l’ideazione di nuove ricette con curiosi abbinamenti; la carrellata si conclude con Fausto, coltivatore appassionato di terra e agricoltura e “inventore” del motto aziendale “La Montemarzina, la frutta di Volpedo che vien dalla collina” e Marco, "l'ingegnere della frutta", che si occupa di vari aspetti (marketing, spedizioni e preparazione) spronando la mamma e la zia a sperimentare nuove combinazioni come le confetture unite allo zenzero.

La lavorazione avviene rispettando le caratteristiche naturali della frutta, senza l'utilizzo di conservanti e seguendo ricette tradizionali. La frutta viene raccolta sempre di mattina presto e subito portata in laboratorio. Mentre si taglia e lava a mano si prepara lo sciroppo con sola acqua, zucchero e succo di limone portando il liquido a 100 gradi in pentola; la frutta, posta subito in vasi, riceverà lo sciroppo ancora caldo, verrà subito chiusa e, prima della pastorizzazione, subirà un passaggio in un macchinario per metterla sottovuoto togliendo l’aria. La pastorizzazione “lenta” durerà quasi un’ora che la porterà a 93 gradi; a questo punto i vasi vengono asciugati e fatti riposare almeno 2 mesi prima del consumo.

La frutta sciroppata comprende pesche, albicocche, prugne e ciliegie; per le confetture (di pesche, albicocche, pesche bianche, prugne, ciliegie e pesche e zenzero) vale lo stesso identico procedimento, naturalmente senza uso di pectina, colla di pesce o gelatinizzante.
Oltre alle sciroppate e alle confetture troviamo, da abbinare a formaggi sia freschi che stagionati, un prodotto che, già dal nome, evoca corposità, gusto pieno e coccole per il palato: le "Marmellose" sono composte da peperoni rossi o da cipolle rosse ed è una linea maggiormente di “nicchia” per la sua più limitata produzione. La verdura viene tagliata a fettine sottili, insaporita con peperoncino, aceto di vino e zucchero seguendo lo stesso procedimento delle confetture.
Tutti questi prodotti sono già sugli scaffali e su tante tavole di ristoranti non solo del territorio ma, anche a Roma e Berlino, conoscono già cosa significa il sapore pieno di una pesca sciroppata e la dolcezza di una confettura!

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