Grande soddisfazione alla tavola di Federico e Gaia
Se a inizio ottobre uno chef ti porta in tavola un assaggio di fonduta coi primi tartufi raccolti nei boschi intorno, capisci veramente cosa sia la felicità, non solo del palato, ma della vita. Dopo una settimana, ancora ce l’ho in mente quel gusto netto che ho provato in questo ristorante bomboniera, sempre più bello, che sta nel centro storico del borgo medievale di Cremolino, areale Ovadese.
Si chiama Mirepuà Food Lab e prende in prestito, nel nome, la dadolata di verdure (cipolla, carota e sedano) tagliate a cubetti medi, usata come base di cottura per insaporire sughi, arrosti e zuppe. Federico Ferrari, lo chef, credo abbia scelto questo nome per evocare sia la precisione dei tagli e dei sapori sia l’anima della sua cucina, territoriale e contemporanea, che valorizza le materie prime locali. Quindi, come dichiara nell’home page del sito: “Visioni evolute ma dalle radici ben solide”.
Al suo fianco, da sempre, la socia Gaia Fassone, responsabile di sala, che anche questa volta è riuscita a stupirci con alcune bottiglie frutto della sua ricerca.
Ma torniamo al locale, ambientato dove c’era un mitico ristorante che si rese famoso per la sua serie di antipasti. E Federico ha voluto in qualche modo mantenere quella tradizione, ma in un ambiente davvero molto bello, sia per gli arredamenti sia per le luci che infondono calore.
Detto questo, potete scegliere, alla carta, ad esempio dagli antipasti dell’orto, l’antica tartrà monferrina (16 euro) fatta a dovere come un budino salato
oppure una tarte tatin di cipolle di Breme. Come nella tradizione del locale precedente, è previsto l’assaggio di tutti gli antipasti (a 23 euro). Idem per la pagina “dalla stalla al pollaio”: 5 antipasti a 25 euro, dove abbiamo toccato il cielo con un dito assaggiando la trippa mista di vitello gratinata (18 euro).
Ma c’erano anche la fassona marinata, il vitello tonnato e il paté di pollame da cortile. Ma che dire, tratto dal menu che entra in scena questa settimana, il budino di nocciola tonda gentile e rosmarino con fonduta di Toma di montagna? E poi quella superba animella di vitello al Bbq con zucca, salvia e Martini dry. Ci saranno anche i batsoà (piedini di maiale impanati).
Sui primi il piatto tipico è l’agnolotto quadro monferrino (18 euro) che noi abbiamo assaggiato in tazza col vino rosso: l’Ovada Docg.
E poi quella lasagnetta tonda, croccante, con ragù di manzo e besciamella leggera; ghiotta quanto il padellino con il sugo rosso e il pane fatto in casa che ci hanno portato come entrée;
ma c’erano anche gli gnocchi alla brace realizzati con patate vecchie al fumo di ciliegio, pesto con basilico, fagiolini e prescinseua (18 euro).
Ai secondi, il cordon bleu (21 euro) farcito con prosciutto cotto e Compté, aveva la panatura alla milanese;
ma il piatto da applausi è stato il capretto arrosto (25 euro) con pesto di erbe fini, millefoglie cripsy, polpetta e finanziera del suo quinto quarto. Semplicemente delizioso.
Ma per le prossime settimane, prenotate il colombaccio, oppure, solo la domenica, l’arrosto della vena. C’erano anche piatti fuori menu segnati sulla lavagna, che non di rado contemplano il pesce.
Ai dolci (9/10 euro): un bunet saporoso e pieno (vedi foto sopra), una dolcissima panna cotta e caramello
e poi la bavarese di pera martin sec con cuore di fegatini al cioccolato, salsa al Cognac e cioccolato fondente. Apoteosi!
È stata una delle cene più divertenti e ghiotte di questa seconda parte dell’anno. Bravi Federico e Gaia. (Provato il 6 ottobre 2025)
Mirepuà Food Lab
Via Umberto I, 69
Cremolino (AL)
Tel. 0143 344702
