Dove il confine diventa luogo di attrazione e non di chiusura, la fatica si fa vino, la storia dialoga col presente
Per scoprire l’anima della Cantina Sankt Pauls (o San Paolo) bisogna arrivare fino a Eppan, nel cuore dell’Alto Adige, a pochi chilometri da Bolzano, lungo la celebre Strada del Vino dell'Alto Adige. Qui, il borgo di San Paolo si adagia sotto la parete del Monte Macaion, che con la sua Forcella Grande domina il paesaggio e segna il confine naturale tra il respiro alpino e la dolcezza collinare. Al centro del paese s’innalza il suo celebre “Cattedrale di campagna” (in tedesco “Dom auf dem Lande”) la chiesa parrocchiale dedicata ai santi Paolo e Pietro col campanile barocco (alto 86 metri!) che svetta come un faro di pietra sulla valle e con la cuspide a cipolla che ispirò il simbolo stesso della cantina. Costruita tra il 1460 e il 1647, conserva affreschi tardo-gotici e un organo settecentesco di straordinaria fattura un tesoro d’arte che ancora oggi salvaguarda il cuore spirituale e identitario della comunità contadina locale. Le micro-edicole votive che punteggiano le vigne e i sentieri intorno al paese, ma soprattutto presenti tra i vigneti, ne amplificano il senso spirituale raccontando la devozione e la laboriosità di chi ha saputo trasformare la montagna in vigna.
Tra la verticalità del sacro e la roccia del Monte Macaion, Sankt Pauls accoglie il vento caldo pomeridiano dell’Ora che risale dal lago di Garda alternandosi alle brezze fresche delle ore serali e notturne della Mendola. Questo scambio d’aria modella un microclima ideale per la vite: le escursioni termiche favoriscono maturazioni lente e profili aromatici di grande eleganza. Il suolo, variegato e antico, unisce porfido e gneiss nelle fasce medie, calcare e sabbia in altura, limo e ciottoli nelle zone più basse.
Tappa obbligatoria per chi ama il vino altoatesino, la Cantina Sankt Pauls vanta una storia che attraversa oltre un secolo. Fondata nel 1907 nel comune di Appiano, rappresenta una delle cooperative vitivinicole più autentiche dell’Alto Adige. La sua nascita fu un atto di coraggio e visione collettiva: la risposta di un territorio frammentato in piccole proprietà che decise di unire le forze per crescere insieme.
Oggi riunisce circa 190 famiglie, custodi di vigneti che si estendono dai 300 ai 650 metri di altitudine, tra la chiesa di San Paolo e le pendici del Macaion. È in questa cornice, dove si intrecciano storia, architettura e viticoltura, che prende forma un racconto di identità, tradizione e territorio, capace di trasformare la geografia in gusto e la memoria in vino.
LA NUOVA SANKT PAULS
Negli ultimi anni, Sankt Pauls ha intrapreso un percorso di crescita che unisce tradizione e rigore tecnico a una nuova sensibilità produttiva. Con l’arrivo di Philipp Zublasing alla conduzione tecnica e Tobias Leimgruber alla direzione commerciale, la cantina ha aperto un capitolo di rinnovamento che porta la firma anche del presidente Bernhard Leimegger. Insieme, hanno rafforzato l’identità stilistica dei vini, valorizzandone il radicamento storico e al tempo stesso imprimendo una visione contemporanea.
Ogni conferitore conosce la propria parcella come il palmo della mano: potatura, gestione della chioma, diradamento e raccolta manuale sono gesti tramandati e affinati nel tempo, parte di una cultura contadina che si riflette nella precisione enologica. In cantina, la conduzione è calibrata e attenta: acciai a temperatura controllata, fermentazioni spontanee con lieviti indigeni, affinamenti in legno di diversa tostatura. Tutto avviene in un dialogo continuo tra controllo e intuizione, seguendo un principio guida che definisce l’anima della cooperativa: cercare equilibrio, costruire armonia.
In questo contesto, tre vini in particolare incarnano la cifra stilistica di Sankt Pauls.
Il Pinot Bianco è un bianco limpido e sicuro, con riflessi verdolini. Al naso sprigiona note di mela verde, fiori bianchi e mandorla fresca; al palato è teso, sapido, con una persistenza elegante che unisce precisione tecnica e carattere territoriale. È un vino che sa essere tanto gastronomico quanto meditativo, un bianco d’altura che unisce freschezza e profondità.
La Schiava Missian UGA, vino simbolo del patrimonio altoatesino, nasce da un terroir riconosciuto per finezza e autenticità. Il colore rubino chiaro introduce profumi di ciliegia croccante, melograno e mandorla dolce. In bocca scorre fluida e armoniosa, sostenuta da una struttura sottile e minerale. È il rosso dell’identità, che racchiude in sé la grazia delle colline e la concretezza dei viticoltori che le coltivano. Missian, oggi Unità Geografica Aggiuntiva, rappresenta la conferma di un’area viticola che unisce altitudine, esposizione e storia.
Il Praeclarus Brut Riserva è elegante. Chardonnay in purezza, metodo classico affinato oltre 48 mesi sui lieviti, esprime una bollicina fine, cremosa e persistente. Profumi di crosta di pane, nocciola e mela cotogna accompagnano un sorso teso e raffinato, dalla chiusura sapida e lunghissima. È una bollicina che riflette la precisione altoatesina.
Questi sono solo alcuni esempi di ciò che si può scoprire nella ricca produzione della Cantina Sankt Pauls, articolata in diverse linee – Cuvée Paul (bianco e rosso), Tradizione, Selezione, Alte Reben Lona, Sanctissimus e Praeclarus – che spaziano dai bianchi aromatici (Weissburgunder/Pinot Bianco, Chardonnay, Sauvignon, Müller-Thurgau) ai rossi autoctoni (Schiava Missian, Lagrein, Pinot Nero), fino agli eleganti spumanti Metodo Classico di alta gamma.
UN VIAGGIO DA VIVERE
Nel 2025 Sankt Pauls si rinnova nel segno dell’estetica e della sostenibilità. Debutta al Vinitaly l’annata 2024 dei vini Selezione, presentata con un nuovo concept grafico ispirato al Monte Macaion: linee essenziali che richiamano la solidità della roccia e la continuità del paesaggio. La cantina introduce anche una bottiglia dal peso ridotto, riducendo l’impatto ambientale, ed estende la certificazione di sostenibilità alle attività produttive.
Sankt Pauls è oggi una comunità che cresce restando fedele alle proprie radici dove ogni dettaglio esprime equilibrio e identità. Dietro ogni etichetta si percepisce la stessa promessa: salvaguardare la terra, raccontarla, farla fruttificare ancora. Ora, immaginando di bere un buon bicchiere di vino proprio nel wine bar della cantina Sankt Pauls diventiamo parte di questa esperienza. Qui, infatti, oltre ai visitatori e agli appassionati, si incontrano i soci conferitori ovvero i vignaioli che trovano lo spazio ideale per rilassarsi, chiacchierare e scambiarsi opinioni sul loro vino. È un momento autentico e raro, perché in nessun altro luogo la filiera del vino si avviene un’aggregazione, non da osteria, dal taglio semplice e verace. Alcuni di loro coltivano vigne storiche, come quella del Pinot Bianco piantato nel 1899, una rarità che innalza ulteriormente il valore e l’identità di Sankt Pauls.
