Un’esplosione di antiche tradizioni che ravvivano montagne e vallate di emozioni, colori e sapori unici

Il Carnevale è un'occasione davvero speciale per andare alla scoperta di un territorio di confine dove ogni borgo rivela un paniere inesauribile di risorse paesaggistiche, artistiche, enogastronomiche.

Tra i Carnevali più affascinanti, c’è quello di Sappada, isola linguistica di matrice tedesca incastonata tra le Dolomiti, che con le sue case tipiche, fontane e sculture è da poco entrata a far parte dei “Borghi più belli d’Italia"; qui, il "Plodn Vosenocht" è un momento fondamentale in cui rivivono le tradizioni locali e la cultura popolare, in cui si intrecciano ritualità e folklore, occasione di gioco, divertimento e trasgressione. Si svolge nelle quattro domeniche che precedono la Quaresima, durante le quali le pittoresche borgate del paese si animano a festa. Gli abitanti di Sappada indossano maschere fatte a mano, intagliate con maestria nel legno, che camuffano le loro identità, dando vita a un'atmosfera di mistero e allegria.
plod.jpgQui, tappa obbligatoria, una nostra Corona Radiosa, Laite (borgata Hoffe 10,  tel. 0435469070
), vetrina della superba tavola di Fabrizia Meroi, maestra nell'amalgamare sapori all'apparenza lontani. Una "casetta" fascinosa incornicerà la vostra esperienza, due piccole sale charmant con il gusto della tradizione e della storia, legno a scaldare gli ambienti oltre alla stube. La sala è nelle mani della impeccabile Elena, figlia d’arte, la carta dei vini è nelle mani di un tanto giovane quanto capace sommelier che si "divertirà" con voi e con le etichette. Piatti iconici sono il cervo fondente, cirmolo tuberi e muschio, e l’imperdibile sopa cauda: piccione in due cotture.
laite.jpgQuesto luogo accoglie anche un'altra bella realtà del Golosario, Plodar Kelder (borgata Fontana, 1, 0435469833), dove le sorelle Marta e Sara offrono, in quella che un tempo era la latteria turnaria del paese, salumi e formaggi di montagna di produzione propria. Tra i primi, imperdibili la pancetta stesa e arrotolata, la lonza, carré, lingua, lardo e Senkl, un particolare speck affumicato e stagionato per circa 4 mesi, e aromatizzato con cumino e bacche di ginepro. Tra le chicche casearie, quelle di latte caprino - freschi, stagionati e il “fienotto” -, e di latte vaccino (formaggio di malga Mezzano, latteria stagionato e caciotte naturali o aromatizzate). In una piccola stanza che profuma di malga, si possono gustare vini naturali e buone birre in accompagnamento a taglieri e panini.

Nelle Valli del Natisone si tiene invece il tradizionale Pust v Benečiji, un carnevale arcaico e misterioso, proprio come il paesaggio delle Valli del Natisone in cui si festeggia. Il Pust è una figura tradizionale del carnevale valligiano che veste pantaloni e giacca ricoperti di stracci colorati e un cappello anch’esso ricoperto di stracci: questo vestito è dato dal fatto che il pust nell'antica tradizione rappresentava l'arrivo della primavera. Una festa che coinvolge tutto e tutti. Le padrone di casa imbandiscono le tavole con ogni bendidio da offrire ai Pustjé (e a chi li accompagna), e nei cortili s’intonano canti e si improvvisano balli.
carnevale-1.jpgE recarsi a San Giovanni al Natisone può essere anche l’occasione per fare tappa in una sosta radiosa del Golosario, il Ristorante Campiello (via Nazionale, 40, tel. 0432757910, www.ristorantecampiello.it), dove patron Dario, insieme con la moglie Marisa, sa come far star bene i clienti. Con un’accoglienza squisita, certo, ma soprattutto con una cucina che porta in tavola solo pesce freschissimo, sapientemente interpretato con creatività e maestria. La carta dei vini rivela profonda competenza. Piatti imperdibili: crostacei alla catalana e maionese di pompelmo; risotto mantecato allo spumante, triglie di scoglio e pesto; trancio di rombo alla mugnaia con spinacino novello. Lingotto di pistacchio, coulis di albicocca, cioccolato bianco e zafferano.

Ma qui c’è anche uno storico produttore del Golosario, quel Livio Pesle che vanta una profonda esperienza nella trasformazione di vini autoctoni friulani (come picolit, verduzzo, friulano e refosco dal peduncolo rosso) in gelatine di vino, salse a base di vino e mosto cotto, creme e le maionesi ipocaloriche a base di vino, gelatine di cocktail e tutta una teoria di prodotti gustosi ed esclusivi assolutamente naturali e senza alcol, coloranti o conservanti (via Abbazia, 11, www.liviopesle.com).
E in via Nazionale, 97, troviamo anche uno dei primi micro birrifici creati nel nostro Paese, Il Mastro Birraio di Ivan Borsato, con la sua proposta di birre di scuola tedesca sia classiche sia stagionali, da degustare nel locale annesso, insieme alla loro carne alla brace o a una pizza.

Affascinante anche il Carnevale del Carso (Kraški Pust in lingua slovena), che si tiene a Opicina, borgo carsico a 6 km da Trieste, e riunisce gruppi mascherati e carri allegorici provenienti dai paesi del Carso triestino e sloveno.
Qui, tra le tante soste golose, ecco le radiose Antica Trattoria Suban (via comici, 2/d, tel. 04054368), dove la famiglia Suban dal 1865 propone i piatti tradizionali triestini con influenze culinarie istriane ed europee. Piatti imperdibili: prosciutto cotto tagliato a coltello con senape e kren; jota carsolina; fusi istriani con sugo di gallina; palacinka al basilico o alla mandriera; gnocchetti di barbabietole con brie e basilico; carré di cervo marinato disossato e cotto alla brace con salsa al Terrano.
suban.jpgQuindi, l'Osteria alla Bella Trieste (via Massimo D'Azeglio, 19, tel. 040761979), dove la famiglia Radin porta avanti una trattoria tipica, offrendo autentici piatti della tradizione locale come antipasti gratinati di crostacei; baccalà mantecato; jota; fusi con la gallina; gnocchi con il gulash; pesce al forno; dentice mantecato; cevapcici; ljubljanska fritta o grigliata.
E c’è spazio anche per La Chimera di Bacco, a dimora nel ghetto ebraico di Trieste, vicino a piazza Unità d’Italia: Luca Morgan propone una cucina che spazia tra ricette di mare e terra, rivisitate con maestria per mettere il gusto al centro di ogni portata. La carta dei vini offre una vasta selezione di etichette nazionali e internazionali. Per un'opzione più informale, si può visitare il locale gemello La Chimerina.

Chiudiamo questo suggestivo tour con il Carnevale Saurano - Der Zahrar Voschankh -, tra i più antichi dell’intero arco alpino, che celebra la creatività con maschere in legno e travestimenti fantastici. Utilizzando materiali trovati in casa e nelle soffitte, gli abitanti del borgo alpino danno vita a un evento unico nel suo genere. Un'occasione imperdibile per immergersi nelle tradizioni locali. Ed anche nei sapori con le soste del nostro Golosario in quel di Sauris. A partire da un salumificio storico fondato nel 1862 dal maestro norcino Pietro Schneider e portato avanti oggi da Giuseppe e Stefano Petris. Si tratta del Prosciuttificio Salumificio Wolf Sauris (via Sauris di Sotto, 88, tel. 043386054), dove acquistare eccellenze come lo speck, il Prosciutto di Sauris Igp, il fiocco, lardo alle erbe, soppressa, filetto alle erbe, pancetta arrotolata al peperoncino e wolfino.
prosciuttificio.jpgUn’altra eccellenza dove la sosta è obbligatoria è Malga Alta Carnia (via Sauris di Sotto, 98/a, tel. 3388918928): Sebastiano Crivellaro è uno dei pochi casari che stagiona il formaggio di Malga della Carnia in altura, a 1.250 metri di quota, seguendo le tecniche imparate dal padre Pietro. Dal latte, lavorato senza processi di pastorizzazione, dei pascoli in alta quota (1.500-1.800 metri) realizza il Formaggio di Malga Carnia Sauris, proposto nelle versioni Giovane (stagionato 2-4 mesi, dal sapore dolce), Stagionato (stagionato dai 5 agli 11 mesi, nel quale si percepiscono i retrogusti delle erbe dei pascoli), Vecchio (con 12-17 mesi di stagionatura, ancora morbido e dagli interessanti sentori floreali) e Stravecchio (stagionato fino a 36 mesi, ricchissimo di aromi). Poi, le profumate ricotte di Malga affumicate con legni montani, i formaggi affinati come il Blu Notte Sauris®, il Fior di Fieno, il FormadiBeer®; e ancora il Malga in Frant, i formaggi erborinati di capra o mucca e i formaggi caprini di diverse stagionature.

Per info e approfondimenti: https://www.promoturismo.fvg.it/

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