A Chiaramonte Gulfi l'esperienza in un resort che guarda al vino e al pesce in un menu che invoglia "a prendere tutto"
Chiaramonte Gulfi è un paese che abbiamo nel cuore, perché qui abbiamo trovato i migliori olii del nostro assaggio, figli della tonda iblea, che ha una pianta particolare, tonda anch’essa ad alberello regolare. La vedi appena arrivi in zona, ma vedi anche le viti, rigogliose, soprattutto quando l’auto si dirige verso quest’oasi pensata ad Vito Catania, fondatore della cantina Gulfi. Ora Vito non c’è più, scomparso prematuramente con la sua voglia di vita. Lo capisci dal suo progetto e da questa costruzione che guarda le vallate: la Locanda Gulfi (c.da Patria • tel. 0932 928081 • www.locandagulfi.it) . Ci sono le camere, c’è la piscina, dal cancello osservi la costruzione imponente che ha una corte interna.
Il ristorante è disseminato su due piani, molto eleganti, ampi. E la cantina la segue uno degli enologi più straordinari della Sicilia: Salvo Foti, che in nome di un’amicizia con Vito porta avanti il progetto. Lo incontriamo per assaggiare i vini, rimanendo stupiti dal carricante firmato Gulfi. In cucina c’è una vecchia conoscenza della nostra guida, che incontrammo in Lombardia, Carmelo Floridia. Sono una squadra eccezionale e si vede dai particolari con cui accolgono la clientela, soprattutto straniera. Hanno tre menu degustazione, per ogni esigenza e un’offerta alla carta da sfregarsi le mani. Via dunque con la catalana di pesce, composizione di molluschi e crostacei con ortaggi e frutta. Il prosciutto di ricciola con insalata di pesche e menta è un piatto estivo, ma lo è anche l’acqua di pomodoro con mantecato di ricotta di bufala e e “tenerumi di cucuzza estiva”. Rimane una tentazione la terrina di formaggi con ricotta di mucca infornata, caponatina siciliana, cioccolato di Modica e salsa al miele di satra.
I primi saranno della serie “voglio prendere tutto!”. Ecco la zuppa di ceci verdi con astice, i ravioli al finocchietto selvatico con purea di ceci e salsa ai ricci di mare, gli gnocchi croccanti alla Norma. C’erano anche il cous coous di Russello con zuppetta di pesce del mediterraneo e le tagliatelle con guazzetto di scorfano. Ma anche i fiocchetti di pasta fatta in casa con ragù di coniglio e nepetella. Pesce a volontà fra i secondi: la cernia in salsa alle mandorle e lime, la frittura della locanda. E poi il maialino nero con cipolla di Giarratana e salsa al pistacchio, l’agnello con crema di carote, patate al timo ed emulsione di bottarga. Ai dolci non si può perdere certo il cannolo con salsa al carrubo, mentre la mousse al cioccolato è con la confettura di pomodoro ciliegino. Un must il biancomangiare alle mandorle d’Avola e salsa al rosmarino. Una gran bella esperienza!