È con un’annata storica di un grande Trentodoc, il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1996

C’era quando è stata vinta la coppa del mondo nel 1982. Lo hanno bevuto i presidenti della Repubblica, la regina d’Inghilterra, gli attori di Hollywood e i più grandi artisti del Novecento. Ferrari (via del Ponte di Ravina, 15 - tel. 0461972311) è un pezzo di storia del Trentodoc (oggi ne rappresenta da solo metà della produzione) e dell’enologia italiana iniziata nel 1902 quando Giulio Ferrari nel cuore di Trento, a pochi passi dal Duomo, volle produrre un metodo classico capace di competere da pari con i grandi Champagne francesi.

A lui è stata dedicata dalla famiglia Lunelli (che è a capo del gruppo Ferrari) la Riserva del Fondatore, un vino da uve chardonnay in purezza raccolte da un unico vigneto di proprietà, lasciato maturare dieci anni sui lieviti. È un vino che nel campione assaggiato (millesimo 1996, quindi più che maggiorenne) ha ancora una acidità ben marcata, sottolineata dalla sapidità senza diventare mai amaro. Il perlage finissimo, il colore quello dell’oro, al naso sono profumi evoluti con belle speziature e accenni di ostrica e tartufo bianco. È il Ferrari più difficile da inquadrare perché diverso a ogni annata e a sua volta quello più rappresentativo perché capace di racchiudere i tratti di questa casa spumantiera.

È un vino per le occasioni indimenticabili, da vivere nella sua sede più appropriata. Ovvero le cantine chilometriche scavate sotto la sede di Trento, dove riposano le pupitres. O ancora meglio nelle sale di Villa Margon, splendida dimora rinascimentale completamente affrescata sulle colline a pochi chilometri di distanza, dove soggiornò l’imperatore Carlo V e che oggi la famiglia Lunelli mette a disposizione dei visitatori. La villa dà anche il nome alla Locanda Margon, con la cucina d’autore di Alfio Ghezzi, che recentemente ha inaugurato pure uno spazio più informale. Un sogno (come l’Amore e Psiche della scuola di Canova conservato a Villa Margon) per iniziare il 2015. 

 

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