Ristorante, bistrot, pizzeria e spazio lounge...

Tornare al Leonefelice a Erbusco (via Vittorio Emanuele, 23 - tel. 030 7760550 - www.albereta.it) una sera di luglio è stata una vera esperienza, ricca di sorprese, che dice proprio del momento felice che sta vivendo la famiglia Moretti: grandi vini, grande divertimento in cucina, relax autentico. E tutto sembra essersi realizzato con la scelta discontinua, che ha visto avvicendarsi una leggenda come Gualtiero Marchesi, fin dagli inizi all’Albereta con la cucina del giovane Fabio Abbatista che guida la brigata con una solidità e una precisione che in verità avevamo pronosticato fin dagli inizi, plaudendo alla scelta della famiglia Moretti per questo vero talento.

Anche il maître in sala Matteo Biolzi è una persona straordinariamente capace, e sta dalla parte del cliente. I suoi collaboratori sono tutti gentili e sorridenti. Unico neo l’aria condizionata che a tratti ci ha fatto invidiare quelli che erano sulla terrazza dello spazio bistrot (si chiama VistaLago Bistro). Ma, sorvolata questa eccezione, il locale è un bijou di eleganza, con la cucina a vista, i tavoli ben distanziati e lungo la vetrata che dà sul giardino.

L’altra novità è La Filiale, la gettonatissima pizzeria gourmet che porta la firma di Franco Pepe, il pizzaiolo di Caiazzo che ha aperto qui un luogo dove assaggiare le sue creazioni, disposto su due piani con giardino interno. Novità è anche lo spazio dedicato agli eventi, ambientato in un’altra area, che poi conduce ai vigneti della famiglia Moretti. Insomma l’Albereta è un villaggio fra i più belli che si possano desiderare.

Ma veniamo alla nostra prova, con una carta dei vini di grande spessore, che ha pure un’offerta interessante di vini a bicchiere. I prezzi sono impegnativi, ma la realizzazione dei piatti è ineccepibile. Si inizia con una serie di amuse bouche (fantastica l’anguria al Campari), col pane e i grissini fatti in casa, per procedere con un menu molto chiaro, che annovera una ventina di portate compresi i dolci.

Ottimo il morbido di seppia e intingolo Mediterraneo; straordinaria l’anguilla ai carboni, cetriolo, mela verde e cerfoglio che da sola vale il viaggio. Sempre in carta l’uovo morbido, asparagi bianchi e salvia, le lumache con royale di carciofi e teriyaki e l’estivo gazpacho di pomodoro e fragole con gamberi viola. Altro piatto spaziale saranno gli gnocchi di patate e robiola con pistacchio e finocchietto: leggeri, soavi.
Fra i primi, che tradiscono le origini pugliesi dello chef, i cappelletti di grano arso con coniglio e burro di acciughe. Quindi tagliatelle allo zafferano, risotto agli asparagi, spaghetti con bottarga, gamberi e radice di curcuma. Piacevolissimo il rombo in oliocottura, crema di ceci, zafferano e livistico, accanto alla ricciola brasata allo zafferano e gin e lavarello alla magnaia e calamandino.
Per le carni era di sostanza la coppa di maialino arrostita con radice di prezzemolo e albicocche, anche se la tentazione del piccione alla cenere, ciliegie e pepe verde era forte. Geniali anche le costine di agnello alla brace, scorzonera e patate alla senape e il filetto di fassona ai carboni, barbaietola rossa e spezie.

Il menu degustazione che annovera sei portate è a 95 euro. Fra i dolci scegliete il tiramisù croccante oppure il cioccolato elastico e gelato all’arancia bruciata.

I piatti del bistrot, con salumi scelti, formaggi e hamburgher in pole position, annoverano altre sfiziosità servite con grande arte in piccoli tegami, ma se venite qui per qualche motivo, non potete evitare di provare anche la pizza straordinaria. Noi lo abbiamo fatto a fine cena. E ne valeva la pena! Questa sì che è vita!

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